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Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi PDF

142 Pages·2000·0.35 MB·Italian
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Cronica delle cose occorrenti ne(cid:213) tempi suoi di Dino Compagni Letteratura italiana Einaudi Edizione di riferimento: a cura di G.Luzzatto, Giulio Einaudi editore, Torino 1968 Letteratura italiana Einaudi Sommario Proemio 1 Libro primo 2 1 2 2 3 3 4 4 6 5 7 6 8 7 9 8 9 9 11 10 12 11 14 12 15 13 17 14 18 15 19 16 20 17 22 18 23 19 25 20 26 21 29 22 30 23 32 24 33 25 34 26 36 27 37 Letteratura italiana Einaudi Sommario Libro secondo 39 1 39 2 39 3 40 4 41 5 42 6 44 7 45 8 47 9 48 10 49 11 50 12 51 13 52 14 54 15 55 16 56 17 57 18 59 19 60 20 62 21 64 22 65 23 66 24 67 25 68 26 70 27 71 28 71 29 73 Letteratura italiana Einaudi iv Sommario 30 74 31 76 32 76 33 77 34 78 35 79 36 80 Libro terzo 82 1 82 2 82 3 84 4 85 5 87 6 88 7 89 8 91 9 93 10 94 11 97 12 98 13 99 14 99 15 102 16 104 17 105 18 106 19 107 20 109 21 110 Letteratura italiana Einaudi v Sommario 22 111 23 112 24 113 25 114 26 116 27 117 28 118 29 119 30 122 31 123 32 124 33 126 34 127 35 128 36 129 37 131 38 131 39 132 40 133 41 135 42 135 Letteratura italiana Einaudi vi PROEMIO Quali cagioni ebbe l’Autore a scrivere, e quali occasioni: su quale soggetto, e con quali intendimenti. Le ricordanze dell’antiche istorie lungamente ànno stimolata la mente mia di scrivere i pericolosi adveni- menti non prosperevoli, i quali ha sostenuti la nobile città figliuola di Roma, molti anni, e spezialmente nel tempo del giubileo dell’anno MCCC. E io, scusandomi a me medesimo siccome insufficiente, credendo che altri scrivesse, ho cessato di scrivere molti anni: tanto che, multiplicati i pericoli e gli aspetti notevoli sì che non so- no da tacere, propuosi di scrivere, a utilità di coloro che saranno eredi de’ prosperevoli anni; acciò che ricono- scano i benefici da Dio, il quale per tutti i tempi regge e governa. Letteratura italiana Einaudi 1 Dino Compagni - Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi COMINCIA IL PRIMO LIBRO 1 Metodo propostosi dall’Autore. Descrizione di Firenze. Quando io incominciai propuosi di scrivere il vero delle cose certe che io vidi e udi’, però che furon cose notevoli le quali ne’ loro principi nullo le vide certamen- te come io: e quelle che chiaramente non vidi, proposi di scrivere secondo udienza; e perché molti secondo le loro volontà corrotte trascorrono nel dire, e corrompono il vero, proposi di scrivere secondo la maggior fama. E ac- ciò che gli strani possano meglio intendere le cose adve- nute, dirò la forma della nobile città, la quale è nella provincia di Toscana, edificata sotto il segno di Marte, ricca e larga d’imperiale fiume d’acqua dolce il quale di- vide la città quasi per mezo, con temperata aria, guarda- ta da nocivi venti, povera di terreno, abondante di buoni frutti, con cittadini pro’ d’armi superbi e discordevoli, e ricca di proibiti guadagni, dottata e temuta, per sua grandeza, dalle terre vicine, più che amata. Pisa è vicina a Firenze a miglia XL, Lucca a miglia XL, Pistoia a miglia XX, Bologna a miglia LVIII, Arezo a miglia XL, Siena a miglia XXX, San Miniato in verso Pisa a miglia XX, Prato verso Pistoia a miglia X, Monte Accienico verso Bologna a miglia XXII, Fighine verso Arezo a miglia XVI, Poggi Bonizi verso Siena a miglia XVI; tutte le predette terre con molte altre castella e vil- le; e da tutte le predette parti, sono molti nobili uomini conti e cattani, i quali l’amano più in discordia che in pace, e ubidisconla più per paura che per amore. La det- ta città di Firenze è molto bene popolata, e generativa per la buona aria; i cittadini bene costumati, e le donne Letteratura italiana Einaudi 2 Dino Compagni - Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi molto belle e adorne; i casamenti bellissimi, pieni di molte bisognevoli arti, oltre all’altre città d’Italia. Per la quale cosa molti di lontani paesi la vengono a vedere, non per necessità, ma per bontà de’ mestieri e arti, e per belleza e ornamento della città. 