Dramma in cinque atti di Anton CECHOV Riduzione di Gianfranco De Bosio e Gianrenzo Morteo dalla traduzione di Alberto Carpitella da IL DRAMMA n. 268 - Gennaio 1959 Anna Petròvna Voinìtseva (vedova del Generale Voinìtsev) Serghèi Pàvlovic Voinìtsev (figlio di primo letto del Generale) Sòfia Egòrovna (sua moglie) Porfìri Semionòvic Glagòlev (vecchio banchiere molto ricco) Kirìll Porfìrievic Glagòlev (suo figlio) Mària Efìmovna Grèkova (giovane proprietaria) Abràm Abràmovic Vengheròvic (ricco ebreo) Timofèi Gordèievic Bùgrov (commerciante) Mikhàil Vassìlievic Platònov (maestro di scuola) Aleksàndra Ivànovna (Sàscia, sua moglie) Nikolài Ivànovic Trilètski (giovane medico, fratello di Aleksàndra Ivànovna) Osip (giovane ladro di cavalli) Màrko (commissario del giudice di pace) Vassìli (domestico di casa Voinìtsev) Iàkov ((domestico di casa Voinìtsev) Kàtia (domestica di casa Voinìtsev) L'azione si svolge nella proprietà dei Voinìtsev in un governatorato meridionale russo, nel 1881. • 1° atto: in giugno • 2°- 3° atto: dopo 15 giorni, nella stessa notte • 4° atto: 3 settimane dopo • 5° atto: il pomeriggio del giorno seguente. * Tutti i diritti riservati. IL PRIMO DEI PERSONAGGI FALLITI CECHOVIANI Gli amori di Platònov, o meglio il dramma che noi intitoliamo così (il titolo originale è andato perduto con il frontespizio del manoscritto) sono la più antica opera drammatica di Cechov giunta fino a noi. Essa fu composta negli anni 1880-81 quando lo scrittore, appena ventenne, da poco era giunto a Mosca dalla nativa Taganròg per iscriversi alla facoltà di medicina. In quel medesimo torno di tempo il nome di Cechov, o piuttosto il suo pseudonimo Antosa Cechonte, cominciava ad appa- rire sui giornali e sulle riviste in calce alle prime novelle. Sappiamo che il giovane studente in medicina inviò il manoscritto del dramma ad una attrice del Malyj Teatr, M. N. Ermòlova, e che costei, invece di rappresentarlo, lo restituì all'autore consigliando alcuni rimaneggiamenti. Cechov, sbollito il primo impeto di collera, seguì il consiglio e a più riprese negli anni seguenti rimise le mani nel dramma (sono state individuate tracce di almeno tre distinte revisioni) senza tuttavia giungere mai a dargli una forma definitiva. L'opera difatti durante la vita dell'autore non fu né rappresentata né data alle stampe. Molti anni più tardi, rinvenuto negli archivi centrali di Mosca, dove nel frattempo le carte dello scrittore erano state accolte, il manoscritto venne pubblicato per la prima volta nel 1923 in un'edizione critica, cioè rispettosa di tutte le numerosissime varianti. Dieci anni dopo, nel 1933, il dramma ricomparve nel XII volume delle opere di Cechov, a cura delle Edizioni Statali di Letteratura. Tale edizione, che è quella su cui ha lavorato il traduttore Alberto Carpitella, riproduce soltanto l'ultima, anche se non definitiva, redazione dell'autore, la sola quindi alla quale sia oppor- tuno attenersi. L'interesse che presenta questo dramma giovanile di Cechov è indubbio. In esso infatti sono chiaramente individuabili in embrione tutti i temi fondamentali del grande drammaturgo russo: una sorta di matassa fermentante, forse convulsa, dalla quale però si dipanerà, attraverso un processo di progressiva purificazione spirituale e poetica, la limpida trama che intesserà i capolavori, dallo Zio Vania al Giardino dei ciliegi. Gli amori di Platònov sono un punto di partenza; e vien fatto di pensare che il giovane Cechov abbia dato fuori qui, rivelando una precoce, mirabile ed istintiva sensibilità, tutto ciò che gli urgeva nell'animo e nella mente: esame di coscienza di un genio che vuole misurare le proprie forze e fare ordine in se stesso. Il personaggio che campeggia al centro del dramma, Platònov, è