William Shakespeare Antonio e Cleopatra www.liberliber.it 1 Questo e-book è stato realizzato anche grazie al sostegno di: E-text Editoria, Web design, Multimedia http://www.e-text.it/ QUESTO E-BOOK: TITOLO: Antonio e Cleopatra AUTORE: Shakespeare, William TRADUTTORE: Goffredo Raponi CURATORE: NOTE: si ringrazia il Prof. Goffredo Raponi per averci concesso il diritto di pubblicazione. Questo testo è stato realizzato in collaborazione con l'associazione "Festina Lente C.I.R.S.A.". DIRITTI D'AUTORE: sì, sulla traduzione LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/ TRATTO DA: traduzione originale da William Shakespeare "The Complete Works", di William Shakespeare edizione curata dal prof. Peter Alexander Collins, London & Glasgow, 1951/60 Pagg. XXXII - 1370 CODICE ISBN: informazione non disponibile 1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 15 marzo 2001 INDICE DI AFFIDABILITA': 3 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO: Goffredo Raponi, [email protected] Filippo Raponi Festina Lente C.I.R.S.A., http://www.mclink.it/assoc/festinalente/ REVISIONE: Claudio Paganelli, [email protected] Catia Righi, [email protected] PUBBLICATO DA: Maria Mataluno Informazioni sul "progetto Manuzio" Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associazione culturale Liber Liber. Aperto a chiunque voglia collaborare, si pone come scopo la pubblicazione e la diffusione gratuita di opere letterarie in formato elettronico. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito Internet: http://www.liberliber.it/ Aiuta anche tu il "progetto Manuzio" Se questo "libro elettronico" è stato di tuo gradimento, o se condividi le finalità del "progetto Manuzio", invia una donazione a Liber Liber. Il tuo sostegno ci aiuterà a far crescere ulteriormente la nostra biblioteca. Qui le istruzioni: http://www.liberliber.it/sostieni/ 2 W I L L I A M S H A K E S P E A R E ANTONIO E CLEOPATRA Traged i a i n 5 at t i Traduzione e note di Goffredo Raponi Titolo originale: “ANTONY AND CLEOPATRA” 3 NOTE PRELIMINARI 1) Il testo inglese adottato per la traduzione è quello dell’edizione dell’opera completa di Shakespeare curata dal prof. Peter Alexander (William Shakespeare – “The Complete Works”, Collins, London & Glasgow, 1960, pagg. XXXII - 1370), con qualche variante suggerita da altri testi, specialmente quello della più recente edizione dell’“Oxford Shakespeare” curata da G. Welles & G. Taylor per la Clarendon Press, New York, U.S.A., 1988-94, pagg. XLIX - 1274; quest’ultima contiene anche “I due nobili cugini” (“The Two Noble Kinsmen”) che manca nell’Alexander. 2) Alcune didascalie (“stage instructions”) sono state aggiunte dal traduttore di sua iniziativa, per la migliore comprensione dell’azione scenica alla lettura, cui questa traduzione è espressamente ordinata e intesa, il traduttore essendo convinto della irrappresentabilità del teatro di Shakespeare sulle moderne ribalte.(1) Si è conservata comunque la rituale indicazione “Entra”/ “Entrano” (“Enter”) e “Esce”/ “Escono” (“Exit”/“Exeunt”) avvertendo peraltro che non sempre essa indica entrata/uscita dei personaggi, potendosi dare che questi si trovino già sulla scena all’apertura o vi rimangano alla chiusura della stessa. 3) Il metro è l’endecasillabo sciolto, intercalato da settenari, come l’abbia richiesto al traduttore lo scorrere della verseggiatura. Altro metro si è usato per citazioni, proverbi, canzoni, ecc., quando in accordo col testo, sia stato richiesto uno stacco di stile. 4) Trattandosi della Roma di Cesare, la forma del “tu” (i Romani non ne conoscevano altra) è sembrata imperativa, ad onta del dialogante alternarsi dello “you” e del “thou” dell’inglese. 