Bianca Pitzorno Extraterrestre alla pari © 1979 La Sorgente – Milano Proprietà artistico-letteraria riservata Edizione Euroclub Italia S.p.A. Bergamo Su licenza di La Sorgente Edizioni Marzo 1981 INDICE Extraterrestre alla pari...................................................................................................2 I Un estraneo fra noi................................................................................................5 1 ...............................................................................................................................6 2 ...............................................................................................................................8 3 .............................................................................................................................11 4 .............................................................................................................................13 5 .............................................................................................................................16 6 .............................................................................................................................18 II Alla ricerca di un sesso.......................................................................................20 1 .............................................................................................................................20 2 .............................................................................................................................23 3 .............................................................................................................................27 4 .............................................................................................................................29 5 .............................................................................................................................31 6 .............................................................................................................................35 7 .............................................................................................................................38 8 .............................................................................................................................42 III Evviva, è nato un maschio.................................................................................44 1 .............................................................................................................................44 2 .............................................................................................................................47 3 .............................................................................................................................50 4 .............................................................................................................................53 5 .............................................................................................................................57 6 .............................................................................................................................60 IV Vita da uomo.....................................................................................................63 1 .............................................................................................................................63 2 .............................................................................................................................65 3 .............................................................................................................................68 4 .............................................................................................................................72 5 .............................................................................................................................74 6 .............................................................................................................................78 7 .............................................................................................................................81 V Vita da donna......................................................................................................82 1 .............................................................................................................................82 2 .............................................................................................................................84 3 .............................................................................................................................89 4 .............................................................................................................................92 5 .............................................................................................................................94 6 .............................................................................................................................97 7 ...........................................................................................................................100 8 ...........................................................................................................................104 9 ...........................................................................................................................107 10 .........................................................................................................................110 11 .........................................................................................................................113 12 .........................................................................................................................117 13 .........................................................................................................................120 14 .........................................................................................................................123 I Un estraneo fra noi Mentre si lavava i denti in gran fretta per non arrivare in ritardo a scuola, Ca- terina vide dalla finestra del bagno l'astronabus di Deneb che atterrava nel campo di calcio dietro al Municipio. Lo guardò con interesse, perché l'arrivo di un astronabus non era un fatto che capitava tutti i giorni. Caterina sapeva che la congiunzione favorevole al viaggio fra la Terra e la stella Deneb si verificava solo ogni 10 anni. E non era detto che ogni volta l'astronabus dovesse atterrare vicino a casa sua. Ne parlò con suo fratello Andrea mentre si dirigevano verso la fermata del pul- lman che li avrebbe portati a scuola. — Io lo so, perché si è fermato qui in città — disse Andrea. — Probabilmente a bordo c'era il ragazzo denebiano che gli zii hanno invitato a casa loro... Deneb, la stella più brillante della costellazione del Cigno, dista dalla Terra soltanto 12 anni luce. Una distanza abbastanza breve per l'astronabus spaziale, che la percorreva in sole 22 ore. Perciò i due denebiani avevano approfittato di un gior- no di vacanza per accompagnare personalmente sulla Terra il minore dei loro figli, che sarebbe rimasto per qualche anno su quel pianeta, ospite di una famiglia del luogo. Solo da poco tempo l'I.R.T.D. (Istituto per i Rapporti Terra Deneb) aveva pro- mosso la campagna per uno scambio reciproco di ospitalità fra i ragazzi dei due pia- neti, e il giovane viaggiatore che quella mattina era sbarcato un po' smarrito dall'a- stronabus era forse uno dei primi ad affrontare l'esperienza terrestre. 1 Che la questione avesse per i terrestri un'importanza fondamentale, Mo l'aveva capito fin dal primo momento. Aveva un bel dire sua madre, che in fondo era una faccenda trascurabile, un par- ticolare minimo che si sarebbe chiarito più avanti e che non avrebbe cambiato niente nei suoi rapporti con la famiglia che l'ospitava... "Quelli" lo volevano sapere al più presto, subito! Anzi, lo DOVEVANO ASSOLUTAMENTE sapere. Altrimenti non avrebbero tenuto Mo a casa loro come era nei patti. E sarebbe stata proprio una bella seccatura tornare su Deneb dopo un viaggio così lungo, dopo tanti progetti sulla vacanza terre- stre, dopo che tutto era stato preordinato minuziosamente da vari mesi, solo perché nessuno sapeva se Mo fosse maschio o femmina! Quando i due terrestri glielo avevano chiesto, la madre di Mo aveva fatto una ri- satina di noncuranza e aveva risposto: — Dio mio, non ce lo siamo mai chiesti! Poi, davanti al loro sguardo stupito, aveva aggiunto cortesemente: — Perché? Dovremmo saperlo? Non abbiamo mai pensato che fosse una cosa importante... Mo è ancora talmente giovane! Allora l'Uomo aveva trattenuto a stento un gesto di indignazione (ricordando e- videntemente che stava parlando con dei denebiani) e aveva risposto: — Scusate, cer- to che è importante! Visto che Mo deve restare dieci anni a casa nostra. Se non sap- piamo se è maschio o femmina, in quale modo ci dovremmo comportare con lui? O con lei?... insomma, con Mo, accidenti, qualunque cosa sia! A questo punto era stato il padre di Mo a doversi trattenere, ma dal tono della sua voce si capiva lo stesso che era seccato. — Scusate — disse — cosa significa "in che modo comportarvi"? Non capisco quali dubbi possiate avere. Era stato chiarito tutto nelle lettere, mi pare. Vi eravate impegnati ad essere gentili con Mo, a compor- tarvi esattamente come se si fosse trattato di un vostro figlio. Altrimenti non avrem- mo mai accettato l'invito