il primo grande « fallito » cechoviano. Spirito tormentato, contraddittorio, irrequieto, fondamentalmente debole, anzi abulico. Un'intelligenza e una coscienza sciupate che ribollono rabbiosamente nelle pastoie dello smarrimento e della viltà morale. C'è qualcosa di tragico, di beffardo e al medesimo tempo di penoso nella figura di questo eroe, nelle sue velleità di riscatto, sempre in bilico tra genialità e istrionismo. Disgusto e insofferenza per la propria sorte (lui, l'uomo superiore, finito maestro di villaggio); affannoso desiderio di rinnovare la propria vita; incapacità di compiere ogni gesto decisivo. Illusione di trovare nel prossimo - nelle donne - la soluzione dei propri problemi. Attorno, una piccola folla, il mondo della vecchia provincia russa, petulante e pittoresco, intessuto di decoro, di smanie, di infingimenti, intriso di vodka, rapace ed abitudinario. Russia 1880: epoca di transizione, annuncio di crisi, cultura francese dilagante, compromissione di romanticismo e positivismo, contrasto tra la vecchia e la giovane generazione. Un mondo concluso, ai margini del tempo, quello che ci presenta il dramma. Magnifico, quando si chiama Anna Petròvna, frutto maturo di una società esausta; selvaggio e scomposto, quando assume il sembiante di Osip, il bandito. Platònov è la vittima di se stesso e di questo mondo. Anche se l'abiezione, spavalda e pusillanime, è il suo modo di essere, egli non è una creatura abietta. In lui la lotta non conosce tregua (ed è questo tormento, questo tumulto, che lascia indovinare profondità e possibilità inconsuete, ad affascinare e turbare le donne che lo circondano). Sterile lotta di un uomo fragile, sprovveduto e velleitario, in un'epoca di crisi, cosciente che qualche cosa sta crollando e incapace sia di correre ai ripari, sia di proporre a se stesso, non fosse che nell'illusione di una speranza, la luce di una soluzione. Qui affiora un tema che costituirà uno dei motivi di fondo di tutto il grande teatro cechoviano. L'opera, così com'è rimasta nel manoscritto originale, è smoderatamente copiosa; il rappresentarla integralmente richiederebbe quasi sei ore. Per questa ragione, ed anche per la sovrabbondanza verbosa del testo, era indispensabile procedere ad una riduzione. A differenza di altri riduttori che ci hanno preceduti e che non hanno esitato in taluni casi a rimaneggiare largamente il copione alte- randone non poco la fisionomia, noi ci siamo limitati a sfrondare, in modo da estrarre le linee essenziali del dramma e riportarlo al medesimo tempo nei limiti di durata di un normale spettacolo. Abbiamo lavorato, è ovvio, non perdendo mai d'occhio le caratteristiche dialogiche e strutturali del Cechov maggiore ed abbiamo cercato di avvicinarci, in spirito di profonda reverenza, alla sua sobrietà. Tuttavia abbiamo evitato di snaturare il dramma giovanile e di trasformarlo in un simulacro di dramma dell'età matura: in altre parole non abbiamo soppresso neppure una scena per la sola ragione che dieci, venti anni più tardi Cechov non l'avrebbe più scritta. La nostra unica preoccupazione è stata di eliminare il soverchio e di attenuare alcune troppo evidenti ingenuità tecniche. Abbiamo ugualmente rispettato l'accentuazione melodrammatica della vicenda, tanto più che essa in questo testo è combattuta efficacemente da una costante vena grottesca. Ci pare che l'opera meritasse di essere riesumata. Il suo interesse non è esclusivamente di natura culturale, né circoscritto alla cerchia degli specialisti di studi cechoviani. Anche se questo dramma, impetuoso sfogo giovanile, non conosce la misura dei futuri capolavori, indulge al romanticismo, a tratti alza la voce, non disdegna i grossi effetti, basta tendere l'orecchio per udire