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Conscience, facticité de l'être. Altérité et aliénation. Une étude sur les œuvres littéraires de PDF

378 Pages·2015·2.62 MB·Italian
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THÈSE Pour obtenir le grade de DOCTEUR DE L’UNIVERSITÉ GRENOBLE ALPES préparée dans le cadre d’une cotutelle entre l’Université Grenoble Alpes et l'Université La Sapienza de Rome Spécialité : Etudes italiennes / Philosophie Arrêté ministériel : le 6 janvier 2005 - 7 août 2006 Présentée par Alessandro Buratti Thèse dirigée par Enzo Neppi et Irene Kajon préparée au sein des Laboratoires: GERCI (Groupe d'études et de recherches sur la culture italienne) et le département de philosophie de Rome dans les Écoles Doctorales de LLSH (Langues, littératures et sciences humaines) et de Filosofia Conscience, facticité de l'être. Altérité et aliénation. Une étude sur les œuvres littéraires de Pirandello, Moravia et Sartre. Thèse soutenue publiquement le 13 novembre 2015, devant le jury composé de : M Enzo Neppi Professeur Université Grenoble Alpes – directeur Mme Irene Kajon Professeur Università La Sapienza Roma -directrice M Davide Luglio Professeur Université Sorbonne Paris 4 – Président du jury Mme Emilia D'Antuono Professeur Université Federico II Napoli 2 Indice Introduzione generale Parte Prima – Fonti, influenze e pensiero di Luigi Pirandello Introduzione Le forme letterarie nella vita di Pirandello. CAPITOLO 1. Il Fu Mattia Pascal 1.1. La dimensione europea dello stile e del personaggio 1.2. L’uomo del Mattia Pascal 1.3. La coscienza e il sentirsi vivere 1.4. La dialettica nella vicenda del Mattia Pascal e nella vita dell'uomo. Le tre fasi della vita incompiuta - Prima fase del Mattia Pascal: la liberazione dalla maschera -Decadenza della prima fase di Mattia Pascal: noia e menzogne -La resurrezione di Mattia Pascal 1.5. Pirandello, lo stato e l'etica CAPITOLO 2. Dall’illusione di essere soli alla coscienza popolata di moltitudine 2.1. Noia e libertà di un personaggio 2.2. L’uscita da sé e il ritorno su di sé. Temporalità della coscienza 2.3. L’alterità e la ricerca dello sguardo dell’estraneo 2.4. La costruzione della coscienza 2.5. La condanna del corpo e degli sguardi: la fatticità e l’atto 2.6. La pazzia come comprensione dell’essere 2.7. La salvazione 2.8. Pirandello e Dostoevskij: la condanna complice della coscienza ipertrofica dei contemporanei 2.9. L’amore e l’aggressività nelle relazioni con gli altri CAPITOLO 3. I Quaderni di Serafino Gubbio, operatore ovvero la macchina annientatrice della società contemporanea 3.1. Volontà di essere una cosa 3.2. Serafino Gubbio: la formazione e l’integrazione 3.3. Le macchine e la materia - Pirandello e Freud - La macchina, la bestia e l’anima -Materia e memoria 3.4. Uomo e società 3.5. La vita e la fuga da essa CAPITOLO 4. Il teatro, materializzazione della coscienza 4.1 Mettere in scena lo spirito- Spontaneità e autenticità - Ostacoli alla spontaneità -La fortuna di Pirandello nel pirandellismo - Maschera e poliedro: una realtà pluridimensionale 3 Parte seconda – Azione, rivolta e vita interiore: Moravia CAPITOLO 1. Moravia figlio di Dostoevskij. Fortuna del mito di Lazzaro 1.1 Una letteratura esistenzialista per la liberazione dell'inconscio 1.2. Delitti e castighi in U.R.S.S 1.3 Il mito di Lazzaro CAPITOLO 2. Forme pirandelliane ne Gli indifferenti 2.1. Libertà e sentimenti nell'essere indifferente - Struttura edipica del libro - L'indifferenza di Michele: né libero né prigioniero 2.2 Autenticità, alienazione e malafede - Vivere l'alienazione: altri tentativi di fuga nella libertà 2.3. Il denaro regolatore dei rapporti interpersonali CAPITOLO 3. Lo studio del processo di formazione dell'identità sociale 3.1. Gli anni Trenta: la fine del "mondo chiuso"e il difficile raggiungimento di