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Appunti di ricerca di Maria Angela Padoa Schioppa PDF

136 Pages·2015·2.3 MB·Italian
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da: RICERCHE in: WWW.MARIA-ANGELA-PADOA-SCHIOPPA.IT Appunti di ricerca di Maria Angela Padoa Schioppa Indice degli argomenti Approdo alla scienza dello spirito attraverso Archiati (luglio 1998)......................................... 2 Vivere l’esperienza della Pasqua (Pasqua 2000) ....................................................................... 19 Riflessioni varie sul mio cammino spirituale. Rielaborazione e commento a due conferenze di Steiner (luglio 2000) .................................................................................................................. 25 Diario di ricerca sul tema dell’invecchiamento e della malattia (marzo 2001) ...................... 35 Il mistero del Natale (Natale 2001) ............................................................................................... 47 Appunti di ricerca sulle conferenze di Steiner ‚Antroposofia e Cristianesimo‛ e ‚Cristo e l’anima umana‛ (settembre 2002). ................................................................................................ 51 La vita dopo la morte: il viaggio oltre la soglia (primavera 2003 e 2011) ............................... 63 Appunti di ricerca sul tema del male – Schede riassuntive di vari autori studiati (gennaio 2004) .................................................................................................................................................. 75 Appunti di ricerca sul tema del male (gennaio 2004) ................................................................ 91 Appunti di ricerca sul tema dell’ordinamento sociale (gennaio 2004) .................................... 95 Appunti di ricerca sul tema della biografia umana (maggio 2004) ....................................... 104 Traccia di appunti sul tema ‚Dalle religioni all’individualismo etico‛ (settembre 2004) 113 I messaggi di Ernesto Balducci (ottobre 2004) ........................................................................ 115 Mie riflessioni sui fatti politici mondiali (ottobre 2004) .......................................................... 117 Studio sul tema "I dodici sensi" (novembre 2004) .................................................................... 120 1 vers. 3 marzo 2015 Approdo alla scienza dello spirito attraverso Archiati (luglio 1998) Indice II Parte: anni 1995-1996. 1. Appunti presi nel dicembre del ‘95. 2. Appunti sul significato e sulla mia esperienza della Pasqua: le varie tappe. Aprile ‘96. III Parte: dal 1997 in poi. 1. Approdo a un cammino di ricerca in seno alla scienza dello spirito. 2. Comunicazione agli altri del mio itinerario. 3. Conferme delle mie scelte. 4. Cosa rimane di essenziale del mio cammino precedente. 5. Cosa cambia rispetto Cristianesimo tradizionale cui prima aderivo. 5.1. L’esegesi dei vangeli. 5.2. Nuove conoscenze. 5.3. Nuove forme di espressione della propria spiritualità: preghiera comunitaria e preghiera personale. 5.4. Esperienza comunitaria: principali conseguenze derivanti dal non appartenere più a un gruppo. a) Capovolgimento sul piano conoscitivo e etico. b) Pericolo di isolarsi in uno spiritualismo d’elite. c) Reale maggiore solitudine. II PARTE: anni 1995-1996 Negli anni ‘95 -’96 ho vissuto un sempre crescente allontanamento dalla pratica religiosa nella chiesa cattolica e di pari passo una sempre più chiara consapevolezza della scelta che stavo compiendo verso la scienza dello spirito. Durante questo periodo di passaggio ho scritto una traccia di appunti che riflettevano l’esperienza che stavo vivendo. 