attraverso il frastuono la vera voce del poeta, e sentire come dietro Platònov, dietro questo istrione del dolore, si celi l'autentico smarrimento di un'anima alla ricerca di se stessa. Gianfranco De Bosio e Gian Renzo Morteo HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT 1881 Giardino di Casa Voinìtsev. panchine, sedie, tavolini. di lato la facciata della villa. Tarda mattina di fine giugno. Sono in scena Anna Petròvna Voinìtsev e Nikolài Ivànovic Trilètski. su un tavolo, un giuoco di scacchi. ATTO PRIMO NIKOLÀI Che cosa avete Anna Petròvna? ANNA (accendendo una sigaretta) Niente... mi annoio... NIKOLÀI Datemi da fumare, « mon ange »! Ho tanta voglia di fumare... Questa mattina non ho ancora fumato. ANNA (gli porge le sigarette) Prendetene di più, così dopo mi lascerete in pace. (Nikolài le prende la mano) Volete sentirmi il polso, dottore? Sto bene... NIKOLÀI. Volevo baciarvi la mano... (Pausa). ANNA Che noia, Nikolài. NIKOLÀI Continuiamo a giocare? ANNA Come volete... Sono le dodici e un quarto, forse i miei ospiti hanno appetito... NIKOLÀI È probabile, per quanto mi riguarda ho una fame terribile... (Riprendono a giocare agli scacchi). ANNA Voi avete sempre fame, eppure mangiate continuamente. Un uomo così piccolo e uno stomaco così grande! NIKOLÀI Se mangio vuol dire che sono sano, e, con vostra licenza, « mens sana in corpore sano ». ANNA Tacete mi impedite di riflettere. NIKOLÀI È un peccato che voi, una donna così intelligente, non capiate nulla di gastronomia. ANNA Non fate dello spirito, mio caro! Avete notato che non rido quando fate dello spirito? NIKOLAI Tocca a voi, « votre excellence »! Salvate il cavallo... ANNA (fa una mossa) Che ne dite? La vostra « lei » oggi verrà da noi? NIKOLÀI L'ha promesso. ANNA Scusate la domanda indiscreta: anche con lei fate così per fare, o avete intenzioni serie? NIKOLÀI Sarebbe a dire? ANNA Non ve lo domando per fare pettegolezzi, ma da amica... Che cosa è per voi la Grèkova e che cosa siete voi per lei? Rispondete senza fare dello spirito, per favore... NIKOLÀI Che cos'è lei per me e che cosa sono io per lei? Ancora non lo so... devo dirvi che vado da lei ogni due giorni? Chiacchiero, faccio spendere a sua madre per offrirmi il caffè e... ANNA E poi? NIKOLÀI Nient'altro... Non so che cosa mi attiri verso di lei. Voi che cosa ne pensate, l'amo o non l'amo? ANNA Non le giocate qualche brutto tiro! Nikolài, voi avete il vizio di fare un sacco di promesse, dite una sciocchezza dopo l'altra e tutto finisce lì... mi farà pena... Che cosa fa ora? NIKOLÀI Studia... HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT ANNA E studia chimica? (Ride). NIKOLÀI Pare. ANNA Mi piace con il suo nasetto a punta! Fatemi parlare con Mària Efìmovna... (Pausa) Io vi considero una banderuola ed è per questo che m'ingerisco nei vostri affari. Ecco il mio consiglio: o non la toccate affatto, o la sposate. Mi sentite? NIKOLÀI Non so se verrà quest'oggi. ANNA Perché? NIKOLÀI Perché verrà Platònov. Non lo può sopportare. Il nostro amico si è ficcato in testa che lei sia stupida e ritiene suo dovere importunarla. ANNA Lo terremo noi a freno. Ditele che non abbia paura. (Volubile) Come mai Platònov è così in ritardo? Non è cortese da parte sua. Sono sei mesi che non ci vediamo. NIKOLÀI Forse dorme ancora. Quando sono venuto da voi, le imposte della scuola erano chiuse. Mio cognato è un gran mascalzone. ANNA Come sta? NIKOLÀI Sempre bene. (Entrano parlando tra loro Glagòlev e Voinìtsev). GLAGÒLEV (solenne, paterno) Proprio così, mio caro Serghèi Pàvlovic; noi, astri al tramonto, siamo migliori e più felici di voi che sorgete... NIKOLÀI (desolato, ma ironico) Riecco Glagòlev, con vostro figlio. ANNA Smettiamo di giocare. (A Glagòlev) Voglio