È la primavera del 2003 e Max ed Elena sono appena tornati dalla cerimonia degli Oscar nella loro bella casa sulle colline di Hollywood. Regista e sceneggiatore, Max è un habitué della notte delle statuette, dopo averne vinta una per la migliore sceneggiatura negli anni Settanta con Grace, un film che ha fatto addirittura capolino in qualche lista dei «cento migliori film del XX secolo». Per Elena, invece, che scrive manuali di sopravvivenza (l’ultimo a cui sta lavorando si intitola Come fare tutto nel modo giusto), quella era la prima volta. È rimasta colpita non dal glamour delle tante stelle presenti, ma dal turbamento di Michael Moore per i fischi ricevuti dopo il discorso contro Bush e la guerra in Iraq: un conflitto che Elena trova «stupido», e Max del tutto «privo di strategia». Meglio rifugiarsi in casa propria, lontani dal bombardamento dei media di mezzo mondo. Anche perché in quella residenza che scende a strapiombo lungo il fianco della montagna, con una vista che spazia fino al Getty Museum, cinque camere da letto, una dépendance per gli ospiti, una piscina sul fianco del monte che riflette la luce mattutina, due giardini: quello delle erbe aromatiche e quello giapponese, la coppia aspetta un bel po’ di amici e parenti: Charlie, l’amico di infanzia di Max, fresco separato dalla moglie che spera di ringiovanire con una dieta a base di vitamine; Zoe, la ex moglie capricciosa diva del cinema; Paul, il suo accompagnatore, istruttore di yoga e ciarlatano; Isabel, la figlia ventitreenne di Max; Stoney, l’agente del padre, che ha sedici anni piú di Isabel e una storia con lei; Delphine, la madre di Zoe che spara sentenze come fosse un oracolo… Un gruppo ben assortito di americani del nuovo millennio che trascorrerà dieci giorni sulle colline a guardare film, interrogarsi su diete e regimi alimentari, indulgere in prolungati rapporti sessuali e, soprattutto, a spettegolare su ogni cosa, Hollywood, il cinema, l’eros, l’amicizia, la guerra e lo stato del mondo e sognare, come Max che vorrebbe fare un film intitolato My Lovemaking with Elena, di fare delle loro effimere esistenze un’opera d’arte. Graffiante satira della società in cui viviamo, Dieci giorni sulle colline costituisce una splendida conferma del talento di Jane Smiley, una delle maggiori scrittrici americane contemporanee.