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DigitalBook LE RIVELAZIONI DEGLI SPIRITI di Allan Kardec PDF

642 Pages·2016·2.94 MB·Italian
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LE RIVELAZIONI DEGLI SPIRITI di Allan Kardec VOLUME I 1 INTRODUZIONE ALLA PRIMA EDIZIONE Pubblicata nel gennaio 1868 Questa nuova opera è un altro passo avanti nelle conseguenze e nelle applicazioni dello Spiritismo. Come indica il titolo, ha come scopo lo studio di temi fino ad oggi interpretati e commentati in modi diversi: La Genesi, i miracoli e le profezie, nel loro rapporto con le leggi nuove, tratte dall’osservazione dei fenomeni spiritici. Due sono gli elementi, o se si preferisce, due sono le forze che reggono l’universo: l’elemento spirituale e l’elemento materiale: dall’azione simultanea di questi due principi nascono speciali fenomeni che sono inspiegabili naturalmente, se si fa astrazione da uno dei due elementi, esattamente come la formazione di uno dei suoi due elementi costitutivi, l’ossigeno e l’idrogeno. Lo Spiritismo, dimostrando l’esistenza del mondo spirituale e i suoi rapporti con il mondo materiale, permette di comprendere una quantità di fenomeni incompresi, e di conseguenza considerati inammissibili da una certa categoria di pensatori. Fatti del genere abbondano nelle Scritture, e non conoscendo la legge che li regola, i commentatori dei due campi opposti, aggirandosi incessantemente entro la stessa cerchia di idee, gli uni facendo astrazione dai dati positivi della scienza, gli altri facendo astrazione dal principio spirituale, non hanno potuto giungere ad una soluzione razionale. Questa soluzione sta nell’azione reciproca dello spirito e della materia. Ciò toglie, è vero, il loro carattere sovrannaturale a moltissimi di questi fatti; ma che cosa è dunque meglio: ammetterli come conseguenze delle leggi della natura, oppure respingerli completamente? Il loro rifiuto assoluto comporta anche il rifiuto della base stessa dell’edificio, mentre la loro ammissione a questo titolo sopprime soltanto i fattori accessori e lascia intatta la base. Ecco perché lo Spiritismo riconduce tanta gente alla fede nelle verità che in precedenza considerava come utopie. La presente opera è quindi, come abbiamo già precisato, un complemento delle applicazioni dello Spiritismo da uno speciale punto di vista. Il materiale era pronto, o almeno era stato elaborato, da moltissimo tempo, ma non era ancora venuto il momento di pubblicarlo. Era necessario, in primo luogo, che le idee destinate a costituirne la base fossero giunte a maturazione, e inoltre bisognava tenere conto dell’opportunità delle circostanze. Lo Spiritismo non ha ne misteri ne teorie segrete: tutto vi deve essere detto apertamente, alla luce del sole, perché ciascuno possa giudicare con conoscenza di causa; ma 1 VOLUME I 2 ogni cosa deve venire a suo tempo. Una soluzione data alla leggera, prima che la questione sia stata completamente delucidata, sarebbe una causa di ritardo, più che di avanzamento. Nel caso presente, l’importanza stessa dell’argomento imponeva di evitare ogni precipitazione. Prima di addentrarci nella discussione, abbiamo ritenuto necessario definire in modo netto il rispettivo ruolo degli Spiriti e degli uomini nell’opera della nuova dottrina: queste considerazioni preliminari, che scartano ogni idea di misticismo, costituiscono l’oggetto del primo capitolo, intitolato Caratteri della rivelazione spiritica: richiediamo, su questo punto, un’attenzione seria, perché in un certo senso questo è il nocciolo della questione. Nonostante la parte che spetta all’attività umana nell’elaborazione di questa dottrina, l’iniziativa appartiene agli Spiriti, ma non è formata dall’opinione personale di alcuni di essi; non è, e non