ascoltare il nostro caro Porfìri Semionòvic. GLAGÒLEV Come sono felice che sia tornata la nostra bella padrona di casa. (Bacia la mano ad Anna Petròvna). ANNA Grazie. GLAGÒLEV Sì, mio caro ragazzo, noi abbiamo amato la donna, abbiamo creduto in lei perché la consideravamo un essere migliore, ci si buttava nel fuoco per gli amici... VOINÌTSEV Bei tempi quelli! NIKOLÀI Oggi invece è terribile; solo i pompieri si buttano nel fuoco per gli amici. GLAGÒLEV Noi eravamo migliori di voi. VOINÌTSEV Voi ci gettate in faccia un'accusa che si basa solo sulla vostra nostalgia per la gioventù passata!... GLAGÒLEV Forse mi sbaglio... VOINÌTSEV Forse? In questo caso non è questione di « forse »... La vostra accusa non è uno scherzo... GLAGÒLEV Naturalmente io non mi riferisco a tutti presi in blocco... Ci sono anche delle eccezioni, Serghèi Pàvlovic! VOINÌTSEV Naturalmente... (Si inchina) Vi ringrazio umilmente della concessione. NIKOLÀI (ad Anna Petròvna) Quando perdo, se ne sta seduta buona buona come se fosse inchiodata alla sedia, ma non appena incomincio a vincere le viene il desiderio di ascoltare Porfìri Semionòvic! Se abbandonate la partita, avete perduto, Anna Petròvna; quindi, mi dovete altri tre rubli. In totale dieci rubli. ANNA Serghèi, dà dieci rubli a questo scimunito. NIKOLÀI « Merci ». ANNA (a Glagòlev) Dunque, secondo voi, Porfìri Semionòvic, la donna è un essere migliore! GLAGÒLEV Sì, io amo le donne, Anna Petròvna, e rendo loro omaggio. VOINÌTSEV Siete un romantico. HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT GLACÒLEV Forse... e con questo? Il romanticismo non è certamente una cosa negativa. Voi giovani avete cacciato il romanticismo... Avrete fatto bene. Ma temo che insieme abbiate cacciato qualche altra cosa... ANNA Non entrate in polemica, amico mio. Abbiano cacciato o no il romanticismo, il fatto è che gli uomini sono diventati più intelligenti, grazie a Dio. E questo è importante... (Ride). GLAGÒLEV Una volta Platònov ha avuto una espressione felice... Noi, disse, siamo rinsaviti per quanto riguarda le donne, ma questo significa che abbiamo calpestato nel fango noi stessi e le donne... NIKOLÀI (ride forte) Forse si trovava a qualche festa e aveva ecceduto nel bere. ANNA Ha detto questo? (Ride) Sì, talvolta ama sentenziare... ma è perché gli piacciono le frasi ad effetto... Secondo voi che tipo è Platònov? Un eroe o no? GLAGÒLEV Che dirvi? Platònov, secondo me, è il migliore rappresentante della moderna indecisione... per indecisione intendo la condizione attuale della nostra società. Il nostro intelligentissimo Platònov, secondo me, esprime precisamente questa indecisione. Un malato, in fondo. ANNA È un uomo simpatico... (Ansimante per il caldo, entra Bùgrov). NIKOLÀI Chi si vede! Bùgrov! Sbuffa come una locomotiva, il nostro mercante! (Esce). BÙGROV Uff... un caldo terribile, certamente pioverà. Vi riverisco Anna Petròvna. ANNA Lieta di vedervi tra noi, Bùgrov. BÙGROV Ringrazio vostra eccellenza. Caro Glagòlev. (Glagòlev accenna un inchino ad Anna) Vostra eccellenza può concedermi un breve colloquio in privato? ANNA Subito d'affari volete trattare? Non è il momento, mio caro. BÙGROV Ma... ANNA Più tardi, più tardi... VOINÌTSEV (a Bùgrov) Siete passato dal viale? BÙGROV Sì, dal viale... VOINÌTSEV Avete visto Sophie? BÙGROV Sophie?... VOINÌTSEV Mia moglie, Sòfia Egòrovna. BÙGROV No, no... ANNA Oh, ecco finalmente Platònov. (Entra Platònov con sua moglie Aleksàndra Ivànovna) Vi sembra cortese farci aspettare tanto? Non sapete come sono impaziente? Cara Aleksàndra Ivànovna... Lasciate che vi baci. SÀSCIA Con piacere, Anna Petròvna. (Si baciano). VOINÌTSEV (a Platònov) Si è fatto grosso, è ingrassato... il diavolo sa che cosa gli manca ancora!... (Si inchina