1. Appunti presi nel dicembre 1995 Dopo gli anni del centro religioso abbiamo gradualmente abbandonato il linguaggio "religioso". Non era solo una questione di linguaggio, corrispondeva all’esigenza di filtrare quella mentalità e pratica religiosa ad un setaccio laico, universale e vedere cosa rimaneva. Il motivo di questa evoluzione è stato anche il confronto, sempre più frequente per noi, con persone agnostiche o in ricerca. Per esempio agli incontri del "corso per fidanzati" tutti o quasi i partecipanti erano completamente laici. In questi casi ci sembrava meglio prescindere dal linguaggio che si usa fra credenti e fare invece appello alle esigenze profonde che accomunano tutti gli uomini: desiderio di essere felici, interrogativi sul senso 2 vers. 3 marzo 2015 della vita, paura dell’ignoto, del mistero con cui l’uomo ha a che fare nel corso della sua esistenza, paura della morte, della sofferenza. Oppure riferirsi a valori universali, oggi più sentiti, quali la solidarietà, l’ecologia, il tentativo di superare le ingiustizie verso le etnie più povere della terra, ecc. Molte volte ci è sembrato di vedere che le persone inserite in una pratica religiosa corrono il pericolo di mistificare il sacro, tenendolo separato dalla vita normale quotidiana. Al contrario io tendo a pensare sempre di più che lo Spirito è presente nella vita quotidiana, nelle persone, negli eventi che viviamo, nella natura ecc. e che le liturgie eventualmente sono un modo per celebrare insieme ad altri tale presenza, e non il luogo dove lo Spirito è sommamente presente. Riguardo al sacramento della riconciliazione noi abbiamo sperimentato che si può abbandonare la pratica della confessione ma mantenerne il succo, vivendo concretamente (per esempio nel rapporto con i figli) un atteggiamento che è disposto a vedere i propri sbagli o quello in cui si è fatto soffrire gli altri e che sa chiedere perdono con semplicità. Oppure si può credere fortemente nel sacramento dell’eucarestia, ma poi non saper vivere concretamente reali esperienze di "comunione" con le persone, e viceversa si può vivere autentiche esperienze cristiche di condivisione e di comunione, senza essere osservanti di una pratica religiosa. Mi sono accorta che le varie forme di preghiera, vissute prima nella pratica religiosa (preghiera di silenzio, di ringraziamento, contemplazione, celebrazione ecc.), sono presenti per me adesso nella vita, durante la quotidianità. Mi capita molto spesso di applicare queste "categorie" che ho imparato negli anni della mia formazione religiosa in seno alla chiesa, a fatti o esperienze o incontri che avvengono nella mia vita quotidiana, con la stessa solennità interiore di quella che può sentire un praticante in una liturgia in chiesa. 2. Appunti sul significato per me della Pasqua: le varie tappe. Aprile 1996. Che senso dare per me oggi alla partecipazione ad una liturgia pasquale cattolica? In quali altri modi celebrare l’evento pasquale? - Ascolto della Passione di Bach. - Meditazione e attualizzazione personale. - Lettura di Archiati. Ripensando al nostro cammino abbiamo vissuto tante diverse tappe, riguardo alla Pasqua: - Gli anni delle bellissime e luminose liturgie pasquali al Centro Religioso di cui i Canti, composti da Roncari, sono stati una parte fondamentale: erano dei veri "annunci". - Gli anni in cui restavamo apposta a Milano fino al giorno di Pasqua per animare la liturgia della settimana santa, quando al Centro Religioso c’era il padre Alessio. - Gli anni in cui con le bimbe (Margherita, Chiara e Cecilia) cantavamo i canti di Comi di Spello, molti dei quali proprio sulla Pasqua. E contemplavamo i quadri del Beato 3 vers. 3 marzo 2015 Angelico sulla storia di Gesù, come traccia per cominciare a raccontare loro qualcosa della passione, morte e resurrezione. - L’anno in cui ho fatto uno "studio" sulla Pasqua leggendo degli scritti di Martini, (Paola aveva 