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Co-creazione e responsabilità nell’innovazione tecnoscientifica dal basso PDF

216 Pages·2022·1.262 MB·Italian
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MIMESIS / ETEROTOPIE N. 843 Collana diretta da Salvo Vaccaro e Pierre Dalla Vigna comitato scientifico Pierandrea Amato (Università degli Studi di Messina), Stefano G. Az- zarà (Università di Urbino), José Luis Villacañas Berlanga (Universidad Complutense de Madrid), Oriana Binik (Università degli Studi Milano Bicocca), Pierre Dalla Vigna (Università degli Studi “Insubria”, Varese), Antonio De Simone (Università di Urbino), Giuseppe Di Giacomo (Sa- pienza Università di Roma), Raffaele Federici (Università degli Studi di Perugia), Maurizio Guerri (Accademia di Belle Arti di Brera), Micaela La- tini (Università degli Studi di Ferrara), Luca Marchetti (Sapienza Univer- sità di Roma), Valentina Tirloni (Université Nice Sophia Antipolis), Salvo Vaccaro (Università degli Studi di Palermo), Jean-Jacques Wunenburger (Université Jean-Moulin Lyon 3) CO-CREAZIONE E RESPONSABILITÀ NELL’INNOVAZIONE TECNOSCIENTIFICA DAL BASSO a cura di Simone Arnaldi, Stefano Crabu, Paolo Magaudda MIMESIS La pubblicazione di questo volume è stata resa possibile grazie al contributo di Fondazione CARIPLO – Bando “Science and Technology Studies, 2019” MIMESIS EDIZIONI (Milano – Udine) www.mimesisedizioni.it [email protected] Collana: Eterotopie, n. 843 Isbn: 9788857586120 DOI: 10.7413/2611-5166021 © 2023 – MIM EDIZIONI SRL Via Monfalcone, 17/19 – 20099 Sesto San Giovanni (MI) Phone: +39 02 24861657 / 24416383 INDICE Prefazione 9 Introduzione 15 I. Comprendere la tecnoscienza nella società della partecipazione e della scienza aperta 23 1.1. Co-creazione, responsabilità e democratizzazione delle expertise tecnoscientifiche 23 1.2. Le pratiche di co-creazione dalla prospettiva dei Science and Technology Studies 28 1.3. Responsible Research and Innovation e responsabilità “di fatto” 35 1.4. Studiare i processi di co-creazione: il disegno della ricerca 39 II. Co-creazione e innovazione tecnoscientifica nell’ambito della salute e della cura 47 2.1. Co-creare la cura per una malattia orfana: il caso della Fondazione FightTheStroke 49 2.1.1. FightTheStroke tra radicamento territoriale e spazi digitali 52 2.1.2. Organizzazione interna e reti di collaborazione: alleanze per la co-creazione 54 2.1.3. Pazienti innovatori e pratiche di co-creazione in FightTheStroke 57 2.1.4. Oltre la medicalizzazione: responsabilità e co-creazione nell’esperienza di FightTheStroke 60 2.1.5. Riflessioni conclusive 62 2.2. Tecnologie digitali “fai da te” nella gestione del diabete: il caso di DeeBee Italia 64 2.2.1. Uno spazio online per il benessere del paziente diabetico 67 2.2.2. Comunità orizzontali per innovare la gestione del diabete 68 2.2.3. Pratiche di co-creazione nella gestione tecnologicamente mediata del diabete 70 2.2.4. Responsabilità ed empowerment nella comunità DeeBee 73 2.2.5. Riflessioni conclusive 75 2.3. I FabLab come spazi per la co-creazione della salute: il caso di OpenDot 77 2.3.1. Il ruolo del tessuto locale nella co-creazione in OpenDot 80 2.3.2. Co-creare in un’organizzazione agile e orizzontale 81 2.3.3. La co-creazione attraverso il co-design 84 2.3.4. Oltre la logica di mercato: co-creazione e responsabilità nel FabLab 86 2.3.5. Riflessioni conclusive 89 III. Innovazione dal basso e co-creazione nell’ambito delle tecnologie digitali 91 3.1. Tecnologie “aperte”, partecipazione e democratizzazione dell’innovazione: il caso di RaspiBO 94 3.1.1. RaspiBO