può essere, altro che il risultato del loro insegnamento collettivo e concordante. Soltanto a questa condizione, si può dire che sia la dottrina degli Spiriti: altrimenti non sarebbe altro che la dottrina di uno Spirito, e non avrebbe che il valore di una opinione personale. La generalità e la concordanza nell’insegnamento: questo è il carattere essenziale della dottrina, la condizione stessa della sua esistenza; ne consegue che ogni principio che non abbia ricevuto la consacrazione del controllo della generalità non può essere considerato come parte integrante della dottrina stessa, ma soltanto come una semplice opinione isolata, di cui lo Spiritismo non può assumersi la responsabilità. E’ questa collettività concordante dell’opinione degli Spiriti, passata inoltre al vaglio della logica, a costituire la forza della dottrina spiritista e ad assicurarne la perpetuità. Perché essa cambiasse, sarebbe necessario che la generalità degli Spiriti cambiasse opinione, che gli Spiriti venissero, un giorno, ad affermare il contrario di ciò che hanno detto: poiché la dottrina ha origine nell’insegnamento degli Spiriti, potrebbe soccombere soltanto se gli Spiriti cessassero di esistere. E’ per l’appunto questo che la farà sempre sopravvivere ai sistemi personali, i quali non hanno, invece, radici ovunque. Il Libro degli Spiriti ha visto consolidarsi la sua credibilità solo perché è l’espressione di un pensiero collettivo generale: nel mese di aprile 1867, ha visto compiersi il suo primo periodo decennale; in questo intervallo di tempo, i principi fondamentali dei quali ha gettato le basi sono stati successivamente completati e sviluppati, grazie all’insegnamento progressivo degli Spiriti, e 2 nessuno di essi è stato smentito dall’esperienza: tutti, senza eccezione, sono rimasti ben saldi, più vitali che mai; al contrario, di tutte le idee contraddittorie che ci si è sforzati di contrapporvi, non ve ne è stata una sola VOLUME I 3 che sia riuscita a prevalere, proprio perché da ogni parte veniva insegnato il contrario. Ecco un risultato caratteristico, che noi possiamo proclamare senza vanità, poiché non ne abbiamo mai attribuito il merito, a noi stessi. Dato che gli stessi scrupoli hanno ispirato la redazione delle altre nostre opere, abbiamo potuto affermare che esse erano secondo lo Spiritismo, poiché eravamo certi che fossero conformi all’insegnamento generale degli Spiriti. E’ appunto grazie ad esso che noi possiamo, per motivi identici, presentare quest’opera come il complemento delle precedenti, con l’eccezione, tuttavia, di alcune teorie tuttora ipotetiche, che abbiamo avuto cura di indicare come tali, e che devono essere considerate soltanto opinioni personali, fino a quando saranno state confermate o smentite, per non farne ricadere la responsabilità sulla dottrina. Del resto, i lettori assidui della Revue Spirite avranno già potuto trovarvi, in abbozzo, la maggior parte delle idee che sono sviluppate nella presente opera, così come è avvenuto per quelle precedenti. La Revue Spirite è spesso, per noi, un terreno di prova, destinato a sondare l’opinione degli uomini e degli Spiriti su certi principi, prima di ammetterli come parti integranti della dottrina. Nota: I dati scientifici contenuti in quest’opera sono del 1867. Il lettore dovrà naturalmente tener conto degli ultimi progressi della scienza. VOLUME I 4 LA GENESI DELLO SPIRITISMO 1 - CARATTERI DELLA RIVELAZIONE SPIRITICA 1 - Si può considerare lo Spiritismo come una rivelazione? In questo caso, qual è il suo carattere? Su che cosa è fondata la sua autenticità? A chi ed in che modo è stata fatta? La dottrina spiritica è una rivelazione nel senso teologico della parola, è cioè sotto ogni aspetto il prodotto di un insegnamento occulto venuto dall’alto? E’ assoluta oppure è suscettibile di modificazioni? Recando agli uomini la verità già costituita, la rivelazione non impedirà loro di servirsi delle proprie facoltà, poiché risparmierà loro il lavoro di ricerca? 