“””Moglie diciannovenne di un diplomatico francese, Emmanuelle si presenta come un’eroina sessualmente emancipata e culturalmente cosmopolita, in omaggio al classico binomio erotismo-esotismo. Nasce, non a caso, in un anno indefinito dei Sessanta e nel giro di poco tempo entra di prepotenza nell’immaginario collettivo contemporaneo come simbolo soft di quella liberalizzazione sessuale che all’epoca stava rivoluzionando i costumi della società occidentale. Anche se, a ben vedere, si tratta di un personaggio molto più conservatore di quel che può sembrare: la sua disinibizione, tanto naturale quanto educata dai maestri che via via incontra, si esprime infatti in ambienti rigorosamente neo-borghesi, con l’affettata disinvoltura che li contraddistingue, quasi a sancire la definitiva appropriazione da parte dei nuovi ricchi di privilegi che un tempo spettavano all’aristocrazia intellettuale e libertina.”””