1 anno). È stato fondamentale per me per cogliere il significato della Pasqua come "passaggio dalla morte alla vita". Da quel momento in poi è entrata dentro di me una nuova luce e la Pasqua è diventata un’esperienza reale della mia vita, e una chiave di lettura di molte esperienze che vivevo realmente. - Gli anni dopo la nostra "partenza" dal Centro Religioso, in cui ho letto e meditato a lungo sugli scritti di Giuseppe Florio riguardanti la morte e resurrezione di Cristo (nei libri: "In Cristo per l’uomo" e "Shalom"). - L’anno del viaggio pasquale a Roma (‘87) in cui avevo scritto quali "passaggi" speravo di riuscire a compiere nei vari aspetti della mia vita, in quel periodo. - Quest’anno (‘96) in cui attraverso l’incontro con Archiati il mio cammino di ricerca spirituale si è aperto a nuovi orizzonti, non in contrasto con le tappe precedenti, ma arricchito da conoscenze nuove. (vedi L. e C. pag.121-122-123-124-125). Il mistero pasquale del Cristo morto e risorto è lo stesso che l’uomo può vivere dentro di sé compiendo dei passi di "morte e resurrezione". È il Cristo che porta all’uomo la possibilità di generare interiormente un processo creativo, un passaggio continuo da morte a vita, da realtà di morte a realtà di vita. E io ho cominciato a vedere con occhi nuovi che questo "passaggio", questa Pasqua, era realizzabile e realmente avveniva in tanti eventi grandi e piccoli della mia vita. Ho sentito che diventava l’esperienza centrale della mia vita. Scrivo solo alcuni esempi: il passaggio che ho vissuto nel rapporto con Cecilia adolescente; dopo i primi due anni di vita di Giulia (di solitudine molto duri), l’affiorare in me di una forza nuova molto grande; durante la mia forte disfagia (malattia psicosomatica), il passaggio dal primo anno molto drammatico al periodo successivo dell’attesa di Paola, in cui mi sono sentita rinascere per questo dono particolare che il destino mi offriva; e così per molti altri eventi della nostra vita. III PARTE: dal ‘97 fino ad ora (luglio ‘98). 1. Approdo a un cammino di ricerca in seno alla scienza dello spirito. Dall’anno 1997 sono arrivata a sentire con certezza che la scelta d’intraprendere un cammino in seno alla scienza dello spirito di Steiner era la più consona alle mie esigenze interiori. In Pietro Archiati ho trovato la grande conferma dell’itinerario evolutivo che già stava avvenendo nella mia vita, e ho trovato la spiegazione dei motivi per cui può avvenire che si viva un "passaggio". a) Passaggio dalla chiesa cattolica alla scienza dello spirito: dall’inserimento in una chiesa (come ambito di catechesi e luogo di espressione del culto), a una nuova fase in cui si 4 vers. 3 marzo 2015 sente la necessità di abbandonare quell’ambito, a tutti i livelli, per intraprendere un cammino di ricerca individuale che meglio risponda alle proprie esigenze evolutive. b) Passaggio dal gruppo all’individuo: da una fase di "gruppo" a una fase in cui si prova ad assumere in sé la dimensione di universalità e di individualità. (vedi C.R. pag. 38-39-40; L. e C. pag. 112-113). c) Passaggio dal cristianesimo "tradizionale" al cristianesimo in chiave di libertà, in cui il Cristo si presenta come colui che apre all’uomo la possibiltà di cominciare un cammino di ricerca individuale e di crescita personale a partire dalla propria libertà. (vedi C.R. pag. 58- 59-60). d) Passaggio dalla fede alla ""1. "Beati coloro che senza vedere saranno convinti" (Gv. 20, 29). Beati coloro che avendo perso l’antica e non libera chiaroveggenza (che l’uomo ha avuto per secoli in passato) e non sentendo più adeguato alla loro umanità attuale il credere alle verità rivelate per "fede" con un atteggiamento passivo dell’anima, passeranno alla "" cioè alla "fiducia dell’Io in sé stesso" che inizia un modo nuovo di congiungersi col divino: poggiandosi sulle forze della conoscenza responsabile. Il Cristo è venuto ad inaugurare una nuova via del cammino spirituale, capace di partire dagli sforzi della libertà umana per accedere ai mondi spirituali per propria scelta libera, con l’attività pensante del proprio pensiero individuale. (vedi L.E.V. pag. 15-16). Quella che Steiner chiama l’epoca dell’"anima cosciente" Nel vangelo di Marco, Cristo si rivolge all’albero del fico (quello dell’antica chiaroveggenza) perchè porti a termine il suo operare nell’umanità (vedi L.E.V. pag. 14- 15). 