dell'Istituto per i Rapporti Terra Deneb. — Ma certamente, che siamo pieni dei sentimenti più affettuosi verso la vostra creatura — era intervenuta gentilmente la Donna. — Non abbiamo nessuna intenzio- ne di maltrattarla... Però, vedete, da noi sulla Terra con una bambina ci si comporta in modo differente che con un maschietto... "Maschietto sarà tuo marito!" pensò Mo a cui la faccenda cominciava a dare sui nervi. Anche se aveva studiato bene la lingua terrestre, non aveva imparato che par- lando con i ragazzi molti adulti abbondano nell'uso di diminutivi solo per essere più gentili e "mettersi al loro livello". — Questione di abitudini, nient'altro — concluse la Donna, — perciò ci sarebbe utile sapere di che sesso è Mo. La madre di Mo, come la donna terrestre, non aveva voglia di litigare. Capiva che le civiltà dei due pianeti erano differenti e che bisognava cercare di adattarsi. So- prattutto se voleva che il soggiorno di Mo sulla Terra fosse divertente, istruttivo, se- reno, come tutta la famiglia si era ripromessa quando avevano progettato il viaggio. — Vedete — cercò di spiegare — da noi su Deneb nessuno si chiede se i propri figli siano maschi o femmine fino a che non abbiano compiuto 50 anni. Sapete che noi cresciamo più lentamente: rispetto allo sviluppo fisico tre dei nostri anni corri- spondono circa ad uno dei vostri. Allora i giovani hanno l'età per accoppiarsi, ripro- dursi e formarsi una famiglia, e la questione assume una certa importanza. Anche fi- sicamente a 50 anni si notano delle differenze, ma prima no, sebbene sia già stabilito cosa diventeranno. Infatti con un esame del sangue molto complicato si potrebbero identificare subito i cromosomi femminili o quelli maschili. Alcuni laboratori di ge- netica sono in grado di effettuare questi esami. Ma non vi ricorre nessuno, perchè a nessuno interessa. Per aiutarli a crescere ci occorre conoscere il carattere dei nostri bambini, le loro tendenze, i loro desideri, i loro punti deboli... non se sono maschi o femmine... Questo interesserà semmai loro, quando da adulti desidereranno metter su famiglia. Se ne avranno voglia, visto che su Deneb non è obbligatorio... — Neanche da noi sulla Terra è obbligatorio — osservò l'Uomo. — Davvero? Mi era parso di sì — rispose la denebiana. — Evidentemente sba- gliavo. I due terrestri erano molto perplessi. Certo, a giudicare dall'aspetto, Mo era ve- nuto (o venuta?1) su bene, in modo da soddisfare i desideri dei genitori più esigenti. Aveva 29 anni denebiani, che secondo le informazioni fornite dall'I.R.T.D. cor- rispondevano ai 9/10 anni di vita terrestre. La sua statura e il suo linguaggio corri- spondevano a quelli di un ragazzino di tale età, ben sviluppato e intelligente. La sua educazione e gentilezza non lasciavano niente a desiderare. Parlava con una voce squillante che pronunciava con garbo — anche se con leg- gero accento straniero — le parole terrestri più difficili. Indossava una tuta color ar- gento, aderente, decorata sulle spalle e sul petto da borchie luminose. Solo negli oc- chi e nei capelli differiva, ma poco, dai ragazzi della Terra. I capelli, biondo cenere, lunghi fino alle spalle, erano molto più lucidi e sottili di quelli terrestri, come fatti di un materiale setoso. Gli occhi li aveva viola chiaro, con le iridi molto grandi, ma per il resto i lineamenti del viso e tutta la corporatura erano quelli di un grazioso bambino (o bambina?) di 9/10 anni. I suoi genitori ne erano molto fieri, e pensavano che nes- suno potesse trovare in lui qualcosa da ridire. Tanto meno quei ridicoli terrestri che facevano tante storie per un particolare insignificante come quello del sesso, o me- glio, del non-sesso! 1 Da questo momento, unicamente per esigenze grammaticali (visto che nemmeno io so ancora se è maschio o femmina) userò parlando di Mo il maschile. Infatti la lingua italiana adopera questo ge- nere in luogo del neutro (che altre lingue conoscono) quando non si conosce il sesso di una persona o ci si riferisce a un gruppo di persone di sesso diverso. Sapete bene che se un padre ha sette bam- bine e un maschio soltanto, nominandoli tutti insieme dovrà dire "i miei figli". E così la padrona di casa che ha venti invitate e due soli signori, dovrà dire "i miei ospiti". Ma ciò non vuol dire che a questo punto della storia noi dobbiamo considerare Mo un ragazzino. 