a Sàscia) Aleksàndra Ivànovna! PLATÒNOV Quanto è durato l'inverno! Sono cent'anni che non ci vediamo! ANNA In che modo barbaro siete ingrassato! Come ve la siete passata, Mikhàil Vassìlievic? PLATÒNOV Male, male... Ho dormito tutto l'inverno... non ho visto il cielo per sei mesi. Bere, mangiare, dormire, leggere romanzi a mia moglie... male... SÀSCIA (mite) Si stava bene, ma ci annoiavamo, naturalmente... HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT PLATÒNOV Ci annoiavamo terribilmente, anima mia. Avevo una acuta nostalgia di vedervi, Anna Petròvna, dopo il lungo, molesto isolamento. Rivedervi è davvero un lusso imperdonabile. ANNA In compenso dei vostri complimenti, eccovi una sigaretta. PLATÒNOV « Merci ». Ho saputo che vostro figlio si è ammogliato. Serghèi Pàvlovic, vi faccio gli auguri più sinceri. Da voi non mi sarei mai aspettato un azione così importante ed ardita. Così rapidamente, poi! Chi si sarebbe potuto aspettare da voi una tale eresia? VOINÌTSEV Ho fatto presto, non è vero? (Ride) lo stesso non mi aspettavo questa eresia. Mi sono innamorato e mi sono sposato. PLATÒNOV Non passava inverno senza dirmi: « Mi sono innamorato», ma quest'inverno per di più si è sposato, si è munito della censura, come dice il nostro prete. La moglie è la più terribile, la più cavillosa censura! Guai però se è stupida! A mia moglie poi non c'è nulla che le piaccia quanto veder la gente sposarsi. Le piacciono gli sposalizi... SÀSCIA Non sono gli sposalizi che mi piacciono, ma l'ordine. Secondo me, quando viene il momento di prendere moglie, bisogna sposarsi. Mi avete dato proprio una grande soddisfazione, Serghèi Pàvlovic. PLATÒNOV (a Serghèi) Avete trovato un posto? VOINÌTSEV Me ne offrono uno al ginnasio, ma non so che fare. Lo stipendio è scarso, e, in generale... PLATÒNOV Lo accettate? VOINÌTSEV Non ho ancora deciso. Probabilmente no. PLATÒNOV Quindi, sarete a spasso. Sono passati tre anni da quando avete terminato l'università? VOINÌTSEV Sì. PLATÒNOV (sospira) E nessuno vi picchia? Bisognerà dirlo a vostra moglie... restare inattivo per tre buoni anni! che ne dite? ANNA Lasciate stare, Platònov. Fa troppo caldo per parlare di argomenti elevati... Perché non vi siete mai fatta vedere, Aleksàndra Ivànovna? SÀSCIA Non ho avuto tempo... tra una cosa e l'altra... e andare in chiesa... Miscia ha sempre bisogno di me... oggi sono andata ad ordinare una messa per il padre di Miscia. (Bevono gli aperitivi che i servi hanno portato). GLAGÒLEV Da quanto tempo è morto vostro padre, Mikhàil Vassìlievic? PLATÒNOV Da tre... quattro anni... SÀSCIA Tre anni e otto mesi. GLAGÒLEV Dio mio, come vola il tempo! tre anni e otto mesi! mi sembra ieri che ci siamo visti l'ultima volta. (Sospira) Eravamo entrambi giurati a Ivànovka. C'era anche il defunto generale Voinìtsev vostro marito, Anna Petròvna, e venne a diverbio con vostro padre, Platònov. Noi li facemmo ubriacare e così si riconciliarono. Non c'è niente di più facile che far riconciliare i russi... Vostro padre (rivolto a Platònov) era un uomo bonario, aveva un cuore eccellente. PLATÒNOV ...non eccellente, sconclusionato! GLAGÒLEV Io lo tenevo in grande considerazione. Eravamo in ottimi rapporti. PLATÒNOV Non posso vantare la stessa cosa. Non andavamo d'accordo e negli ultimi tre anni eravamo veri nemici. GLAGÒLEV « De mortuis aut bene aut nihil », Mikhàil Vassìlievic! PLATÒNOV No... questa è un'eresia latina. Secondo me: « De omnibus aut nihil aut veritas ». Meglio « veritas », che « nihil »; almeno è più istruttivo... Suppongo che i morti non abbiano bisogno di concessioni. VOINÌTSEV (per spezzare la tensione) Chissà dov'è mia moglie? Platònov non la conosce ancora... gliela devo presentare. (Si alza) Andrò a cercarla, le piace