2. Comunicazione alle persone del mio itinerario. Nei primi tempi del mio distacco dalla chiesa non mi sentivo di raccontare il mio itinerario alle persone con cui avevo condiviso il cammino di fede ecclesiale, per il timore di non essere capita o di rattristarle. Poi, in seguito all’incontro con Archiati e all’arricchimento sempre maggiore che traevo dalla mia ricerca spirituale, ho sentito che era arrivato il momento di raccontare, senza imbarazzo, la mia esperienza. E ho cominciato a parlarne con molte persone a me vicine. 3. Conferma della mia scelta. Nella primavera dell’anno scorso ho vissuto due eventi che ho sentito come conferme forti per me, del mio itinerario. 1 si pronuncia: pistis 5 vers. 3 marzo 2015 a) La conferenza della maestra di Paola, Giovanna Chiantelli, in occasione della Pasqua che era incentrata sul tema del passaggio dall’adorazione di Dio nel tempio allo scoprire che è l’uomo il tempio dello Spirito. b) Un mio sogno che trattava proprio il tema di questo cambiamento avvenuto nella mia vita. 4. Cosa rimane di essenziale del mio cammino precedente. Quello che rimane di essenziale è il sentire che il Cristo è al centro di tutto il cammino evolutivo dell’uomo e del cosmo. Inoltre rimane la stima profonda per tante persone incontrate in seno alla chiesa, di cui ho sentito e apprezzato molto lo stile di "amore del prossimo veramente evangelico" che non è facile trovare in altri ambiti. 5. Cosa cambia rispetto al cristianesimo tradizionale cui prima aderivo. 5.1. L’esegesi dei Vangeli. La lettura esoterica dei Vangeli così come ce la presenta Rudolf Steiner, offre chiavi di lettura molto più ampie e diverse da tutte le esegesi bibliche che avevo potuto accostare prima. Per me è un mondo tutto da scoprire, particolarmente arricchente e appassionante, dato l’interesse grande che già prima avevo avuto per le Scritture, negli anni del Centro Religioso, del gruppo di preghiera ecc. 5.2. Nuove conoscenze. La possibilità di accostare molte nuove conoscenze, visioni della realtà, così come R. Steiner le ha offerte all’uomo di oggi attraverso la scienza dello spirito. Accostarle non con un taglio intellettuale, per curiosità conoscitiva, ma per un’esigenza esistenziale, col desiderio di fare un lavoro su sé stessi. Non accettando supinamente queste conoscenze come "dogmi" da prendere per veri, ma accogliendo questi semi offerti da Steiner solo nella misura in cui possono avviare un lavoro di ricerca personale e una attualizzazione inserita nella propria vita quotidiana. Cito alcuni temi su cui ho iniziato un lavoro di lettura e di approfondimento: la Trinità, la Pasqua, la Parousia, la reincarnazione, il karma, la malattia, il problema del male, la libertà, la nascita e la morte, la tolleranza e molti altri. 