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ALTRE VERITA - CUN Sicilia PDF

35 Pages·2009·2.87 MB·Italian
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Altre Verità Accennerò alle teorie di Zecharia Sitchin sul pianeta Nibiru ed i suoi abitanti gli Annunaki, aggiungendovi qualche mia considerazione e ricerca personale che ritengo possa essere interessante ed attinente all’argomento che tratteremo. Un accenno, perché parlare della sua bibliografia, composta di oltre dieci volumi, comporterebbe un impegno ben maggiore. Fonti utilizzate (cid:1) Le opere di Sitchin (su volumi e su Google) (cid:1) Secretum Omega (su Google) (cid:1) Varie riviste ufologiche come Hera e area di confine * Circa il 2% della disponibilità fig.1 1 Sono argomenti che data l’affascinante complessità e la straordinaria attendibilità avevo suggerito a Roberto Giacobbo di trattare nel suo programma televisivo Voyager. Egli mi rispose con una email, mediante la sua segreteria, mostrandosi molto interessato e assicurandomi che ne avrebbe fatto oggetto di una delle sue prossime puntate. E così è stato infatti con le puntate di Voyager del 16 e del 21 aprile scorso. Per come stanno le cose sono pochi quelli che si ostinano a negare l’esistenza degli extraterrestri. Migliaia di avvistamenti e di testimonianze fatte da personaggi al di sopra di ogni sospetto ci inducono ormai a ritenere la fondatezza di questo fenomeno che si manifesta sia con avvistamenti di mezzi alieni, anche di grande dimensione, sia con avvistamenti di cosiddette sfere di luce che io classificherei piuttosto come sonde o robot alieni. Ma chi sono, come sono e cosa vogliono queste presenze extraterrestri? Sono queste le domande fondamentali che ci assillano di più. Ma a noi, adesso, a voler considerare attendibili le teorie e le scoperte di Zecharia Sitchin, interessa piuttosto rispondere alle domande relative a: chi sono, come sono e cosa volevano gli extraterrestri discesi tra noi 445.000 anni fa. Partiamo da una recente scoperta astronomica, effettuata nel 1997 in seno al progetto spaziale IRAS (Infrared Astronomical Satellite)in cui un satellite, il Pioneer 10, dotato di sofisticati strumenti atti ad analizzare il sistema solare all’infrarosso scoprì, tra altri corpi celesti, stelle e sistemi solari, un misterioso e grande oggetto in movimento all’interno della Nube di Ort, oltre l’orbita di Plutone, ai confini della fascia di Kuiper, in direzione della costellazione di Orione, ed in avvicinamento nel nostro sistema solare in direzione della Terra. Già altre sonde spaziali, in precedenza, suggerivano l’esistenza di un altro pianeta o di un corpo celeste, oltre Plutone, che rallentava il loro viaggio in uscita dal sistema solare e che influenzava le orbite dei pianeti esterni quali Nettuno e Plutone. 2 E’ in questa direzione quindi che si indirizzarono le ricerche degli astronomi con tutta una serie di nuovi telescopi spaziali appositamente costruiti nella segreta speranza di individuare finalmente il famoso pianeta mancante, il Pianeta X. Perché è famoso questo ipotetico pianeta. E’ famoso, nella storia dei popoli della Terra, perché il pianeta X, o di Nibiru o di Marduk, un corpo celeste errante e proveniente periodicamente dai confini del nostro sistema solare, si intersecherebbe con le orbite dei pianeti conosciuti apportando scompiglio e perturbazioni nell’equilibrio delle stesse orbite. Tale pianeta, dicevamo, secondo il famoso studioso, archeologo e linguista russo Zecharia Sitchin, autore del best seller tradotto in 20 lingue,The Twelfth placet (il Dodicesimo Pianeta), era già conosciuto dai popoli delle antiche civiltà sumere, assire, babilonesi ed egiziane e menzionato nella famosa opera epica di queste civiltà, l’Enuma Elish, scritta nel 4000 a.c.,da cui successivamente, migliaia di anni dopo, tanto ha attinto la nostra Bibbia Giudaica e Cristiana. In questa mitica opera sumera-babilonese, scritta su migliaia di tavolette di argilla e bassorilievi in lingua cuneiforme, tradotta ed interpretata da Sitchin e conservati oggi nei musei di Berlino, Londra, Parigi e Bagdhad, si descrive la creazione, 4 miliardi di anni fa, del nostro sistema solare,del nostro pianeta e della nascita della vita sulla terra, fino a giungere alla narrazione del grande Diluvio Universale. IL Pianeta X, detto il pianeta Nibiru o il pianeta di Marduk, il Signore degli