Dai diamanti non nasce niente Cover COPERTINA. Dai diamanti non nasce niente. L’autrice. INTRODUZIONE. 1. NESSUNO È PERFETTO. NOSTALGIA CANAGLIA. SPERIMENTARE ALL’INFINITO. LOTUS FLOWER. PERCHÉ RINUNCIARE A UNA BIO-TINOZZA? L’OSSESSIONE DELLE TALEE. 2. I LUOGHI DELLA TERRA. IL TERZO PAESAGGIO. CHI POSSIEDE LA SEMENZA TIENE IN PUGNO IL MONDO. FLOWER POWER. PIANTARE, PIANTARE, PIANTARE. LE MANI NELLA TERRA. 3. LO SGUARDO. LA SIEPE CHE DALL’ULTIMO ORIZZONTE IL GUARDO ESCLUDE. TRASCURABILI MOMENTI DI FELICITÀ SILVESTRE. IL GIARDINO DEL BARONE RAMPANTE. APPENDICE VELENOSA. LE SCALATRICI. SOL Y OMBRA. 4. LA PAZIENZA GIARDINIERA. LA PAZIENZA DELL’AGAVE. BULBI IN DOLCE ATTESA. OLTRE IL GIARDINO C’È IL MONDO. LA MIA MIMOSA. 5. LA CURA. GAMAN. LE AFFINITÀ ELETTIVE DI UN FOSSILE VIVENTE. TUTTE BRACCIA RUBATE ALL’AGRICOLTURA. HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA. IL SESSO TRA I PUNTERUOLI. 6. ICOLORI. UN SOFFIO DI VITA. SISSINGHURST PER TUTTI. LE SFUMATURE DEL VERDE. 7. DIMMI CHE GIARDINO FAI E TI DIRÒ CHI SEI. LA BELLA ADDORMENTATA NEL PARCO. THE WASTE LAND. A CIASCUNO IL SUO GIARDINO. IL GIARDINO DEL RE. 8. EDWARD MANI DI FORBICE E L’ARTE TOPIARIA. IL FASCINO DELLA MATEMATICA. I TEATRI DI VERZURA. APPENDICE ARIZONICA. LABIRINTI DI VERZURA. 9. I CACCIATORI DI PIANTE. HUZZAH FOR OTAHEITE. IL BUON SELVAGGIO E IL CAPITANO BOUGANVILLE. TECNICHE DI SEDUZIONE VERDI. CAMELIA - L’ESPERIENZA PERSONALE. 10. MADAMINA: IL CATALOGO È QUESTO. 1. LA CYCAS. 2. I BULBI. 3. LA THUNBERGIA GRANDIFLORA. 4. L’HIBISCUS. AMORPHOPHALLUS (FUORI CATALOGO). 5. LA PEONIA. 11. LE ROSE. MADAME D’ALTRI TEMPI. UNA BAGATELLE. UNA ROSA NON SI NEGA A NESSUNO. VIVA LA VIDA. INDOVINA CHI VIENE A CENA A CASA SCHEFFER? APPENDICE HIMALAYANA. SOUVENIR DE LA MALMAISON. IL PANE E LE ROSE. NINFA FOREVER. UNA GITA A DISNEYLAND. 12. IL PARADISO RITROVATO. ABBRACCIARE UN ALBERO. CHIÙ PIL PER TUTTI. LA DECRESCITA FELICE. DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE, DAL LETAME NASCONO I FIOR. GRAZIE. NOTE A: DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE. GUIDA AI LUOGHI. COPERTINA. SERENA DANDINI: Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini. Rizzoli. Proprietà letteraria riservata. (Pagine: 327). © 2011 RCS Libri S.p.A., Milano. ISBN 978-88-17-04867-5. Prima edizione: maggio 2011. L’autrice e l’editore ringraziano Dori Ghezzi e la Fondazione Fabrizio De André Onlus per averci concesso le tavole autografe di Fabrizio De André alle pagg. 304 e 305. Collages di Andrea Pistacchi. Progetto grafico: the Worldo/DOT. Impaginazione: Davide Vincenti. Realizzazione editoriale: Gianluca Bavagnoli, Andrea Canzanella, Alessandra Cerizza, Daria Figari, Marina Mercuriali, Chiara Ratti, Patrizia Segre, Simona Severini, Francesca Vezzoli. In copertina: Collage di Andrea Pistacchi. Fotografia © Fabio Lovirio. Art Director: Francesca Leoneschi. L’editore ha fatto il possibile per reperire i proprietari dei diritti e rimane a disposizione per gli adempimenti d’uso. Dai diamanti non nasce niente. Cos’hanno in comune la regina Maria Antonietta, Vandana Shiva, Peter Sellers, Fabrizio De André, Virginia Woolf e George Harrison? La risposta è nel libro che avete tra le mani: il racconto di una passione che si intreccia, inestricabile come un gelsomino rampicante, con amori letterari, pittorici e cinematografici, ricordi di viaggi, aneddoti di vita giardiniera e riflessioni sulle sfide e le frontiere della felicità sostenibile. Serena Dandini ci conduce in una passeggiata sentimentale alla ricerca della bellezza che potrà salvarci, con un libro dedicato “a chi voleva cambiare il mondo e invece dopo un po’ si è accorto che è stato il