tanto il bosco che non vuole staccarsene. HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT PLATÒNOV Vorrei pregarvi, Serghèi Pàvlovic...di non presentarmi a vostra moglie... Mi piacerebbe vedere se mi riconosce ancora. Tempo addietro ci conoscevamo un po' e... VOINÌTSEV Avete conosciuto Sòfia? PLATÒNOV Molti anni fa... quando ero studente. VOINÌTSEV Conosce proprio tutti! (Esce ed incrocia Nikolài). NIKOLÀI I miei omaggi ai signori parenti! (Bacia Sàscia) I diavoli hanno fatto ingrassare il tuo Mikhàil. Avete fatto bene a venire! Come vanno gli affari, Mikhàil? PLATÒNOV Quali? NIKOLÀI I tuoi, naturalmente. PLATÒNOV I miei? E chi lo sa! Caro mio, sarebbe lungo da raccontare e per di più non interessante. Finalmente però siamo qui, grazie al cielo. Da sci mesi non vedevamo questa casa. Abbiamo dormito tutto l'inverno in una tana. Come orsi. GRÈKOVA (entrando) Buon giorno, Nikolài Ivànovic! Buongiorno signori! NIKOLÀI Mària Efìmovna! Questo è veramente gentile da parte vostra. Una vera sorpresa! ANNA Mària Efìmovna! Come sono contenta! (Stringe la mano a Grèkova) Veramente lieta di vedervi. (Glagòlev bacia la mano a Grèkova). GLAGÒLEV Mària Efimovna! GRÈKOVA Buon giorno. No, non baciatemi la mano per favore... m'imbarazza... (Tossisce) Fa terribilmente caldo, vero? PLATÒNOV Ho l'onore di presentarvi i miei omaggi!... Come state? (Fa l'atto di baciare la mano). GRÈKOVA (ritira la mano) Non occorre... PLATÒNOV Perché? non ne sono degno? GRÈKOVA Non so se ne siate degno, ma... probabilmente non siete sincero. PLATÒNOV Non sono sincero? come fate a saperlo? GRÈKOVA Non avreste baciato la mia mano, se non avessi detto che non mi piace... in generale a voi piace fare quel che non piace a me... PLATÒNOV Un'affermazione affrettata!.Come va il vostro etere di cimici Mària Efimovna? GRÈKOVA Quale etere? PLATÒNOV Ho sentito dire che ricavate l'etere dalle cimici. Volete arricchire la scienza... una nobile causa! GRÈKOVA (punta sul vivo) Io non sarei venuta se Nikolài Ivànovic non mi avesse dato la parola d'onore che voi non c'eravate... PLATÒNOV (ironicamente compassionevole) State per piangere... piangete un po'! Talvolta le lacrime danno sollievo. NIKOLÀI È sciocco; sciocco! capisci? seguita ancora e... saremo nemici! PLATÒNOV Che cosa c'entri tu? NIKOLÀI E se io l'amassi? PLATÒNOV Tu amarla?... Ma fammi il piacere! NIKOLÀI Non sai quello che dici! GLAGÒLEV Dovete chiedere scusa, Mikhàil Vassìlic. PLATÒNOV Perché? GLAGÒLEV E lo domandate?! Siete stato crudele. HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT SÀSCIA (si avvicina a Platònov) Spiegati, altrimenti me ne vado via!... chiedi scusa! ANNA Capisco... (Guarda Platònov) Scusami Mària Efìmovna. Ho dimenticato di parlare prima con questo... con Platònov. La colpa è mia... PLATÒNOV (si avvicina a Grèkova) Mària Efimovna! chiedo scusa... e chiedo scusa pubblicamente... datemi la mano... giuro che sono sincero. Facciamo la pace? (Le bacia la mano ostentatamente). GRÈKOVA Facciamo la pace!... (Si nasconde il viso col fazzoletto ed entra in casa accompagnata da Nikolài). ANNA (rivolta a Platònov) Non pensavo che avreste osato... Voi! PLATÒNOV (seccato) Basta. Sono stato sciocco, ma non vale la pena di ritornarci su. ANNA (rivolta a Sòfia Egòrovna che entra in compagnia di Abramovic Vengheròvic e Voinìtsev) Finalmente ti sei stancata di passeggiare con questa afa insopportabile, Sòfia! SÒFIA Ho chiacchierato tanto con monsieur Vengheròvic, che ho dimenticato completamente il caldo... VENGHERÒVIC Molto gentile... PLATÒNOV (sorpreso alla vista di Sòfia; a Sàscia) Com'è cambiata! Non mi riconosce. ANNA (a Nikolài che è rientrato) Come va Mària Efìmovna? NIKOLÀI Vuole starsene un po' sola... GLAGÒLEV (a Sòfia) Non siete mai