3 Quale può essere l’autorità dell’insegnamento degli Spiriti, se questi non sono infallibili e superiori all’umanità? Qual è l’utilità della morale che essi predicano, se tale morale non è altro che quella di Cristo, già nota a tutti? Quali sono le verità nuove che ci apportano? L’uomo ha bisogno di una rivelazione, e non può trovare in se stesso e nella propria coscienza tutto ciò che gli è necessario per comportarsi bene? Questi sono i problemi su cui bisogna avere le idee chiare. 2 - Definiamo, per prima cosa, il significato della parola «rivelazione». Rivelare, dal latino revelare, che ha per radice velum, velo, significa alla lettera «uscire di sotto al velo» e, figurativamente, scoprire, fare conoscere una cosa segreta o ignota. Nella sua accezione comune più diffusa, si dice di tutte le cose ignote che vengono rese di dominio pubblico, di tutte le idee nuove che mettono sulla strada di qualcosa che non si sapeva. Da questo punto di vista, tutte le scienze che ci fanno conoscere i misteri della natura sono altrettante rivelazioni, e si può dire che vi sia, per noi, una rivelazione incessante: l’astronomia ci ha rivelato il mondo delle stelle, che non conoscevamo; la geologia ci ha rivelato la formazione della terra; la chimica, la legge delle affinità; la fisiologia, le funzioni dell’organismo, ecc.: Copernico, Galileo, Newton, Laplace, Lavoisier sono altrettanti rivelatori. 3 - Il carattere essenziale di tutte le rivelazioni deve essere la verità. Rivelare un segreto significa fare conoscere un fatto: se è una cosa falsa, non è un fatto, VOLUME I 5 e di conseguenza non vi è rivelazione. Ogni rivelazione smentita dai fatti non è tale; se è stata attribuita a Dio, poiché Dio non può né mentire né ingannarsi, non può promanare da lui; bisogna allora considerarla come il prodotto di una concezione umana. 4 - Qual è il ruolo del professore nei confronti dei suoi allievi, se non quello di rivelatore? Egli insegna loro ciò che non sanno, che non avrebbero né il tempo né la possibilità di scoprire da soli, perché la scienza è l’opera collettiva dei secoli e di una moltitudine di uomini ognuno dei quali ha apportato il proprio contingente di osservazioni, e di cui traggono profitto quanti vengono dopo di loro. L’insegnamento è quindi, in realtà, la rivelazione di certe verità scientifiche o morali, fisiche o metafisiche, fatta da uomini che le conoscono ad altri che le ignorano, e che senza la rivelazione le avrebbero ignorate per sempre. 4 5 - Ma il professore non insegna se non ciò che egli stesso ha appreso; è un rivelatore di secondo grado. L’uomo di genio insegna ciò che egli stesso ha scoperto; è un rivelatore di primo grado: apporta la luce che, a poco a poco, si divulga. Dove sarebbe l’umanità, senza le rivelazioni degli uomini di genio che appaiono di tanto in tanto? Ma che cosa sono gli uomini di genio? Perché sono uomini di genio? Da dove vengono? Che cosa diventano? Osserviamo che, in maggioranza, portano con sé, nascendo, facoltà trascendenti e conoscenze innate, che un po’ di lavoro basta a fare sviluppare. Essi appartengono veramente all’umanità, poiché nascono, vivono e muoiono come tutti noi. Ed allora, dove mai hanno attinto quelle conoscenze che non hanno potuto acquisire durante la loro esistenza? Si dovrà affermare dunque, con i materialisti, che il caso ha dato loro la materia cerebrale in quantità maggiore e di migliore qualità? In questo caso, essi non avrebbero più merito di quanto ne possa avere un legume che è più grosso e più saporito degli altri. Si