una nuova letteratura 3.2. Un paternalismo malvagio 3.3. La scoperta cosciente della sessualità nell'allontanamento dalla madre 3.4. La disobbedienza o il rifiuto dell'ambiente educativo verso una rinascita - Illuminismo più che marxismo - La scuola come elemento educativo negativo - Istinto di morte - Il denaro sacro 3.5. La nuova nascita dopo la malattia e il delirio 3.6. La scelta del conformismo e il rifugio nella folla CAPITOLO 4. Fascino e insopportabilità della noia 4.1. Forma, struttura, significato e rapporti con l'indifferenza della noia - Forza e debolezze dell'indifferenza 4.2. L'amore come possesso e la conquista della realtà attraverso la donna - Complessità e sadomasochismo del rapporto tra Dino e sua madre - Cecilia: tra realtà e illusione - Cecilia ovvero una realtà - Elementi dell'istinto di morte verso la rinascita 4.3. La condanna definitiva dell'indifferenza come inconsapevolezza e la possibilità di vivere autenticamente tramite l'attenzione CAPITOLO 5. Speranze e disagi a confronto con la donna 5.1. La donna tradizionale e conformista - Ulisse primo dei moderni 5.2. L'accettazione naturale nella donna e nel popolo - La ciociara 4 Parte terza – Muoversi nella moltitudine: Sartre Introduzione: influenze e opinioni - Pirandello e Sartre - Sartre e Moravia CAPITOLO 1. Una qualità del nulla: la rigenerazione 1.1 La nausée prosecuzione de Il Fu Mattia Pascal. Coscienza luminosa e coscienza oscura 1.2 Vivere o scrivere 1.3 Noia e nausea CAPITOLO 2. Libertà e liberazione 2.1 Le mosche: folle e complesso di Elettra alla prova della liberazione 2.2 Il folle solo contro gli altri e la storia - Follie di gruppo - Il tempo inventato - Responsabilità e parricidio CAPITOLO 3. Inferno e moltitudine Conclusione 5 6 Introduzione generale Pirandello, Moravia e Sartre sono riconosciuti come autori tra i più rappresentativi della letteratura europea del Ventesimo secolo. La loro produzione letteraria e la loro riflessione sulla visione dell'uomo su di sé nella società contemporanea, giungono a conclusioni simili e identificano in temi molto vicini tra essi i fulcri delle loro creazioni e teorie. Si vedrà come una fonte comune ai tre scrittori sia la reazione al pensiero positivista portata dalle teorie nichiliste col tentativo di ripresentare un nuovo umanismo per il Ventesimo secolo. Di conseguenza porteremo una particolare attenzione all'influenza della letteratura e la filosofia dell'Ottocento sugli autori al centro di questo nostro studio. La struttura di fondo che abbiamo deciso di adottare per la nostra esposizione segue un ordine cronologico e di integrazione crescente. Ossia si è scelto di seguire gli autori nel corso dell'evoluzione del loro pensiero e solo in un secondo momento proporre confronti tra le loro diverse opere e le tematiche presentate. Tale scelta ci è sembrata da subito una necessità data la grande prolificità, longevità artistica e lavorativa di Pirandello, Moravia e Sartre, nonché l'abbondanza degli studi critici su di loro. Al fine di costruire la nostra ricerca e la sua esposizione con solide basi, la scelta di precisare bene il fattore cronologico e storico di ogni singola opera apporta il vantaggio di poter seguire lo sviluppo di temi e rappresentazioni in parallelo con le vicende storiche e biografiche degli autori. Il limite cui tale organizzazione di base va incontro è di non poter proporre un confronto più immediato su base tematica, che pure avrebbe presentato la convenienza di giungere prima alle conclusioni ultime dello studio, ma in modo secondo noi più affrettato e meno solidamente sviluppato. Sempre nell'ambito di mantenere un rigore storico fondamentale, l'altro criterio cui abbiamo fatto riferimento per l'organizzazione della nostra redazione è l'integrazione crescente. Abbiamo deciso di non confrontare opere successive nel