5) Il traduttore riconosce di essersi avvalso - ed anche largamente in certi casi - di traduzioni precedenti dalle quali ha preso in prestito, oltre alla interpretazione di passi controversi, intere frasi e costrutti, dandone opportuno credito in nota. (1) Una testimonianza recente a conforto di questa tesi è venuta dalla illustre attrice Vanessa Redgrave, la quale – mentre si stanno redigendo queste note – sta recitando a Londra, al teatro del “Globe”, la parte di Prospero della “Tempesta”. Gli inglesi, per le rappresentazioni shakespeariane e degli altri drammaturghi elisabettiani, hanno voluto ricostruire dalle fondamenta lo stesso teatro in cui recitava alla fine del ’500 - principi del ’600 la compagnia dei “Kings Men” di cui lo stesso Shakespeare faceva parte. “Vedere una commedia qui - afferma la Redgrave - è tutt’altra cosa; nel senso che s’instaura una forte comunicazione fra attori e pubblico per via dello spazio circolare. E la gente, soprattutto quella in piedi al centro, può quasi toccare gli attori, può anche bere una birra durante lo spettacolo. E può parlare; tant’è vero che in certi casi al “Globe” vengono fuori battute estemporanee fra palcoscenico e pubblico”. (Intervista al quotidiano “La Repubblica” del 27 maggio 2000). 4 PER SONAGGI ANTONIO OTTAVIO CESARE Triumviri LEPIDO SESTO POMPEO DOMIZIO ENOBARBO VENTIDIO EROS SCARO seguaci di Antonio DERCETE DEMETRIO FILONE MECENATE AGRIPPA DOLABELLA seguaci di Cesare Ottavio PROCULEIO TIREO GALLO MENAS MENECRATE seguaci di Sesto Pompeo VARRIO TAURO Luogotenente di Cesare CANIDIO Luogotenente di Antonio SILIO Ufficiale dell’esercito di Ventidio EUFRONIO Ambasciatore di Antonio e Cesare ALESSA MARDIANO, Eunuco del seguito di Cleopatra SELEUCO, Tesoriere DIOMEDE CLEOPATRA regina d’Egitto OTTAVIA sorella di Ottavio Cesare e moglie di Antonio CARMINIA, IRAS Ancelle di Cleopatra UN INDOVINO, UN CONTADINO, ufficiali, soldati, messaggeri, e altri del seguito SCENA: Roma - Vicino a Sardi - Vicino a Filippi 5 AT T O PRI MO SCENA I - Alessandria. Stanza nella reggia di Cleopatra Entrano DEMETRIO e FILONE FILONE - Bah, mi pare che il nostro generale con questa sua amorosa infatuazione stia davvero passando la misura: quegli occhi che hanno sempre folgorato come quelli di un Marte corazzato, su guerresche falangi, ora dimessi, in atto di servile devozione abbassano lo sguardo su una fronte del colore del bronzo.(2) Quel suo cuore di grande condottiero che nel cozzo d’asprissime battaglie gli ha schiantato le fibule sul petto,(3) rinnegato ogni senso di ritegno, s’è ridotto ad un mantice, a un ventaglio per raffreddar gli ardori d’una zingara. Trombe.(4) Entrano ANTONIO e CLEOPATRA con le sue ancelle e con degli eunuchi che le fanno vento agitando grandi ventagli Eccoli. Osserva bene Marcantonio, e vedrai uno dei tre gran pilastri su cui si regge il mondo(5) trasformato nel giullare d’una baldracca. Osservalo, e mi darai ragione. CLEOPATRA - (Ad Antonio) Se è vero amore, dimmi quant’è grande. ANTONIO - L’amore che si può quantificare è da elemosinanti. CLEOPATRA - I confini entro i quali essere amata voglio fissarli io. (2) Cioè la fronte di Cleopatra; la quale, però, non era affatto di colore (“tawny”) dacché la regina apparteneva alla dinastia dei Tolomei, di razza macedone. Ma gli elisabettiani lo ignoravano, e la ritenevano un’africana. (3) Le corazze erano allacciate sul petto con fibule di cuoio. (4) “Flourish”: è uno dei tre segnali musicali presenti nel teatro di Shakespeare. Per questi v. la mia apposita nota alla traduzione del “Re Lear”. (5) Gli altri due sono Cesare Ottavio e Emilio Lepido: il mondo è diviso fra loro tre. 6 ANTONIO - Allora occorrerà che tu ti trovi un nuovo cielo ed una nuova terra. Entra un MESSO di Antonio MESSO - Mio buon signore, notizie da Roma. ANTONIO - M’annoiano. Avanti, solo il succo. CLEOPATRA - Ma no, Antonio, ascoltale: è forse Fulvia che ti fa un rabbuffo, o magari è lo sbarbatello Cesare,(6) che ti manda un suo ordine reciso: “Fa’ questo, o questo! Conquista quel regno, affranca questo! Esegui, o guai a te!”. ANTONIO - Ma che dici, amor mio? CLEOPATRA - Ho detto “forse”? No, è sicurissimo: non devi trattenerti qui più a lungo, devi partire, ordine di Cesare; perciò obbedisci, Antonio. Dov’è l’ordine di comparizione di Fulvia?… O di Cesare? O di entrambi? Fate venire avanti i messaggeri! Antonio, com’è vero ch’io regina sono d’Egitto, tu arrossisci tutto, e il sangue che t’imporpora le guance offre un omaggio a Cesare, o se no è il tributo di vergogna che avvampa le tue guance quando la stridula voce di Fulvia ti sgrida. Avanti i messaggeri, ho detto! ANTONIO - Si dissolva pur Roma nel suo Tevere e crolli pure dalle fondamenta l’arco immenso dell’ordinato impero! Qui è il mio mondo. I regni sono creta, e questa nostra terra di pattume nutre tutti egualmente, uomini e bestie. Vivere nobilmente è far così… (L’abbraccia) Quando una coppia è sì bene assortita e due come noi possono farlo, io sfido il mondo, a pena di castigo, (6) “… the scarse-bearded Caesar”: è, si capisce, il giovane Ottaviano Augusto. 