dovrà dire allora, con certi spiritualisti, che Dio li ha dotati di un’anima più favorita rispetto a quella della maggior parte degli uomini? Anche questa è una supposizione estremamente illogica, poiché renderebbe Dio colpevole di parzialità e di favoritismi. L’unica soluzione razionale di questo problema sta nella preesistenza dell’anima e nella pluralità delle esistenze. L’uomo di genio è uno Spirito che ha vissuto più a lungo; che di conseguenza ha acquisito di più, ha progredito di più rispetto a coloro che sono meno avanzati. Incarnandosi, egli apporta ciò che sa, e poiché sa molto più degli altri, senza VOLUME I 6 avere bisogno di apprendere, è quello che viene chiamato generalmente un uomo di genio. Tuttavia, ciò che egli sa è purnondimeno il frutto di un lavoro anteriore, non il risultato di un privilegio. Prima di rinascere, quindi, egli era uno Spirito avanzato; si reincarna, sia per fare beneficiare anche gli altri di ciò che sa, sia per acquisire nuove conoscenze. Gli uomini progrediscono incontestabilmente per merito proprio e grazie agli sforzi della loro intelligenza: ma, poiché si affidano alle loro sole forze, ottengono un progresso che è molto lento, se non vengono aiutati da uomini più progrediti, così come lo scolaro è aiutato dai suoi professori. Tutti i popoli hanno avuto i loro uomini di genio, che in epoche diverse sono venuti a dar loro un nuovo impulso ed a trarli dall’inerzia. 6 - Se si ammette la sollecitudine di Dio per le sue creature, perché non si dovrebbe ammettere che Spiriti capaci, grazie alla loro energia ed alla 5 superiorità delle loro conoscenze, di fare progredire l’umanità, si incarnino per volontà di Dio al fine di contribuire al progresso in un senso determinato; perché non si dovrebbe ammettere che essi vengano incaricati di una missione, come un ambasciatore ne viene incaricato dal suo sovrano? Questa è per l’appunto la funzione dei grandi geni. Che cosa vengono a fare, se non ad insegnare agli uomini verità che quelli ignorano, e che avrebbero continuato ad ignorare ancora per lunghissimi periodi; se non per donare loro una base grazie alla quale potranno elevarsi più rapidamente? Questi geni, che appaiono nei secoli come stelle fulgidissime, lasciando dietro di sé una lunga scia luminosa protesa sull’umanità, sono missionari o, se si vuole, messia. Le cose nuove che essi insegnano agli uomini, sia nell’ordine fisico, sia nell’ordine filosofico, sono rivelazioni. Se Dio suscita rivelatori per le verità scientifiche, a maggior ragione egli può suscitarne anche per le verità morali, che costituiscono uno degli elementi essenziali del progresso. Costoro sono i filosofi, le cui idee hanno varcato i secoli. 7 - Nel campo particolare della fede religiosa, la rivelazione riguarda soprattutto quelle cose spirituali che l’uomo non può conoscere da solo, che non può scoprire per mezzo dei propri sensi, e la cui conoscenza gli è concessa da Dio o dai suoi messaggeri, sia per mezzo della parola diretta, sia per mezzo dell’ispirazione. In questo caso, la rivelazione è sempre fatta ad uomini privilegiati, designati sotto il nome di profeti o messia, cioè inviati, missionari, che hanno la missione di trasmettere la rivelazione stessa agli VOLUME I 7 uomini. Considerata da questo punto di vista, la rivelazione implica la passività assoluta: la si accetta senza controllo, senza esame, senza discussione. 