tra radicamento territoriale e piattaforme digitali 97 3.1.2. Organizzazione interna e reti di collaborazione 99 3.1.3. Le tecnologie “aperte” e lo sviluppo di piattaforme partecipative per l’innovazione 102 3.1.4. La responsabilità nell’esperienza di RaspiBO: open source e co-creazione dal basso 104 3.1.5. Riflessioni conclusive 107 3.2. Nuovi modelli di incubazione delle start-up: il caso di Paradigma 108 3.2.1. L’incubazione e l’accelerazione delle start-up innovative nel contesto italiano 111 3.2.2. I servizi integrati di supporto dell’innovazione: attività e organizzazione di Paradigma 113 3.2.3. Le pratiche di co-creazione tra forme strutturate e sperimentazione di modelli innovativi 114 3.2.4. Co-creazione e responsabilità: il finanziamento diffuso dell’innovazione sostenibile 117 3.2.5. Riflessioni conclusive 118 3.3. Criptovalute, self-governance e “beni comuni”: il caso di Commoncoin 119 3.3.1. La cultura come bene comune: il contesto dell’iniziativa Commoncoin 121 3.3.2. Lo sviluppo di Commoncoin tra comunità locali e reti globali 123 3.3.3. Co-progettare il “bene comune”: le dimensioni della co-creazione nell’esperienza Commoncoin 126 3.3.4. Responsabilità come empowerment comunitario 129 3.3.5. Riflessioni conclusive 131 IV. Co-creazione, territorio e sostenibilità ambientale 133 4.1. Ridefinire le relazioni fra comunità e ambiente: il caso di ASFO Erbezzo 134 4.1.1. L’Associazione Fondiaria come nuovo attore collettivo nei processi di sviluppo locale 136 4.1.2. La cura del territorio come responsabilità condivisa: forme di partecipazione e pratiche innovative 140 4.1.3. Riflessioni conclusive 144 4.2. Allineare innovazione e società attraverso un patto di filiera: il caso del Patto della Farina 145 4.2.1. La ricerca di un modello alternativo e sostenibile di filiera alimentare 147 4.2.2. (Ri-)definire agricoltura e sostenibilità, dal basso 151 4.2.3. Un “contratto sociale” per la responsabilità 153 4.2.4. Riflessioni conclusive 155 4.3. La co-creazione di un modello energetico diffuso: il caso di ènostra 156 4.3.1. I contesti dell’innovazione: territorio, diritto e ricerca 158 4.3.2. Dare forma alla co-creazione: organizzazione e partecipazione in ènostra 161 4.3.3. Partecipazione e responsabilizzazione: l’approccio di ènostra all’innovazione responsabile 164 4.3.4. Riflessioni conclusive 167 Conclusioni. Co-creare l’agire responsabile nell’innovazione dal basso 169 Postfazione. I musei della scienza di fronte all’innovazione responsabile 179 Glossario. Le parole della co-creazione e dell’innovazione responsabile 187 Riferimenti bibliografici 193 PREFAZIONE*1 Per lungo tempo – sia nel dibattito pubblico, sia fra i decisori politici– l’innovazione è stata descritta come una relazione linea- re e unidirezionale fra ricerca di base, ricerca applicata e sviluppo tecnologico. Secondo il modello lineare dell’innovazione, la ricerca fondamentale – che impegna gli scienziati nelle università e nei la- boratori scientifici– pone le basi per la ricerca applicata e industria- le. Quest’ultima, a sua volta, trasforma tali presupposti conoscitivi in prodotti e servizi, anche ad alto contenuto tecnologico, che si presume avranno un impatto sociale ed economico positivo. Si è a lungo discusso su questo modo d’intendere l’innovazione, sulle ragioni del suo successo, sui suoi limiti e sulla necessità di costruire prospettive analitiche alternative da cui possano derivare anche strategie politiche finalizzate a coinvolgere la società nei per- corsi di innovazione. Allo stato attuale, l’idea che l’innovazione proceda in modo