7 a dir che c’è una coppia eguale a noi!(7) CLEOPATRA - Eccellente menzogna! Perché ha sposato Fulvia, se non l’amava? Io non sono la sciocca che sembro, e Antonio sarà sempre Antonio. ANTONIO - Salvo quando è istigato da Cleopatra… Oh, via, mia cara, in nome dell’Amore e dell’ore sue dolci, Cleopatra, non sciupiamo altro tempo a bisticciarci. Non un minuto delle nostre vite trascorra più senza un qualche piacere! Quali spassi stanotte? CLEOPATRA - Senti gli ambasciatori. ANTONIO - Alla malora! Andiamo, su, regina attaccabrighe, a cui sta bene tutto quel che fa: ridere, piangere, rimproverare! Come ogni moto di passione in te gareggia a farsi bello ed ammirato! Stasera nessun messo, eccetto te, e ce ne andremo in giro per le strade, soli soli, a guardar che fa la gente. Andiamo, mia regina, che ieri sera lo desideravi. (Al Messo) Il tuo messaggio, tienilo per te. (Escono Antonio e Cleopatra con il seguito) DEMETRIO - Hai visto in quale conto Ottavio Cesare è tenuto da Antonio? FILONE - A volte, quando Antonio non è lui, perde troppo di quella sua grandezza che sempre lo dovrebbe accompagnare. DEMETRIO - Mi dispiace, perché così avvalora le linguacce che corrono per Roma sopra di lui. C’è solo da sperare che domani sia meglio. Buon riposo. (Escono) (7) “… to weet we stand up peerless”: letteralm.: “… a riconoscere che siamo impareggiabili”. 8 SCENA II - Altra stanza nella reggia di Cleopatra Entrano CARMIANA, IRAS, ALESSA e un INDOVINO CARMIANA - Alessa, dolce Alessa, superlativo, quasi assolutissimo Alessa, dove sta quell’indovino che hai tanto lodato alla regina? Oh, potessi conoscere da lui quel marito che, dici, è destinato a fregiarsi le corna di ghirlande!(8) ALESSA - Indovino! INDOVINO - Che vuoi da me? CARMIANA - Ah, è lui. Sei tu, amico, che sai predir le cose? INDOVINO - Diciamo che so leggere qualcosa nel libro degli infiniti segreti della natura. ALESSA - (A Carmiana) Mostragli la mano. Entra ENOBARBO ENOBARBO - Presto, presto, apprestate pel rinfresco, e soprattutto vino a volontà, per bere alla salute di Cleopatra! CARMIANA - (All’Indovino, stendendogli la mano) Da bravo, dammi la buona fortuna. INDOVINO - Io la predico solo: non la fabbrico. CARMIANA - Bene; allora predicimene una. INDOVINO - Sarai ancor più florida di adesso. CARMIANA - (A Iras) In carne, vuole intendere. (8) Senso: “Come vorrei conoscere quel marito (di cui l’indovino deve aver parlato) predestinato a portare in giro la sua qualità di becco come cosa pregevole, di cui far bella mostra mediante ghirlande intorno alle corna”. 9 IRAS - No, ti dipingerai quando sei vecchia. CARMIANA - Accidenti alle rughe! ALESSA - Non irritate il suo pronosticare; state attente! CARMIANA - Silenzio! INDOVINO - Amerai più che non sarai amata. CARMIANA - Meglio scaldarmi il fegato col bere. ALESSA - Ma non così, ascoltalo! CARMIANA - Su, da bravo, predicimi una qualche fortuna straordinaria: che so, ch’io mi mariti con tre re in una mattinata, e resti vedova di tutti e tre; che partorisca un figlio a cinquant’anni, al quale renda omaggio Erode di Giudea; o ch’io mi sposi con Ottavio Cesare, e faccia il paio con la mia padrona. INDOVINO - Vivrai più a lungo di colei che servi. CARMIANA - Oh, eccellente! La longevità mi piace più dei fichi!(9) INDOVINO - Hai visto e conosciuto miglior sorte di quella che si approssima. CARMIANA - Allora può accadere che i miei figli restino senza nome; ma, di grazia, tra maschi e femmine, quanti ne avrò? INDOVINO - Se ciascuna tua voglia avesse un grembo, e ognuna fosse fertile, un milione. CARMIANA - Evvia, sciocco buffone! Come mago-stregone ti ripudio!(10) ALESSA - Tu credi che a sapere le tue voglie siano le tue lenzuola e nessun altro. (9) Alcuni vedono in questa frase di Carmiana un’allusione al paniere di fichi nel quale sarà nascosto, nel V atto, l’aspide che ucciderà Cleopatra. Ma come lo sa Carmiana?… (10) “I forgive you for a witch”: altri intendono, per stare alla lettera, “ti perdono perché sei un mago”; ma quel “for” in luogo di un più probabile “as” mi pare rifletta sul “forgive” il senso di “give up”. 10
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