Dei, in essa si narra, fù espulso da qualche altro sistema solare e catturato dal nostro passando vicino a Nettuno con un’orbita contraria a quella dei nostri pianeti. La nuova orbita lo portò a scontrarsi con Tiamat, un pianeta del sistema situato tra Giove e Marte. Tiamat si spaccò in due formando con una parte la cintura di asteroidi detta di Kuiper e con l’altra la Terra e la Luna, ponendole in orbite diverse. Un sigillo sumero, conservato al museo di Berlino, raffigura un Dio, il Dio Marduk, circondato da 11 pianeti orbitanti attorno al sole 3 fig.2 IL Pianeta X sarebbe quindi, nella simbologia sumera, il dodicesimo pianeta, calcolando come corpi astrali anche il sole e la luna. Marduk, il pianeta vagante, aveva quindi generato, secondo l’Enuma Elish, la terra ed i cieli. E’ opportuno notare come l’Enuma Elish o Genesi sumera corrisponda alla Genesi della Bibbia Giudaica scritta migliaia di anni dopo, nel 2500 a.c., con forma e nomi diversi. Da un passo della Genesi Biblica: “Dopo aver messo nella giusta posizione la testa di Tiamat Egli (Dio) vi innalzò le montagne, aprì le sorgenti per farvi nascere i fiumi. Dagli occhi di Tiamat fece nascere il Tigri e l’Eufrate. Dai suoi capezzoli formò le montagne, perforò le sorgenti per costruire pozzi affinché si potesse portare via l’acqua.” In conclusione, quello che gli scienziati definiscono il Bing Bang,i sumeri lo descrivono come lo scontro tra Tiamat, un pianeta ricco d’acque e Marduk, il 4 dodicesimo pianeta, che generò le condizioni ideali per la nostra esistenza. Cosa ne è di Marduk/Nibiru? Quello che non dicono i testi sumeri lo avanza Sitchin con la sua audace teoria che, come abbiamo visto, sarà più tardi confermata dalle più recenti scoperte, vale a dire che questo pianeta abbia un’orbita ellittica attorno al sole, dovuta alla forza gravitazionale di un altro polo di attrazione, forse un secondo sole spento, esterno al nostro sistema. In conformità a questa teoria si vede e si percepisce solamente ogni 3600 anni, vale a dire il tempo che impiega per compiere il suo percorso e tornare nel nostro sistema. IL Diluvio Universale, la scomparsa della civiltà minoica e atlantidea e altri cataclismi avvenuti in passato sarebbero quindi l’effetto del lento avvicinamento di Marduk al sole ed alla terra. L’ultimo incontro ravvicinato di Nibiru con la terra, avvenuto nel punto più vicino della sua orbita ellittica di circa 3600 anni intorno al sole è stato nel periodo dell’esodo degli ebrei dall’Egitto, periodo collocato da Z.S .molto reticentemente, intorno al 1600 a.c. Reticente Z.S. perché, pur a conoscenza di dati e periodi esatti, viene a tutt’oggi pesantemente pressato e condizionato dalle autorità ufficiali a non renderli di dominio pubblico. Uno dei suoi allievi, invece, il giornalista turco Barak Eldem non ha di questi problemi e ha rivelato la data esatta del 1649 a.c. E’ opportuno allora ricordare che proprio in quell’anno avvenne la spaventosa e potentissima eruzione vulcanica dell’isola di Thera, attuale isola di Santorini, che coincise con la fine della civiltà minoica. La tecnica del radiocarbonio14, applicata ad un ramo di olivo carbonizzato, rinvenuto nella lava, conferma questa data, come la confermano le ceneri di una carota di ghiaccio estratta in Greoenlandia. Questo significa che gli sconvolgimenti naturali ciclici causati dall’avvicinamento di questo pianeta alla terra, in termini di terremoti, esplosioni vulcaniche e maremoti, sono fenomeni assolutamente certi e verificati. 5 E questo spiega la estrema cautela con cui questo aspetto del ritorno di Nibiru viene affrontato dallo studioso russo-ebreo e dalle autorità scientifiche, politiche e militari ed, in particolare,dalla NASA che, come al solito,pur a conoscenza di tutto,conferma la sua opera di disinformazione, essendo una realtà scomoda e potenzialmente destabilizzante per le immani distruzioni che essa provocherebbe. Se infatti proviamo a sommare 1649, la data dell’esodo, all’anno 2012 il risultato è 3661 e abbiamo allora proprio di che temere essendo esso il numero di anni di rivoluzione intorno al sole nel punto in cui si troverà più vicino alla terra, nel 2012 appunto. Stranamente il 2012, nel calendario maya tanto preciso nel prevedere eclissi lunari e solari, rappresenta l’ultima data. IL calendario Maya si ferma infatti al 14 dicembre 2012…..una coincidenza? Un’altra