Comité éditorial Michel Blay • Jean Celeyrette • Francesco Furlan Eberhard Knobloch • Pier Daniele Napolitani Michael Shank • Bernard Vitrac Coordonné par Francesco Furlan ⊀ SCIENCES ET SAVOIRS BIBLIOTHÈQVE DE SCIENCE, TRADITION ET SAVOIRS HVMANISTES Comité éditorial Michel Blay • Jean Celeyrette • Francesco Furlan Eberhard Knobloch • Pier Daniele Napolitani Michael Shank • Bernard Vitrac Coordonné par Francesco Furlan ⊀ SCIENCES ET SAVOIRS BIBLIOTHÈQVE DE SCIENCE, TRADITION ET SAVOIRS HVMANISTES ⊀ Volume Ier Edizione critica, traduzione, introduzione e note di Paolo d’Alessandro e Pier Daniele Napolitani ARCHIMEDE LATINO IACOPO DA SAN CASSIANO E IL CORPVS ARCHIMEDEO ALLA METÀ DEL QUATTROCENTO CON EDIZIONE DELLA CIRCVLI DIMENSIO E DELLA QVADRATVRA PARABOLÆ Edizione critica, traduzione, introduzione e note di Paolo d’Alessandro e Pier Daniele Napolitani PARIS LES BELLES LETTRES 2012 Conformément aux principes de la collection « Sciences et Savoirs », ce volume a été approuvé pour la publication par le Comité éditorial, qui a chargé M. Francesco Furlan d’en faire la révision et d’en surveiller la correction en collaboration avec MM. Paolo d’Alessandro et Pier Daniele Napolitani Tous droits de traduction, de reproduction et d’adaptation réservés pour tous les pays. © 2012, Société d’Édition Les Belles Lettres, 95 bd Raspail 75006 Paris ISBN : 000000000000 A Igor Montrose Endor... ... e a B. ( οὗ ἕνεκα μανθάνω τὴν Ἑλληνικὴν γλῶσσαν ) PREFAZIONE Nel 1544 usciva a Basilea l’editio princeps greco-latina di gran parte dei testi di Archimede oggi noti. Senza tema di esagerare, si può sostenere che que- sto avvenimento — al pari della pubblicazione del De revolutionibus orbium cælestium di Niccolò Copernico, apparso l’anno precedente a Norimberga — abbia fornito un forte impulso alla nascita della scienza moderna: grazie alla stampa basileese, il Siracusano poteva finalmente abbandonare gli scaffali delle biblioteche erudite e parlare direttamente ai filosofi naturali, ai mate- matici, agli ingegneri. Fu l’Archimede latino di Basilea che conobbe e studiò il giovane Galileo; fu questo stesso Archimede che, sullo scorcio del sec. XVI e nei primi anni del sec. XVII, ispirò un radicale cambiamento nel modo di intendere la matematica. Tutti gli studiosi concordano sull’importanza dell’edizione archimedea del 1544; curiosamente, però, scarsa attenzione è stata finora dedicata al traduttore latino: il cremonese Iacopo da San Cassiano. Se si eccettuano alcuni lavori eruditi elaborati nel corso del sec. XIX, nell’ambito della filologia umanistica e della storia della scienza non si è mai tentato di inda- gare a fondo la figura di questo allievo di Vittorino da Feltre, corrispondente dell’Aurispa e del Filelfo, formatosi a Mantova e Pavia e trasferitosi poi alla corte papale di Niccolò V, dove lasciò incompiuta una traduzione della Bibliotheca di Diodoro Siculo e dove morí nei primi anni Cinquanta del sec. XV. Il velo di incertezza che avvolge la figura di Iacopo sembra anzi risalire già al Quattrocento, dato che anche i biografi contemporanei come Francesco Prendilacqua e Bartolomeo Facio forniscono su di lui, sulla sua morte e sulle sue fatiche archimedee notizie vaghe, incomplete, imprecise. Tale situazione ebbe a riflettersi anche sulla fortuna moderna della tra- duzione. Il grande Johan Ludvig Heiberg — a cui dobbiamo ancor oggi la 10 PREFAZIONE possibilità di studiare la tradizione e il testo archimedei — gli dedicò poche pagine dei suoi Prolegomena; quanto alla traduzione di Iacopo, la ritenne di scarso o nullo valore per la ricostruzione del testo greco, oggetto delle sue ricerche per quasi quarant’anni. Piú recentemente Marshall Clagett ha dedicato a Iacopo un capitolo del suo Archimedes in the Middle Ages: un lavoro prezioso, che contiene fra l’altro una lista completa dei testimoni manoscritti dell’opera del Cremonese. L’in- teresse del Clagett, tuttavia, si appuntava soprattutto sul destino medievale e rinascimentale della precedente traduzione latina di Guglielmo di Moerbeke, sicché lo studioso americano si astenne da un esame approfondito della ver- sione umanistica e della sua tradizione, analizzandone solo cursoriamente le caratteristiche testuali e avanzando proposte piuttosto frettolose sui rapporti fra Iacopo e il suo predecessore medievale, nonché sul possibile esemplare greco messo a frutto dall’interprete quattrocentesco. In questo libro ci siamo prefissi di restituire all’Archimede latino il ruolo che gli compete nella nascita della scienza moderna, stabilendo basi sicure su cui si possa avviare uno studio complessivo della riscoperta archimedea in età umanistica e della sua influenza — per il tramite dell’editio princeps — sul revival matematico del Cinquecento. Nella prima parte del volume ( « Iacopo da San Cassiano traduttore di Archimede » ) incominceremo quindi col rac- contare quanto ci è stato possibile ricostruire riguardo alla vita e all’attività del suo artefice: con questo intento seguiremo Iacopo nei suoi viaggi dalla « Giocosa » di Vittorino allo Studio di Pavia e dalla corte dei Gonzaga a quella di Niccolò V, cercando di mettere in luce soprattutto attraverso quali frequentazioni sia venuto maturando il progetto della traduzione del corpus di Archimede e in quali contesti culturali essa si sia diffusa nella seconda metà del Quattrocento. Vedremo cosí emergere da un lato la vivacità dell’am- biente pavese e mantovano nei decenni centrali del secolo, insieme al fer- vore di studi dei circoli umanistici milanesi, bolognesi, ferraresi e romani, spesso attraversati da polemiche anche violente tra i rispettivi protagonisti; dall’altro potremo osservare la poliedricità del circolo del Bessarione e l’a- cribia del giovane Regiomontano, che lo stesso cardinal Niceno aveva chia- mato in Italia, ma anche la curiosità scientifica dimostrata da artisti e tec- nici del calibro di Piero della Francesca, di Francesco dal Borgo e di Leo- nardo da Vinci. Nella seconda parte ( « La traduzione di Archimede » ) inizieremo con l’e- saminare le testimonianze relative alla versione latina di Archimede ed Euto-
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