5.3. Nuove forme di espressione della propria spiritualità: preghiere comunitarie, meditazione e preghiera personale ecc. Premessa: alla base ci sta una visione sostanzialmente capovolta rispetto a quella che generalmente le chiese hanno del "culto". Il "sacro" che si celebra nel culto non è un Dio esterno all’uomo, ma è nell’uomo stesso, nella sua vita, nei suoi eventi, nella natura, soprattutto da quando il Cristo, con l’evento del Golgota, ha fatto della terra la sua dimora 6 vers. 3 marzo 2015 e dell’uomo il tempio del suo spirito. Allora ogni incontro dell’altro è un sacramento e ogni essere della natura è dimora del Cristo. "Nella misura in cui l’individuo vivrà per forza propria ogni cosa e ogni evento come un sacramento cristico reale di transustanziazione e di comunione e non sarà più in grado di dimenticare ("Fate questo in memoria di me") la consacrazione cristica dell’Io e della terra, perchè la vive e la compie in ogni gesto e in ogni incontro, nella stessa misura si renderà superfluo il motivo rammemorativo del culto tradizionale: ognuno diventerà lui stesso il sacerdote che celebra" (da Archiati Q.V. pag. 120). Data questa premessa per me sono cambiati i modi d’intendere e vivere sia la dimensione comunitaria del celebrare, sia la dimensione di preghiera personale e di meditazione; ma non è diminuita per nulla l’esigenza di "celebrare", anzi semmai è diventata più intensa proprio perché affidata totalmente alla mia iniziativa e creatività personale. a) Dimensione di preghiera comunitaria. Penso che forse si andrà verso un’epoca in cui le liturgie delle varie chiese lasceranno il posto a modi del tutto nuovi e creativi di "celebrare" gli eventi della vita, che saranno dell’"uomo" universale e non più di chi appartiene all’uno o all’altro gruppo, affidati all’iniziativa e alla creatività dei singoli. Per queste "liturgie del futuro" penso che l’arte, nelle più svariate forme, (poesia, danza, canto, lettura di pensieri, recitazione, disegni, pitture, euritmia, fotografia...) possa essere un mezzo particolarmente adatto ed espressivo, un veicolo di messaggi e di comunicazione fra le persone. Per gustare il valore di queste celebrazioni credo sia importante ritenere che la comunicazione di qualcosa di sé, di personale, lungi dall’essere una debolezza o una cosa di cui imbarazzarsi, può diventare il dono più straordinario e prezioso che ciascuno si sente di fare agli altri, durante il suo viaggio terreno. In questi ultimi tempi noi abbiamo vissuto già alcune esperienze di "liturgie nuove". Per esempio: – la serata di "preghiera" del 24 dicembre con le nostre figlie – la celebrazione del 31 dicembre a casa della Giovanna Chiantelli – la serata comunitaria in memoria di Vittorio Acchiappati e per la Marlène, alla scuola steineriana – le ultime due conferenze di Archiati ai due convegni di Roma del ‘97 e ‘98, rispettivamente sull’Essere dell’Amore e sulla Pentecoste – la serata organizzata da un amico dei miei fratelli in occasione della morte di sua moglie – la commemorazione di mio zio Willy nella portineria di casa sua: tutti i presenti in ascolto del messaggio vivo e commosso preparato da una sua figlia e poi, nel momento della sepoltura, in ascolto di una musica suonata al violino. Ciascuno di questi esempi andrebbe illustrato e raccontato per capire perchè li ho citati come "liturgie nuove". Inoltre ho sentito come "liturgie" inconsapevoli dell’uomo laico di oggi anche altre esperienze di questi ultimi anni: – il film di Benigni "La vita è bella" per la reazione e l’almosfera che si è creata in sala alla fine del film – il concerto in S. Ambrogio del 7 vers. 3 marzo 2015 Requiem di Mozart – altri concerti del coro Cantosospeso – le ore di euritmia condivise da circa 100 persone, durante il convegno di Archiati. In tutte queste occasioni ho sentito che veniva vissuta una sorta appunto di "preghiera comunitaria", per il fatto che molte persone riunite vivevano una medesima realtà con lo stesso intento, esprimendo qualcosa di profondo insieme: la loro "umanità". b) Dimensione di preghiera personale. Distinguerei due piani: quello dell’approfondimento conoscitivo e della mia elaborazione personale; quello della vita sentita come luogo ed occasione continua di contemplazione e di meditazione. L’approfondimento