corso di capitoli che hanno come argomento centrale opere precedenti, e cosi voglia dirsi anche per gli autori. La prima parte tratterà di Pirandello e si studieranno le fonti e le specificità del suo pensiero. Moravia e Sartre non entreranno quasi in tale parte dello studio. La seconda parte, che invece vede al centro l'opera di Moravia, sarà ricca di riferimenti a Pirandello. La terza, su Sartre, troverà i tre scrittori in continuo confronto e riferimento. Lo stesso criterio si seguirà, come detto per le opere degli autori. Se si sta trattando de Gli indifferenti (1929), come tema centrale del capitolo, non si troveranno riferimenti a La noia (1960). Ciò naturalmente non sarà vero per il contrario, in quanto trattando del libro del 1960 ci si riferirà liberamente a Gli indifferenti. In definitiva ci sentiamo di definire l'esposizione del nostro studio come seguente un ordine tematico in un quadro cronologico. Riguardo alla già citata ricchissima produzione dei tre scrittori, si è scelto di preferire i romanzi come fonte di riferimento principale, rispetto ai racconti, le novelle, gli articoli di viaggio, di critica, di politica, i testi filosofici e le poesie, perché ci è sembrato che in tale forma letteraria i tre autori tendessero ad includere tutta la loro attività intellettuale, grazie al più ampio respiro della scrittura romanzesca rispetto a testi più brevi o a quelli legati a un linguaggio specifico, come nel caso dei testi teorici o filosofici. Un discorso a parte merita il teatro, che specialmente nel caso di Pirandello e Sartre assumerà il ruolo di forma prediletta in lunghi periodi della loro vita, e per tale ragione lo assimileremo ai romanzi come fonte principale del nostro discorso. 7 Del resto, Sartre ha ammesso, che nel suo caso, più che la messa in scena, anche per le opere teatrali, quello che veramente lo interessava era la pubblicazione in volume del suo testo. Tale scelta non ci precluderà il guardare e riferirci anche alla produzione non romanzesca dei tre scrittori, si tratta soltanto di una scelta di carattere generale col fine di rispettare un ordine più chiaro e coerente possibile. Sottovalutare l'importanza del complesso delle forme letterarie e degli interessi di Pirandello, Moravia e Sartre, significherebbe, infatti, ridurne l'importanza e sminuirne il valore complessivo della loro attività d'intellettuali nell'ambito della società europea del Ventesimo secolo.1 Proprio una tale globalità d'interessi, ambiti di azione, e, in un certo senso il rifiuto di una specializzazione, costituiscono il centro del progetto umanista cui si faceva riferimento in principio e una delle peculiarità comuni ai tre scrittori rispetto ad altri intellettuali del nostro tempo. Nel corso delle nostre ricerche ci è sembrato che le figure di riferimento per Pirandello, Moravia e Sartre a proposito di un simile ruolo dell'intellettuale e dell'artista fossero da ricercare anche nell'antichità classica greca e romana e in alcuni rappresentanti della spiritualità medioevale. Una figura che, affianco ad altre ma che ci appare come particolarmente foriera d'interesse e sviluppi possibili, utilizzeremo quale riferimento costante, è quella di Dostoevskij, scrittore che tutti e tre gli autori hanno amato molto e non a caso spesso ritenuto il fondatore dell'esistenzialismo e del nichilismo contemporanei. Ma, oltre che i rapporti comuni nelle loro fonti e nelle letture di formazione, dei tre autori al centro del nostro studio, si potrà mettere in luce anche la loro stima reciproca e perfino dei rapporti personali di conoscenza o amicizia non trascurabili. Pirandello e Moravia si conoscevano, abitavano a Roma, il più giovane aveva letto e ammirava Pirandello, il quale a sua volta apprezzava Gli indifferenti, che aveva salutato come una delle migliori novità della letteratura