8 - Tutte le religioni hanno avuto i loro rivelatori, e benché tutti siano ben lungi dall’aver conosciuto tutta la verità, avevano la loro ragion d’essere provvidenziale; poiché erano adeguati al tempo e all’ambiente in cui essi vivevano, alla particolare mentalità dei popoli ai quali si rivolgevano, ed ai quali essi erano relativamente superiori. Nonostante gli errori contenuti nelle loro dottrine, essi hanno purtuttavia scosso gli spiriti, e di conseguenza hanno gettato i semi del progresso che più tardi dovevano svilupparsi, o che un giorno si svilupperanno, alla luce del Cristianesimo. E’ quindi un errore scagliare contro di loro l’anatema in nome dell’ortodossia, poiché verrà un giorno in cui tutte queste credenze, tanto diverse per la forma ma tutte 6 fondate in realtà sullo stesso principio fondamentale di Dio e dell’immortalità dell’anima, si fonderanno in una grande, immensa unità, quando la ragione avrà trionfato dei pregiudizi. Sfortunatamente le religioni sono sempre state strumenti di dominazione; il ruolo di profeta ha tentato le ambizioni secondarie, e si è assistito all’avvento di una moltitudine di pretesi rivelatori o messia, i quali, grazie al prestigio di questo nome, hanno sfruttato la credulità altrui a tutto profitto del loro orgoglio, della loro cupidigia o della loro pigrizia, poiché trovavano più comodo vivere a spese delle loro vittime. A questo proposito, richiamiamo l’attenzione sul capitolo XXI del Vangelo secondo gli Spiriti, «Vi saranno falsi Cristi e falsi profeti». 9 - Vi sono state rivelazioni dirette di Dio agli uomini? una questione che noi non oseremmo risolvere, né affermativamente né negativamente, in modo assoluto. Non si tratta di una cosa radicalmente impossibile, ma non vi è nulla che ne offra la prova certa e inconfutabile. Ciò che non può essere dubbio, invece, è che gli Spiriti più vicini a Dio in fatto di perfezione si compenetrano del suo pensiero e possono trasmetterlo. In quanto ai rivelatori incarnati, a seconda dell’ordine gerarchico cui appartengono e del grado delle loro conoscenze personali, possono attingere l’insegnamento da ciò che essi sanno, oppure possono riceverlo da Spiriti più elevati, cioè da messaggeri diretti da Dio. Questi ultimi, venuti a parlare in nome di Dio, possono essere stati scambiati talvolta per Dio stesso. Questa specie di comunicazioni non ha assolutamente nulla di strano per VOLUME I 8 chiunque conosca i fenomeni spiritici e il modo in cui si stabiliscono i rapporti tra gli incarnati ed i disincarnati. Le istruzioni possono venire trasmesse con mezzi diversi: per mezzo dell’ispirazione pura e semplice, per mezzo della parola, per mezzo della vista degli Spiriti istruttori nelle visioni e nelle apparizioni, sia in sogno, sia nello stato di veglia, come si vede in numerosissimi esempi ricordati nella Bibbia, nel Vangelo e nei libri sacri di tutti i popoli. E’ quindi rigorosamente esatto dire che in maggioranza i rivelatori sono medium ispirati, auditivi o veggenti; da questo non consegue affatto che tutti i medium siano anche rivelatori, e meno ancora intermediari diretti della Divinità o suoi messaggeri. 10 - Soltanto i puri Spiriti ricevono la parola di Dio e hanno la missione di trasmetterla; ma si sa benissimo che non tutti gli Spiriti sono perfetti, e ve ne sono molti che si spacciano per ciò che non sono: è appunto questo che ha 7 fatto dire a san Giovanni: «Non credete a tutti gli Spiriti, ma per prima cosa accertate se sono Spiriti di Dio» (Ep. I, cap. IV, vs. 4). Vi possono quindi essere rivelazioni serie e autentiche, così come ve ne sono di apocrife e menzognere. Il carattere essenziale della rivelazione divina è l’eterna verità. Ogni rivelazione macchiata di errore oppure soggetta a cambiamento non può emanare da Dio. E’ per questo che i comandamenti del Decalogo hanno tutti i caratteri della loro origine, mentre le altre leggi mosaiche, essenzialmente transitorie, e spesso in contraddizione con la legge del Sinai, sono l’opera personale e politica del legislatore ebreo. Quando i costumi e le consuetudini del popolo si sono addolciti, queste leggi sono cadute in disuso da sole, mentre il Decalogo è rimasto eretto, come il faro dell’umanità. Cristo ne ha fatto la base del suo edificio, mentre ha abolito le altre leggi. Se queste ultime fossero state veramente opera di Dio, egli si sarebbe ben guardato dal toccarle. Cristo e Mosè sono i due grandi rivelatori che hanno cambiato faccia al mondo, e in questo sta la prova della loro missione divina. Un’opera puramente umana non avrebbe avuto certo un simile potere. 