stata da me, Sòfia Egòrovna! spero che la mia casa vi piacerà... il giardino è anche più bello del vostro, il fiume profondo, ho dei magnifici cavalli... SÒFIA Verremo... (Sottovoce a Glagòlev accennando a Platònov) Ma chi è quel tale seduto là? GLAGÒLEV (ride) È il nostro maestro... (Fingendo) Non ricordo mai il suo cognome. ANNA Come si arriva da voi, Porfìri Semionòvic? Per la tenuta Iùsnovka? GLAGÒLEV No... Fareste un giro inutile. Venite direttamente per la tenuta di (calcando la parola) Platònovka. Abito lì vicino. SÒFIA Forse ho conosciuto il proprietario, Platònov. Serghèi, sai dov'è adesso questo Platònov? VOINÌTSEV Credo di sì. Non ricordi come si chiama? (Ride). PLATÒNOV Un tempo lo conoscevo anch'io. Mi sembra che si chiami Mikhàil Vassìlievic. (Ilarità). SÒFIA Sì, sì... si chiama Mikhàil Vassìlievic. Quando lo conoscevo era ancora studente, quasi un ragazzo... Perché ridete signori?... Mi sembra che non ci sia niente di ridicolo nelle mie parole. ANNA (ride forte e indica Platònov) Ma riconoscetelo una buona volta altrimenti scoppierà dal- l'impazienza! SÒFIA (s'alza e guarda Platònov) Sì... è lui. (Tutti battono le mani) Ma perché tacete, Mikhàil Vassìlievic! Siete proprio voi? PLATÒNOV Non mi avete riconosciuto, Sòfia Egòrovna? Non è strano! Sono passati quattro anni e mezzo, quasi cinque, e nemmeno i topi sarebbero stati capaci di rosicchiare così bene una fisionomia umana, come i miei ultimi cinque anni. SÒFIA Ora soltanto incomincio a riconoscervi. Come siete cambiato! VOINÌTSEV Ti presento sua moglie, Aleksàndra Ivànovna, sorella di Nikolài Ivànovic, il più spiritoso degli uomini! SÒFIA Molto lieta! SÀSCIA Anch'io, mia cara. ANNA Bravo, Platònov! (A Sàscia) Non va mai in nessun posto, ma conosce tutti. Sòfia, vi racco mando il nostro amico! HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT (Si allontana con Sàscia e Voinìtsev). PLATÒNOV (a Sòfia) Questa alta raccomandazione è sufficiente per avere il diritto di chiedervi, Sòfia Egòrovna, come state. SÒFIA La vita è sopportabile, ma la salute è un po' cagionevole. E voi? PLATÒNOV Ricordate quando voi vedevate in me un secondo Byron, e io sognavo di diventare un ministro o un Cristoforo Colombo? Sono maestro elementare, Sòfia Egòrovna, nient'altro. SÒFIA Voi? PLATÒNOV Sì, io... (Pausa) Forse è un poco strano. SÒFIA Inverosimile! Ma perché non di più? PLATÒNOV Non basta una frase per rispondere alla vostra domanda... (Pausa). SÒFIA Ma almeno avete finito l'università? PLATÒNOV No. L'ho lasciata. SÒFIA Ah... tuttavia questo non vi impedisce di essere un uomo? PLATÒNOV Scusate? SÒFIA Non mi sono espressa chiaramente. Questo non vi impedisce di essere un uomo... un lavoratore, voglio dire, nel campo... se non altro, della libertà, dell'emancipazione della donna... Questo non vi impedisce di servire una idea! PLATÒNOV Che dirvi? Probabilmente questo non impedisce... ma... impedire che cosa? (Ride) Non vi capisco... (Entra Osip. Platònov alzandosi) Chi vedo?! Il compare del diavolo! Il più spaventoso degli uomini! OSIP (inginocchiandosi a baciare un lembo della gonna di Anna Petròvna) Ho l'onore e il piacere di congratularmi per l'arrivo di Vostra Eccellenza... vi auguro di tutto cuore ciò che desiderate da Dio. (Ilarità). ANNA Non mancavate che voi! Perché sei venuto? OSIP A fare gli auguri! ANNA Vattene! PLATÒNOV È da molto tempo che non ti vedo, assassino, furfante matricolato! ebbene, amico! dicci qualche cosa! ascoltiamo il grande Osip! ANNA Non lo trattenete, Platònov! Se ne vada! Sono in collera con lui. (A Osip) Di' in cucina che ti diano da mangiare... hai rubato molto nella nostra foresta durante l'inverno? OSIP (ride) Un tre quattro alberelli... (Ilarità) PLATÒNOV Sei proprio bravo, che il