italiana dell'epoca. Pirandello fu uno degli autori stranieri più importanti per la formazione di Sartre e probabilmente decisivo per i suoi primi tentativi di scrittura letteraria importanti, nonché per la successiva scelta della forma teatrale. Moravia e Sartre si conobbero bene e si frequentarono nel corso dei molti viaggi di Sartre a Roma. È evidente come il rapporto tra i tre non sia dunque paritetico, poiché Pirandello rappresenta rispetto agli altri due scrittori piuttosto il maestro, legato tra l'altro ad anni ed eventi diversi della contemporaneità. In effetti, dovendo precisare il periodo storico al centro del nostro studio, potremmo dire che esso riguarda i decenni tra il 1900 e il 1960, anno che prendiamo arbitrariamente come simbolo della definitiva affermazione della società dei consumi di massa in Europa Occidentale. I primi trent'anni del Ventesimo secolo saranno per noi rappresentati da Pirandello, con gli anni Trenta, invece, ci sposteremo più sulle opere di Moravia e Sartre. Nello specifico gli obiettivi che ci proponiamo di ricercare, oltre alla questione dei rapporti e le influenze tra i tre scrittori e la comunanza dei temi trattati di cui si è già detto, riguardano la percezione in queste opere dell'uomo contemporaneo su di sé, innanzitutto nell'identificarsi come contemporaneo e in seguito nel modo in cui si rappresenta e come si propone di migliorare e profittare della propria condizione. 1 Da non trascurare oltre le altre forme letterarie già citate è la scrittura per il cinema. 8 Possiamo anticipare che alcuni tra i personaggi e le trame dei tre scrittori si assomigliano molto, a volte anche per una diretta influenza che mostreremo. Si vedrà come il ruolo della coscienza nella definizione dell'identità e dell'alterità assumerà una funzione chiave nel nostro discorso, al pari del rapporto della coscienza con la fatticità, il modo dell'essere di presentarsi e interagire col mondo degli oggetti e degli altri. In negativo rispetto alla fatticità, noteremo la crescente importanza nell'uomo contemporaneo del senso di alienazione, rappresentato come follia, vita interiore, noia, nausea o indifferenza. Coscienza, fatticità, alterità e alienazione, sono per tale ragione le parole chiave che abbiamo individuato per il titolo del nostro studio come riassuntivi della rappresentazione e la riflessione di Pirandello, Moravia e Sartre sulla contemporaneità. Un'ultima questione che occorre precisare in questa sede è riguardante il linguaggio che sarà adottato. Ci si è trovati confrontati all'esigenza di costruire una lingua che tenesse conto della pluridisciplinarità dell'obiettivo delle nostre ricerche, coinvolgendo in primo luogo la letteratura e la filosofia, in modo minore anche la storia e la psicologia. Non volendo che uno dei linguaggi specifici di queste discipline divenisse preponderante abbiamo provato a generare una mediazione. In particolare il primo pericolo che ci si è presentato era quello di favorire l'uso dell'originale e preciso linguaggio filosofico sartriano, che tra l'altro era anche l'autore che era stato più approfondito da parte nostra, al momento di iniziare questo studio, per definire le teorie di tutti e tre gli autori. Ci siamo presto resi conto che tale semplificazione ci avrebbe condotto a non riconoscere le specificità profonde del pensiero degli altri due autori e la loro originalità. Abbiamo così tentato di mettere in opera una lingua che fosse nel lessico in grado di riconoscere tutte le differenze disciplinari e degli autori presenti nel nostro argomento. 9 10

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turno, nel 1904 Il fu Mattia Pascal, nel 1909 I vecchi e i giovani, romanzo .. Pirandello mostrano meno il carattere di "dialoghi filosofici", che tuttavia
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