11 - Una rivelazione importante si compie nell’epoca attuale: è quella che ci mostra la possibilità di comunicare con gli esseri appartenenti al mondo spirituale. Questa conoscenza non è nuova, senza dubbio; ma fino ai nostri giorni è rimasta, per così dire, bloccata allo stato di lettera morta, senza che l’umanità potesse trarne alcun profitto. L’ignoranza delle leggi che reggono questi rapporti l’aveva sepolta sotto le superstizioni: l’uomo era incapace di trarne una qualsiasi deduzione salutare; spettava alla nostra epoca liberarla VOLUME I 9 dei suoi accessori ridicoli, comprenderne la portata, e farne scaturire la luce che doveva illuminare la strada dell’avvenire. 12 - Lo Spiritismo, che ci ha fatto conoscere il mondo invisibile che ci circonda e in mezzo al quale noi viviamo senza saperlo, le leggi che lo regolano, i suoi rapporti con il mondo visibile, la natura e lo stato degli esseri che l’abitano, e di conseguenza il destino dell’uomo dopo la morte, è un’autentica rivelazione nell’accezione scientifica della parola. 13 - Per sua stessa natura, la rivelazione spiritista ha un duplice carattere: ha contemporaneamente della rivelazione divina e della rivelazione scientifica. Ha della prima, in quanto il suo avvento è provvidenziale, e non è il risultato dell’iniziativa e di un disegno premeditato dell’uomo; perché i punti fondamentali della dottrina sono il risultato dell’insegnamento impartito 8 dagli Spiriti incaricati da Dio di illuminare gli uomini su cose che essi ignoravano, che non avrebbero potuto imparare da soli, e che debbono conoscere quando sono maturi per comprenderle. Ha della seconda, in quanto questo insegnamento non è il privilegio di un singolo individuo, ma è impartito a tutti con lo stesso mezzo; perché coloro che lo trasmettono e coloro che lo ricevono non sono affatto esseri passivi dispensati dall’attività di osservazione e di ricerca; perché non rinnegano affatto né il loro giudizio né il loro libero arbitrio; perché non è affatto vietato loro di effettuare il controllo, ma al contrario questo viene loro raccomandato; e infine perché la dottrina non è stata dettata tutta di un pezzo, né imposta alla fede cieca, anzi è stata dedotta, grazie al lavoro dell’uomo, dall’osservazione dei fatti che gli Spiriti gli pongono sotto gli occhi, e dalle istruzioni che essi gli impartiscono, e che egli studia, commenta, confronta, traendone poi egli stesso le conseguenze e le applicazioni. Per dirla in breve, ciò che caratterizza la rivelazione spiritista è il fatto che la sua fonte è divina, l’iniziativa appartiene agli Spiriti, e l’elaborazione è opera dell’uomo. 14 - Per quanto riguarda i mezzi di elaborazione, lo Spiritismo procede esattamente allo stesso modo delle scienze positive; vale a dire applica il metodo sperimentale. Si presentano fatti di un ordine nuovo, che non possono venire spiegati sulla base delle leggi conosciute: allora li osserva, li compara, li analizza e, risalendo dagli effetti sino alle cause, giunge a scoprire la legge che li regola; poi ne deduce le conseguenze e ne ricerca le applicazioni VOLUME I 10 utili. Non stabilisce teorie preconcette: perciò non ha posto come ipotesi né l’esistenza e l’intervento degli Spiriti, né il perispirito, né la reincarnazione, né alcun principio della dottrina: ha