conoscitivo. L’incontro con Archiati e la lettura e rilettura dei suoi scritti per me è una fonte continua di profondo arricchimento, di incoraggiamento nei momenti di forte difficoltà, è come una voce calda e amorevole dello Spirito che mi comunica (o forse che conferma e fa risuonare qualcosa che è già dentro di me) una profondissima fiducia nel significato dell’esistenza terrena e nelle risorse potenziali che ogni uomo ha in sé. C’è una consonanza particolare in me col modo di esprimersi di Archiati. Leggere i suoi scritti è un’esperienza anche di grande gioia e beatitudine. A volte è uno stimolo inquietante perchè mette in evidenza con chiarezza che nessuno può sostituirsi alla nostra libera iniziativa di "salvarci" o di "perderci", perchè l’amore di Cristo per l’uomo è tale che egli non vuole sostituirsi alla nostra libertà. La vita. Molte volte in questi anni ho sentito che la vita, in tanti suoi eventi, diventa per me il luogo e l’occasione di "contemplare" e di pregare. Provo a esprimere alcuni modi in cui vivo la preghiera: – la contemplazione di esseri della natura del mondo minerale, vegetale e animale, di paesaggi; – l’esperienza di euritmia o l’ascolto di musica se vissuto con raccoglimento; – la contemplazione di un neonato o di un bambino molto piccolo, in cui io sento particolarmente evidente una presenza misteriosa di natura spirituale che è inversamente proporzionale al suo non saper ancora fare nulla; – l’incontro fra due persone, se vissuto come esperienza di comunicazione profonda e di comunione; – la contemplazione di una persona ammalata grave, del mistero che porta con sé; e infine scrivere sui miei quaderni. Per me scrivere è un modo per valorizzare e celebrare tanti eventi della propria vita, per ripensarli e lasciarli risuonare nel proprio cuore. Oppure per esprimere i momenti di crisi, le sofferenze, le paure, le incapacità, che in alcuni momenti sono più evidenti. A volte è un raccontare i doni di comunicazione profonda o di intesa avvenuti nel rapporto con alcune persone. È un esprimere gratitudine per i doni di cui a volte mi sento ricolma, è un modo per "stare" con le persone che descrivo, ripensando a loro, al loro cammino, al loro momento attuale. Oppure è un modo di celebrare un evento della natura o un’esperienza artistica cui ho partecipato. In questi anni ho sempre sentito che per me scrivere ha anche un valore 8 vers. 3 marzo 2015 "terapeutico": mi dà un senso di calma interiore, di concentrazione, di armonia, crea unità fra tutte le diverse e varie esperienze che la vita mi porta incontro ogni giorno. 5.4. Esperienza comunitaria: principali conseguenze derivanti dal non appartenere più a un gruppo. L’aver scelto di non appartenere più a un gruppo comporta diverse conseguenze: principalmente tre aspetti. a) Il capovolgimento che avviene sul piano della conformità a una ortodossia di pensiero e a un’ etica espressa in forma di legge di comportamento. Sul piano conoscitivo ho sentito il sollievo di non dover più vivere una forzatura interiore per essere conforme a un’ortodossia ufficiale. L’aver lasciato l’ambito della chiesa cattolica, non per disaffezione ma per l’esigenza di condurre un cammino di ricerca in prima persona, mi fa sentire con altrettanta chiarezza che non cercherò un’altra "chiesa" nella società antroposofica, perchè anche lei, in quanto istituzione, corre esattamente gli stessi pericoli di qualsiasi gruppo: voler stabilire chi è dentro e chi è fuori in base a una conformità di stile o di scelte. Sul piano etico ho sperimentato il passaggio da un’etica esterna cui riferirsi, adatta in una fase iniziale di crescita, a un’etica in cui è solo la coscienza individuale che può di volta in volta valutare la bontà o manchevolezza delle proprie scelte. Per cui se per esempio si passa da una fase