uni- direzionale dalla ricerca scientifica allo sviluppo tecnologico per poi diffondersi nella società appare come definitivamente superata. Certo non è possibile escludere che continui a esercitare qualche fascino, ma è piuttosto improbabile che possa tornare in auge, almeno nell’ambito degli Studi Sociali sulla Scienza e la Tecnologia (STS) da cui questo volume prende le mosse. Il contributo seminale degli STS nel disegna- re un’immagine differente delle mutevoli relazioni fra le pratiche della ricerca tecnoscientifica e i contesti sociali entro cui si sviluppa viene ricostruito nel primo capitolo di questo volume, che ci accompagna verso il superamento di una visione semplicistica dell’innovazione, propria del modello lineare. In luogo di una scienza neutrale e scevra da vincoli che, attraverso lo sviluppo tecnologico guidato dall’indu- * L’autore della prefazione è Federico Neresini (Università degli Studi di Padova). 10 Co-creazione e responsabilità nell’innovazione tecnoscientifica stria, predetermina i destini della società gli STS hanno dunque evi- denziato come vari campi del sociale, – fra cui il diritto, le politiche pubbliche, l’etica e la cultura– siano elementi costitutivi delle stesse attività di ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. La forza della critica da parte degli STS al modello lineare di- pende in parte dal fatto che non riguarda solamente la dimensione orizzontale e unidirezionale del rapporto fra scienza, tecnologia e società, ma anche quella, per così dire, “verticale”, ovvero quella per cui il processo di cambiamento procede dall’alto al basso (top- down), da un’élite di specialisti – se non addirittura da una singola persona identificata come lo scopritore o l’inventore – alla massa degli utilizzatori finali. Per questi ultimi, nella logica del modello li- neare, rimarrebbe disponibile solo un’unica opzione che corrispon- de alla scelta fra usare o meno l’innovazione. Anzi, talvolta nem- meno quella, visto che l’innovazione, una volta affermatasi presso la maggioranza delle persone, eserciterebbe una “pressione” a cui resistere risulta davvero difficile, se non quasi impossibile. Sembra essere accaduto con l’automobile, con la televisione, con i personal computer, gli smart-phone e il web, al punto che quasi non riuscia- mo più nemmeno a immaginarci senza di loro. Il contributo degli STS nel delineare una visione alternativa a quella che privilegia la direttrice top-down nei processi d’innova- zione è stato molto significativo, tanto sul piano della ricerca em- pirica, quanto su quello della riflessione teorica. È proprio grazie a tale contributo se oggi viene riconosciuto il ruolo che i cosiddetti “utilizzatori finali” esercitano fin dall’inizio dello sviluppo dell’in- novazione, per poi proseguire nelle pratiche di adattamento, natu- ralizzazione e riparazione, fino a comprendere anche quelle relative alla resistenza o al rifiuto dei nuovi artefatti e dell’ordinamento del- le relazioni sociali ad essi associate. Questo libro si inserisce in tale prospettiva, arricchendola di ulte- riori casi di ricerca e di nuovi elementi interpretativi, con particola- re attenzione alle pratiche di co-creazione dell’innovazione, ovvero quei processi avviati e coordinati da gruppi e collettivi di cittadini, talvolta anche in collaborazione con organizzazioni impegnate nel- la ricerca scientifica, industria e decisori pubblici. Un apporto che dunque non può che essere accolto positivamen- te, soprattutto in relazione al fatto che – come dimostra il volu-

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