concluso che gli Spiriti esistessero quando la loro esistenza si è imposta chiaramente attraverso l’osservazione dei fatti; e lo stesso si può dire di tutti gli altri principi. Non sono i fatti che sono venuti, a posteriori, a confermare la teoria; è la teoria che è venuta successivamente per spiegare e riassumere i fatti. E’ quindi rigorosamente esatto affermare che lo Spiritismo è una scienza d’osservazione, e non il prodotto dell’immaginazione. Le scienze possono compiere seri progressi soltanto quando il loro studio è basato sul metodo sperimentale; ma fino ad oggi si è creduto che tale metodo fosse applicabile solo alla materia, mentre lo si può applicare anche alle cose metafisiche. 15 - Citiamo un esempio. Nel mondo degli Spiriti si verifica un fatto molto 9 singolare, che certamente nessuno avrebbe mai sospettato: vi sono Spiriti che credono di non essere affatto morti. Ebbene, gli Spiriti superiori, che conoscono perfettamente tale fenomeno, non sono mai venuti ad avvertire in anticipo: «Vi sono Spiriti i quali credono di vivere ancora la vita terrena, hanno conservato i loro gusti, le loro abitudini e i loro istinti»; hanno invece provocato la manifestazione di Spiriti appartenenti a questa categoria, perché potessimo osservarli. Quando si è visto così che vi erano Spiriti incerti della loro condizione, o convinti di appartenere ancora a questo mondo, dagli esempi è stato possibile ricavare la regola. La molteplicità dei fatti analoghi ha provato che non si trattava affatto di un’eccezione, bensì di una delle fasi della vita spiritica; ha permesso di studiare tutte le varietà e tutte le cause di quest’illusione singolarissima; di riconoscere che tale situazione è soprattutto appannaggio di Spiriti moralmente poco progrediti, e che è tipica di certi generi di morte; che è soltanto temporanea, ma può durare giorni, mesi e anche anni. E’ in questo modo che la teoria è nata dall’osservazione. Lo stesso si può dire a proposito di tutti gli altri principi della dottrina. 16 - Così come la scienza propriamente detta ha per oggetto lo studio delle leggi del principio materiale, l’oggetto speciale dello Spiritismo è la conoscenza delle leggi del principio spirituale; ora, poiché quest’ultimo principio è una delle forze della natura, che agisce incessantemente sul principio materiale, e viceversa, ne consegue che la conoscenza dell’uno non può essere completa senza la conoscenza dell’altro. Lo Spiritismo e la scienza si completano a vicenda: senza lo Spiritismo, la scienza si trova nell’impossibilità di spiegare certi fenomeni per mezzo delle sole leggi della VOLUME I 11 materia; senza la scienza, lo Spiritismo sarebbe privo di appoggio e di controllo. Lo studio delle leggi della materia doveva precedere quello della spiritualità, perché è appunto la materia che colpisce soprattutto i sensi. Lo Spiritismo, se fosse venuto prima delle scoperte scientifiche, sarebbe stato un’opera abortita, come tutto ciò che precorre i tempi. 17 - Tutte le scienze si concatenano e si succedono in un ordine razionale: nascono le une dalle altre, via via che trovano un punto d’appoggio nelle idee e nelle conoscenze preesistenti. L’astronomia, una delle primissime scienze che siano state coltivate dall’uomo, è rimasta legata ai suoi errori infantili fino a quando la fisica è sopravvenuta a rivelare la legge delle forze degli agenti naturali; la chimica, che non può nulla senza la fisica, doveva succederle immediatamente, per procedere poi al suo fianco, accordandole e ricevendone 10

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LE RIVELAZIONI DEGLI SPIRITI di Allan Kardec. VOLUME I. 1 Questa concentrazione spontanea delle forze sparse ha dato luogo ad una.
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