diavolo ti scortichi! Come mai, « homo sapiens », ti è venuto in mente di capitare qui? (In tono un po' istrionesco) Ho l'onore, signori, di presentarvi un interessantissimo soggetto! Uno degli animali sanguinari più interessanti di un moderno museo zoologico! (Fa voltare Osip da tutte le parti) Universalmente conosciuto come Osip, ladro di cavalli, terrore dei contadini, assassino. È nato a Voinìtsevka, ha rapinato e ucciso a Voinìtsevka e creperà sempre a Voinìtsevka! (Ilarità). OSIP (ride) Siete un uomo curioso, signor Platònov. NIKOLÀI (guarda attentamente Osip) Di che cosa ti occupi, caro? HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT OSIP Di furti. NICOLÀI Ah... un'occupazione gradevole... sei un bel cinico! OSIP E cosa vuo dire cinico? NICOLÀI Cinico è una parola greca: tradotta nella tua lingua significa un porco il quale desidera che il mondo intero sappia che lui è un porco. (Ilarità). PLATÒNOV Sei stato in carcere almeno una volta, Osip? OSIP Capita... ci vado ogni inverno. PLATÒNOV Nel bosco fa freddo e tu vai in prigione: è così? Ma perché non ti mandano ai lavori Forzati? OSIP Lo sanno tutti che sono un ladro e un brigante. (Ride) Ma non tutti lo possono dimostrare... Uhm... uhm... oggi la gente non ha coraggio, è sciocca... ha paura di tutto... ha paura anche di denunziare... potrebbe farti deportare, ma non capisce le leggi... in una parola: sono diventati tutti asini... PLATÒNOV Ragiona bene questo farabutto! (Sospira, guardando con intenzione Vengheròvic) Quali brutture sono ancora possibili in Russia!... OSIP Non sono il solo a ragionare così, Mikhàil Vassìlievic! Oggi tutti ragionano così. Ecco, per esem- pio, Abràm Abràmic... VENGHERÒVIC Credo che si potrebbe lasciarmi in pace. PLATÒNOV Non è il caso di parlare di lui. È simile a te; l'unica differenza è che è più intelligente di te... lui possiede sessanta bettole, caro mio, sessanta bettole, mentre tu non hai nemmeno sessanta copechi... ANNA Basta, Platònov! VENGHERÒVIC Vorrebbe cacciarmi di qui, ma non ci riuscirà. PLATÒNOV Vedremo. (Rivolto a Osip) Tu intanto vattene. Sparisci! OSIP Marfa Petròvna ha un pappagalletto che chiama scemi tutti gli uomini e i cani, ma quando vede un avvoltoio oppure Abràm Abràmic, gracchia : « Ah ah maledetto! ». (Ride forte) Me ne vado! (Esce). VENCHERÒVIC (a Platònov) Chiunque, ma non voi, giovanotto, si può permettere di farmi la morale e per di più in questo modo. Io sono un cittadino, e, per dire la verità, un cittadino utile. PLATÒNOV Un cittadino... Se voi siete un cittadino, questa è una parola molto brutta! Addirittura un insulto. VENGHERÒVIC E voi chi siete, giovanotto? Un bellimbusto, un proprietario che ha dilapidato i suoi beni... PLATÒNOV È colpa vostra!! VENGHERÒVIC Uno che ha preso nelle sue mani un compito sacro, senza averne il minimo diritto, corrotto come siete... PLATÒNOV Finitela, ebreo! SÀSCIA (supplichevole) Mikhàil! ANNA Basta Platònov, perché avvelenarci la giornata con le vostre elucubrazioni? VOINÌTSEV Calmatevi, Platònov. VENGHERÒVIC (a Glagòlev e Bùgrov) Non mi lascia un minuto di requie; che cosa gli ho fatto? È un ciarlatano! PLATÒNOV (a Sàscia ed Anna) Se ci si guarda intorno e si riflette seriamente, c'è da cadere in deliquio!... e, quel che è peggio, tutto ciò che è onesto, civile, non fa sentire la sua voce. Invece tutti guardano con reverenza questo arrivista coperto d'oro (indica Vengheròvic) e s'inchinano davanti a lui sino a terra. L'onore è andato al diavolo! ANNA Adesso basta, calmatevi Platònov! Non ricominciate come l'anno scorso, non lo sopporto. SÀSCIA Calmati, ti prego... PLATÒNOV (beve un Bicchiere d'acqua) Farò come volete. HTTP://COPIONI.CORRIERESPETTACOLO.IT
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