mondo a cambiargli i connotati”. Viaggiando tra parchi incantati e vivai sconosciuti, imbarcandoci sulle navi di cacciatori di piante d’altri tempi, sbirciando gli amori romantici per un raffinato musicista o per un carico di concime, scopriamo insieme con lei che non è mai troppo tardi per mettere dei fiori nei nostri cannoni e bombardare almeno il perimetro del balconcino di casa. Perché, come recita un antico proverbio cinese, chi pianta un giardino semina la felicità. ad Adele e Lele, vittime privilegiate dei miei giardini. L’autrice. SERENA DANDINI, dopo aver ideato e presentato programmi come La tv delle ragazze, Avanzi, Pippo Chennedy Show e L’ottavo nano, dal 2004 conduce su RaiTre il talk show Parla con me. Questo è il suo esordio letterario. INTRODUZIONE. “Encore verdure” sibilò la scrittrice George Sand in punto di morte. Con la mia ignoranza, pensavo che desiderasse mangiare una ratatouille di zucchine o qualche altra primizia dell’orto, un ultimo capriccio prima di lasciare le terrene spoglie per l’aldilà. E invece la storia era completamente diversa. La traduzione del termine francese verdure è ricca di possibilità: vegetazione, verde, paesaggio naturale e - perché no? • anche verdura in senso gastronomico. La scrittrice, quindi, invocava un verde paesaggio su cui posare il suo ultimo sguardo, magari l’amato giardino parigino di rue Chaptal, dove ascoltava Chopin suonare solo per lei e per pochi altri ospiti di casa Scheffer. Molti, a differenza di George Sand, continuano ad amare le strade trafficate di Parigi, di Roma o di dove sia, i bar affollati e quella giusta dose di stimoli e confusione che fa di noi degli esseri perfettamente metropolitani. Ma la verdure ci chiama, e c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria se addirittura si scomodano fior di filosofi, politologi ed economisti per spiegarcelo. Si parte sempre dall’11 settembre, la guerra in Iraq, la crisi economica, la marea nera della bp, la debolezza dell’euro, ah - dimenticavo - il crollo del muro, il comunismo morto e sepolto, il capitalismo malato grave e le guerre ormai permanenti in mezzo pianeta, tanto da non ricordarci più chi è contro chi e soprattutto perché. Tutto è confuso, a parte le ragioni economiche dei soliti ignoti che su questo elenco di disgrazie ci guadagnano sempre. Diciamo che, per il momento, i buoni non hanno vinto, e la conseguenza è un’instabilità emotiva planetaria; per farla breve, un break down mondiale che ci ha trascinato dritti dritti verso depressione, povertà e forte nervosismo. L’angoscia per il futuro ci ha rinchiuso nella tana del presente; deleghiamo agli altri la conduzione del mondo che non comprendiamo più e viviamo alla giornata coltivando svariate paure, sollecitate peraltro dai governi interessati a tenerci buoni. In poche parole: sguardo basso e ansia diffusa per tutti. Ed è qui che entra in scena la verdure. Che ci insegna, a piccole dosi come una cura omeopatica, a riallargare l’orizzonte. Per sua natura il giardiniere è proiettato in avanti, almeno fino alla prossima fioritura: sa aspettare e progettare, deve avere fiducia e intravedere un poi, un domani, un non ancora... E quale esercizio mentale è più necessario di questo, per noi poveri terrestri che abbiamo perso per sempre il paradiso perduto? Ora non voglio insinuare che questo sia un libro politico; ma se il privato lo è, perché non può esserlo anche il giardinaggio? È una lettura dedicata a chi voleva cambiare il mondo e invece si è accorto che è stato il mondo a cambiargli i connotati. A tutti coloro che non desist-ono e, in mancanza d’altro, cercano di
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