Arjie Chelvaratnam, protagonista di questo romanzo, vive la sua infanzia e la sua adolescenza a Colombo, nello Sri Lanka, in un'agiata famiglia tamil. E attraverso i suoi occhi che scopriamo un mondo coloratissimo, sospeso fra tradizione e modernità, fra il confortevole, rassicurante, apparentemente solido edificio della famiglia e lo sgomento della realtà esterna, in un paese segnato da laceranti tensioni etniche, destinate a sfociare, a partire dal 1983, in una tremenda guerra civile. L'universo che Arjie ci mostra è fatto di personaggi vividi e indimenticabili: ammachi, la nonna dispotica, che si oppone al matrimonio della figlia Radha con un giovane singalese; la cugina "Sua Grassezza", che tradisce il protagonista rivelando alla famiglia la sua versione poco ortodossa del gioco della sposa; zio Daryl, antica fiamma della madre di Arjie, tornato dall'Australia come giornalista per un'inchiesta sulle torture della polizia nello Sri Lanka; un padre inizialmente autoritario e distante, il cui senso dell'onore è messo a dura prova da eventi che non può controllare; e poi Shehan, ragazzo enigmatico, grazie al quale Arjie prende coscienza della propria omosessualità. La scrittura di Selvadurai è essenziale, garbatamente ironica, segnata da un grande intuito per la natura umana. In questo libro corale, la vera storia è quella del passaggio dal mondo semplice e luminoso dell'infanzia a quello più complesso degli adulti, con le sue ombre, i suoi segreti, le sue violenze e ingiustizie; sullo sfondo, un'inquietudine politica sempre più forte, che finirà per segnare la vita del protagonista in modo indelebile. Il risultato è un romanzo sulla scoperta e sull'addio, sul contrasto tra i desideri del cuore e la realtà del mondo.