«Hai diciannove anni e un vago riflesso edipico, una fragile coscienza politica, un insensibile moto generazionale ti spingono a pensare che no, non hai nessuna voglia di entrare nel ciclo produttivo del capitalismo occidentale».Cosa fai? È una situazione tipica di una generazione intera, quella dei trentenni che si sono scoperti “classe creativa”. Ed è anche l’inizio di Cosa pensavi di fare?, un originalissimo romanzo a bivi in cui scelta dopo scelta è chi legge a tessere una trama che è anche il percorso di vita del lavoratore culturale nel tempo precario, sempre posto dinanzi a bivi e scelte dolorose. Bivi che pagina dopo pagina si fanno dunque scoperta, metafora di instabilità e incertezza del proprio avvenire, e moltiplicano il livello di indecidibilità della vita, dal piano lavorativo fino a quello esistenziale.