di egoismo ad una fase di maggiore attenzione all’altro, lo si fa per raggiungere una maggiore pienezza del proprio essere e non per ubbidire ad una legge esterna. b) Il pericolo di isolarsi in uno spiritualismo di elite. È un pericolo reale che sento di poter correre: isolarmi o peggio prendere la tangente, per la grande attrazione che esercita su di me l’approfondimento di queste conoscenze spirituali offerte dalla scienza dello spirito. Il pericolo è quello di prescindere dal cammino delle altre persone o di ritenersi superiori. Ma sento che c’è un motivo sostanziale perchè questo non si verifichi: il fatto di ritenere che la meta ultima dell’evoluzione di ogni essere umano sia quella di diventare gli uni membra degli altri nell’unico Essere dell’Amore. Nell’amore cristico non c’è spazio per una salvezza privata. In Steiner ho trovato una profonda conferma del fatto che nel progetto di Cristo per l’umanità o c’è salvezza per tutti o non c’è per nessuno, perchè la meta finale dell’evoluzione è la ricompaginazione di ogni essere nell’unico essere del Cristo (L.E.V. pag. 47-48). c) La condizione di maggiore solitudine in cui mi trovo. Spesso in questi anni ho sentito il dispiacere di non trovare ancora nelle persone a me vicine, tranne poche eccezioni, un’esigenza di ricercare spazi più ampi di conoscenze e di 9 vers. 3 marzo 2015 approfondimento, rispetto per esempio al cammino biblico del cristianesimo tradizionale; ma sono convinta che c’è un motivo profondo per cui ogni persona dà delle priorità nelle proprie scelte ed ha differenti esigenze. Andrea invece – e non è poco per me – inizialmente forse un po’ incuriosito dal mio entusiasmo, ma in seguito per sua esigenza personale, ha iniziato circa tre anni fa un suo cammino di ricerca. Anche per lui la lettura di Archiati è stata determinante per ampliare il suo precedente itinerario spirituale. Sapere che con Andrea c’è questa forte consonanza è un dono per me molto prezioso. Per il futuro sento il desiderio di poter condividere con altri almeno qualcosa del proprio cammino di ricerca personale, attraverso letture comuni e comunicazioni di esperienze. Nota: questi appunti sono solo una traccia continuamente in divenire, che spesso vorrei aggiornare, correggere o arricchire, seguendo la continua evoluzione del mio cammino di vita. CITAZIONI da testi di Pietro Archiati. Abbreviazioni. L. e C. = Libertà e Cristianesimo (dagli atti del convegno- Bologna agosto 1994) C.R. = Cristianesimo e Reincarnazione (dagli atti del convegno-Roma aprile 1994) L.E.V. = Lettura esoterica deiVangeli ((Editrice l’Opera) Q.V. = Quinto Vangelo (Editrice l’Opera) L.E.V. 47-48 La prima fase della libertà non può essere che egoistica: però è al contempo il fondamento per la seconda fase che consiste nel vincere, purificare, trasformare l’egoismo tramite l’amore, comprendendo che l’essere gli uni per gli altri è la sostanza dell’umano. L’umanità intera è un organismo ora smembrato che attende dalla libertà dei singoli di essere ricostituito, riorganato: e quello sarà il corpo mistico di Cristo, in cui gli esseri umani si esperiranno come membra gli uni dentro agli altri. E allora il tuo vantaggio, la tua pienezza saranno al contempo il mio vantaggio e la mia pienezza. L.E.V. 14-15 L’albero del fico indicava sempre, in tutte le tradizioni dei misteri, l’albero dell’antica e atavica chiaroveggenza. Essere sotto l’albero del fico significa dunque ricevere una iniziazione non in chiave conoscitiva, logica, ma in chiave di rivelazione divina. 10 vers. 3 marzo 2015

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Appunti di ricerca sulle conferenze di Steiner ‚Antroposofia e Cristianesimo‛ e ‚Cristo e .. L.E.V. = Lettura esoterica deiVangeli ((Editrice l'Opera).
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