2 I due terrestri da parte loro erano disorientati. Erano iscritti da poco tempo all'I.R.T.D., ma quando la Segreteria aveva propo- sto loro di ospitare per 10 anni un ragazzino denebiano, avevano accettato con entu- siasmo2. Non li spaventava la durata del soggiorno. Anzi, essendo senza figli, spera- vano che il piccolo ospite avrebbe fatto loro compagnia portando un po' di animazio- ne nella loro casa troppo tranquilla. Quando avevano compilato i vari moduli presso la segreteria del centro, non a- vevano espresso nessuna preferenza riguardo al sesso del giovane ospite. Poi era arri- vata una lettera che annunciava l'arrivo di Mo, e avevano pensato che si trattasse di un maschio perché il suo nome terminava con la o (senza pensare ai vari Andrea, Ni- cola, Luca, Mattia, ecc..) e perché gli aggettivi e i pronomi che lo riguardavano nella lettera erano al maschile. Troppo tardi purtroppo avrebbero capito che i denebiani traducono la loro lingua come possono e, poiché in italiano non esiste il genere neu- tro, e i collettivi vengono indicati al maschile, quelli avevano usato questo genere per indicare il loro figlio dal sesso non ancora definito. I terrestri dunque si erano prepa- rati ad accogliere un maschio. Ma sarebbero stati disposti ad accogliere con uguale entusiasmo una ragazzina denebiana. Purtroppo non erano assolutamente preparati ad accogliere Mo, di cui i genitori non si erano preoccupati di sapere se fosse maschio o femmina! — Cosa importa, in fondo! — aveva concluso stizzito il denebiano, meno conci- liante della moglie. — Tanto Mo non si fermerà a casa vostra fino all'età di sposarsi! Tornerà da noi molto prima di essere maturo per questo. Quindi trattatelo come vi pa- re! Mo invece a questo punto aveva voglia di tornarsene a casa. Quei terrestri lo guardavano con una certa aria strana... Prevedeva che non si sarebbe affatto divertito a casa loro. Ma la madre di Mo non voleva privare la sua creatura di una esperienza che le sarebbe stata molto utile nella vita. Quando avevano preparato il viaggio, avevano preso in considerazione anche l'idea che ci sarebbe stata qualche difficoltà; che l'adat- tamento alle abitudini terrestri non sarebbe stato sempre facile... Ora lei non voleva che Mo si dimostrasse così pusillanime da cedere le armi alla prima scaramuccia. Lo aveva sempre stimato un ragazzino (o ragazzina) in gamba. Quindi sfoggiò verso i due terrestri il più luminoso dei suoi sorrisi ed esclamò: — In fondo stiamo qui a fare tante storie solo per una questione di tempo! Sappiamo bene che le regole dei vari pianeti sono diverse. Su Venere si conosce il sesso dei 2 Naturalmente la durata della vacanza dipendeva dal fatto che solo ogni 10 anni si verificava la congiunzione astrale che permetteva all'astronabus di percorrere in linea retta il percorso Deneb- Terra. bambini dall'istante in cui vengono concepiti; sulla Terra si devono aspettare i nove mesi fino a che il bambino sia venuto alla luce3, su Deneb i 50 anni perché il giovane sia abbastanza autonomo e responsabile da sposarsi... Ma io credo che se portate Mo al Laboratorio di Scienze e Ricerche Denebiane di questa regione e spiegate i motivi, i nostri tecnici non si rifiuteranno di fargli l'analisi del sangue. Così in poco tempo potrete sapere se è maschio o femmina. Non è una cosa molto regolare, e su Deneb l'etica professionale lo vieterebbe, ma qui siamo sulla Terra. Non è un esame doloro- so e mio marito e io non abbiamo niente in contrario, anzi, vi firmiamo una dichiara- zione per autorizzarvi a farlo, se ciò può risolvere un problema che per voi è molto grave. I due terrestri respirarono sollevati. In fondo si erano allarmati per niente e tutte quelle discussioni erano state inutili. La soluzione era più semplice di quanto si pen- sasse. Mo non era un essere ambiguo e inquietante: era certamente un maschio o una bambina e prestissimo lo si sarebbe saputo e ci si sarebbe potuti comportare di conse- guenza. Chiarito l'equivoco, le due famiglie si scambiarono i soliti convenevoli, le promesse e i complimenti d'uso fra la gente civile. I due denebiani abbracciarono la loro creatura. Le raccomandarono le solite cose: di essere buona, ubbidiente, gentile... Di scrivere a casa tutti i mesi attraverso l'I.R.T.D., di avvertire se avesse avuto biso- gno di qualcosa. Era un ragazzino in gamba, ma in fondo aveva solo 29 anni denebia- ni, ed era la prima volta che si separava dalla famiglia! Mo versò qualche lacrima sulla spalla di suo padre, ma poi si fece forza, sorrise e agitò allegramente la mano, mentre guardava i genitori allontanarsi verso l'astrona- bus. Quando i due denebiani furono spariti dentro il portello del veicolo spaziale, la donna terrestre si rivolse a Mo con un sorriso affettuoso esclamando: — Non lasciarti prendere dalla nostalgia. Lo so che i primi momenti sono i più brutti. Ma vedrai che qui da noi ti divertirai un mondo! Tanto per cominciare, vieni a vedere la tua cameret- ta! 3 A dire la verità i terrestri sono impazienti e vorrebbero saperlo prima. Ma nonostante tutti i tentati- vi e gli esperimenti, ancora non sono riusciti a scoprire un metodo per sapere se una donna incinta aspetta un bambino o una bambina. A cosa gli servirebbe poi saperlo prima ancora di vedere il bambino in faccia lo sanno solo loro!
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