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Dizionario bara - italiano PDF

437 Pages·1988·35.099 MB·Italian
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I Bara sono uomini di bella presen- za, alti e robusti, dalla pelle nera, dalla capigliatura crespa. Un tempo famosi e temuti guerrieri, si dedica- no ancora oggi alla razzia di bovini; quello che era però principalmente un exploit sportivo è purtroppo og- gi degenerato in vero e proprio bri- gantaggio. La pastorizia è ancora la principale occupazione, l'avere una bella mandria essendo il sogno di ogni uomo. L'agricoltura, in espan- sione, è incentrata sulla cultura del- la manioca e del riso. P. ELLI Luigi C.M. DIZIONARIO bara - italiano FIANARANTSOA 1988 La composizione e l'impaginazione sono state realizzate a Ambozontany — Fianarantsoa Madagasikara Foto delle tavole: P.N. Giambrone S.J. Didascalie:' P. Elli C.M. Stampato in Italia Zangarastampa - Siracusa 1988 PRESENTAZIONE "Per far del bene alle anime, bisogna poter parlare ad esse, e per parlare del Buon Dio, e delle cose interiori, bisogna sapere bene una lingua". (•Charles de Foucauld, il 15/8/1912, alla Signora de Bondy). Si può dire che questo principio missionario dell'eremita di Ta- manrasset è la fonte di questo DIZIONARIO BARA-ITALIANO di P. Luigi E Ili, CM, che ho la gioia di presentare ai Lettori. P. Luigi ELLI è arrivato nella missione di IHOSY, in paese BA- RA, nell'agosto del 1979. Il suo primo contatto con una comuni- tà cristiana nel Madagascar fu la consacrazione solenne della catte- drale di Ihosy, in occasione della festa della Madonna Assunta. Quel giorno, la liturgia della Messa celebrata da un popolo esul- tante gli permise di constatare in un modo quanto mai concreto il miracolo della Pentecoste che si perpetua in seno alla Chiesa: le varie lingue ed i vari linguaggi proclamano le grandezze di Dio. Appena raggiunto il campo offerto al suo zelo pastorale, all' esempio di tutti i missionari e con l'aiuto fraterno di uno di loro, P. Elli si mise risolutamente allo studio della lingua malgascia co- mune. Iji occasione delle sue visite alle comunità umane della regione, ha notato che questa lingua comune è capita si dalla gente, però, non essendo il parlare quotidiano di questa gente, non provoca nel cuore quella risonanza carica di simpatia prodotta dall'accen- to e dalle sonorità familiari del proprio dialetto. Allora, p. Elli si mise anche a studiare il dialetto BARA, per parlare loro di GESÙ' CRISTO attraverso la loro vita quotidiana manifestata dal loro dialetto. Ed è così che l'idea di questo dizio- nario germogliò. Ora l'opera è compiuta: "Tolle; lege" (prendi il libro e leggi!). Presentando questo DIZIONARIO BARA-ITALIANO di P. Elli tengo a sottolineare che è stato voluto innanzi tutto come strumento di evangelizzazione. La conoscenza del dialetto è cer- to frutto di studi intellettuali conformemente alle regole della lin- guistica e della filologia -e di fatto P. Elli ha beneficiato di varie ri- cerche e vari lavori fatti sull'argomento. Ma il missionario ha at- tinto la sua conoscenza soprattutto dalla gente alla quale annun- cia il VANGELO. La conoscenza della lingua è diventata così un legame di amicizia che crea l'atmosfera più favorevole all'apertura dei cuori al MESSAGGIO D'AMORE. f Jean Guy Rakotondravahatra Vescovo di Ihosy PREFAZIONE "Chiunque invocherà il nome de! Signore sarà salvato. Ora come potranno invocarlo senza prima aver creduto in lui? E come potranno credere senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?". 