2 Danni e antica origine delle discordie civili in Firenze tra Guel- fi e Ghibellini(1215). Piangano adunque i suoi cittadini sopra loro e sopra i loro figliuoli; i quali, per loro superbia e per loro malizia e per gara d’ufici, ànno così nobile città disfatta, e vitupe- rate le leggi, e barattati gli onori in picciol tempo, i quali i loro antichi con molta fatica e con lunghissimo tempo ànno acquistato; e aspettino la giustizia di Dio, la quale per molti segni promette loro male siccome a colpevoli, i quali erano liberi da non potere esser soggiogati. Dopo molti antichi mali per le discordie de’ suoi cit- tadini ricevuti, una ne fu generata nella detta città, la quale divise tutti i suoi cittadini in tal modo, che le due parti s’appellorono nimiche per due nuovi nomi, ciò è Guelfi e Ghibellini. E di ciò fu cagione, in Firenze, che uno nobile giovane cittadino, chiamato Buondalmonte de’ Buondalmonti, avea promesso torre per sua donna una figliuola di messer Oderigo Giantruffetti. Passando dipoi un giorno da casa i Donati, una gentile donna chiamata madonna Aldruda, donna di messer Forte- guerra Donati, che avea due figliuole molto belle, stan- do a’ balconi del suo palagio, lo vide passare, e chiamol- lo, e mostrògli una delle dette figliuole, e disseli: «Chi ài tu tolta per moglie? io ti serbavo questa». La quale guar- Letteratura italiana Einaudi 3 Dino Compagni - Cronica delle cose occorrenti ne’ tempi suoi dando molto li piacque, e rispose: «Non posso altro ora- mai». A cui madonna Aldruda disse: «Sì, puoi, ché la pena pagherò io per te». A cui Bondalmonte rispose: «E io la voglio». E tolsela per moglie, lasciando quella avea tolta e giurata. Onde messer Oderigo, dolendosene co’ parenti e amici suoi, diliberarono di vendicarsi, e di bat- terlo e farli vergogna. Il che sentendo gli Uberti, nobilis- sima famiglia e potenti, e suoi parenti, dissono voleano fusse morto: ché così fia grande l’odio della morte come delle ferite; cosa fatta capo à. E ordinorono ucciderlo il dì menasse la donna; e così feciono. Onde di tal morte i cittadini se ne divisono, e trassersi insieme i parentadi e l’amistà d’amendue le parti, per modo che la detta divi- sione mai non finì; onde nacquero molti scandoli e omi- cidi e battaglie cittadinesche. Ma perché non è mia in- tenzione scrivere le cose antiche, perché alcuna volta il vero non si ritruova, lascerò stare; ma ho fatto questo principio per aprire la via a intendere ,donde procedette in Firenze le maladette parti de’ Guelfi e Ghibellini: e ri- torneremo alle cose furono ne’ nostri tempi. 3 Le discordie tra’ Guelfi sono cagione ch’essi si riconcilino co’ Ghibellini. Ambedue le parti ottengono a paciaro ed arbitro un Legato della Chiesa (...-1279, 1280. Nell’anno dalla incarnazione di Cristo MCCLXXX, reggendo in Firenze la parte guelfa, essendo scacciati i Ghibellini, uscì d’una piccola fonte uno gran fiume, ciò fu d’una piccola discordia nella parte guelfa una gran concordia con la parte ghibellina. Ché, temendo i Guel- fi tra loro, e sdegnando nelle loro raunate e ne’ loro consigli l’uno delle parole dell’altro, e temendo i più sa- Letteratura italiana Einaudi 4

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