11 fRm, 10, 13 s) La fede e l'invocazione del nome del Signore, che portano alla salvezza, sono principalmente ope- ra della grazia e dello Spirito, perché "nessuno può dire: 'Gesù è Signore' se non sotto l'azione dello Spirito Santo" La grazia e lo Spirito fi Cor, 12,3b). però non negano la natura, ma la suppongono. Non si giunge alla fede salvifica senza aver "sentito par- lare" di Gesù e senza aver ben compreso ciò che si è sentito. E' compito e dovere di "colui che annun- zia" farsi comprendere il meglio possibile dai suoi interlocutori. Da qui l'importanza, difficilmente soprawalutabile, di una perfetta conoscenza della lingua - e non solo di quella, ma anche della menta- lità, storia, usi e costumi - della popolazione a cui è rivolto l'annuncio. Il più insignificante dialetto è, per coloro che lo parlano, lo strumento di cui si serve la grazia per far nascere la fede. E' con questo spirito, con questa intenzione, che è stata composta la presente opera: che sia un umi- le strumento a servizio della grazia di Dio e di colo- ro che lo annunciano presso i Bara. Isoanala, 27 - 02 -1986 INTRODUZIONE Il Firaisam-pokontany di isoanala - Sahanalo, nel dialetto locale - oc- cupa l'estremità meridionale del Fivondronam-pokontany di Betroka, Faritány di Tulear. Paese Bara, presenta attualmente una popolazione assai varia, con immigrati da diverse zone dell'isola: oltre ai Bara, nume- rosi sono i Tandroy,gli Antesaka, i Tanosy, i Betsileo. I Bara costituisco- no ancora la maggioranza della popolazione. Sulla trentina di clan dif- ferenti, i gruppi principali sono i Bara Marovola, divisi in tre lignaggi, uno dei quali, gli Tsiliso, abita principalmente il fokontany di Isoanala; ed i Bara Zafindrindriko, stanziati nei Fokontany di Nanarena ed Am- bararata Nord. E' presso questi gruppi che è stata svolta in massima parte la ricerca linguistica che è alla base della presente opera. I princi- pali informatori sono stati infatti A.toa Resondro Venance, anziano lonaky dei Bara Marovola di Isoanala, ed A.toa Tsaly Realy Daniel, ca- techista, Bara Zafindrindriko del villaggio di Ambararata Nord. Oltre ai numerosi manoscritti in dialetto Bara, riguardanti usi costu- mi e leggende, procuratimi dai due informatori suddetti, gran parte del matenalè che costituisce questo lavoro è stato tratto da due opere, una di R.B. RABENILAINA, Description morpho-syntaxique du Bara (Ma- dagascar), 2 voli., Tananarive-Bordeaux 1974, e l'altra di J. FAUBLEE, Récits Bara, Coli. "Travaux et mémoires de l'Institut d'*Ethnologie", 48, Paris 1947. La prima opera è frutto di una ricerca linguistica com- piuta dall'autore nel 1968 in alcuni villaggi del Fivondronam-pokontany di Beroroha, situato nel nord-ovest della regione Bara. I racconti che 8 costituiscono l'opera del Faublée sono stati raccolti tra la fine del 1938 ed i primi del 1941 nel sud-ovest del paese Bara, specialmente presso i Bara Vinda. Il confronto fra i vari testi, al di là di inevitabili differenze locali, permette di affermare una sostanziale unità di base e di parlare di "dialetto Bara". Tutta l'opera è stata poi rivista assieme con il succitato T.R. Daniel, e in parte con A.toa Laha Joseph, Bara Marovola: entrambi ringrazio qui per l'aiuto generoso e la disponibilità. Il Dizionario procede per radicali, metodo che ho considerato il più razionale ed il più adatto alla struttura del dialetto Bara. Sotto ogni ra- dicale sono elencate le forme verbali, i modi di dire, i proverbi più usua- li; il tutto, quando possibile, corredato da esempi. Per la trascrizione ho seguito in generale i criteri usati da R.B. RABE- NILAINA ed esposti alle pp. 3s del primo volume della sua opera, alla quale rimando. Ho semplificato non segnando le vocali nasalizzate ed unificando sotto il segno fi sia la n velare che la n palatale. Ho quasi eli- minato la lettera / (pronunciata come z in 'zio'), avendo notato la ten- denza, specialmente presso gli Zafindrindriko, di pronunciare sempre z (pronunciata come s in 'rosa'); da qui una trascrizione che a volte può stupire, ma che ritengo più fedele alla parlata reale: pazaka perpanjaka mamozy per mamonjy azara per anjara. 9

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