affascinante conferma ci viene dal “numero della bestia”,citato nell’Apocalisse della Bibbia, il 666, che non sarebbe altro che un codice cifrato per indicare il periodo orbitale di Nibiru, pari a 3661 anni terrestri. IL 666 rappresenta infatti la somma di tre potenze aventi per base Il numero 60 : 60 + 60 + 60° = 3661, secondo il sistema di calcolo sessagesimale mesopotamico. L’esistenza ed avvicinamento di questo misterioso corpo celeste rientrerebbe quindi nei massimi livelli di segretezza dell’intelligence USA, di gruppi occulti di potere, quali la Cia e la NSA e dello stesso Vaticano, da cui verrebbe monitorato nel più stretto riserbo, e che attuano con ogni mezzo la più spietata disinformazione in merito all’esistenza e al prossimo avvento del decimo pianeta. Per quanto riguarda il coinvolgimento della Chiesa è noto che esista da secoli in essa la convinzione, se non certezza, di “ un grande oggetto” che si presenta con regolarità. 6 E’ questo il tema delle profezie orali quali quelle di Fatima e di alcuni testi quali il Libro dell’Apocalisse e l’Armageddon che lo stesso Papa Giovanni Paolo II, portato a conoscenza dei fatti, ha pubblicamente citato durante alcune omelie nel 2000. Durante l’omelia il Papa fece riferimento al capitolo 12 dell’Apocalisse affermando che: “Allora apparve un altro segno nel cielo,un enorme drago rosso con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi, la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra” L’allegoria che il Papa fà tra le righe nel 2000 la fà invece esplicitamente in privato allorché, quando nel 1980, appena eletto, durante una conversazione avvenuta con un gruppo selezionato di cattolici tedeschi, gli venivano addebitate presunte omissioni e ritardi nella rivelazione del terzo segreto di Fatima, il Papa disse : “Vista la serietà dei suoi contenuti i miei predecessori al soglio pontificio preferirono la soluzione diplomatica di rimandarne la pubblicazione in modo da non incoraggiare la forza mondiale del comunismo a fare certe mosse. D’altra parte per ogni cristiano dovrebbe essere sufficiente il sapere questo : se c’è un messaggio nel quale c’è scritto che gli oceani inonderanno intere aree della terra e che milioni di persone perderanno la vita repentinamente allora veramente la pubblicazione di un tale messaggio non rappresenta più qualcosa di desiderabile e la sua conoscenza ci induce piuttosto alla nostra responsabilità.” 7 E’ in questa ottica che il Vaticano ha costruito in Arizona, sul monte Graham, un osservatorio di classe mondiale, il VATT (Vatica Advanced Technology Telescope), non a caso costruito, insieme ad altri avanzatissimi telescopi di altre nazioni, tutti nell’emisfero meridionale, perché è in quella zona di cieli meridionali, nella regione del Centauro e dell’Idra,che le sonde hanno accertato la presenza del pianeta orbitante verso di noi. La sonda statunitense Pioneer 10, dunque, dopo aver percorso 8 mld di chilometri in 25anni di permanenza nello spazio scopre, nel 1997, un nuovo oggetto orbitante al di fuori del sistema solare, oltre l’orbita di Plutone, da cui viene misteriosamente deviata dal suo tragitto e attirata dal suo effetto gravitazionale. Questo oggetto celeste, dalle stime effettuate, risulta quindi essere più grande di Giove, il più grande dei pianeti conosciuti del sistema solare, e ruota intorno al sole nel verso opposto a quello seguito dagli altri nove pianeti. Queste scoperte, evidentemente, non fanno che esaltare lo stesso Sitchin il quale, già molti anni prima, nel suo libro l’Altra Genesi, era giunto agli stessi risultati. La scienza ufficiale dunque avrebbe scoperto quanto era già noto ai Sumeri, ossia l’esistenza di un altro pianeta nel sistema solare ma, soprattutto, confermerebbe anche i dettagli inerenti la sua orbita e le sue dimensioni. Scoprendo infatti che l’orbita del Pianeta X è inclinata di 30° sull’eclittica gli astronomi contemporanei non fanno altro che confermare i dato degli astronomi sumeri. Comparendo il Pianeta X, dopo ogni 3600 anni di rivoluzione, 30° sopra l’eclittica, si legge in “Le astronavi del Sinai” di Sitchin, esso crea la “via di ANU” (il Dio degli Dei), una linea “sacra” lungo la quale erano situati il porto spaziale della penisola del Sinai, e grandi piramidi di Ghiza e lo sguardo della Sfinge. 8 Ma, a conferma della enorme importanza dato all’avvistamento,il Vaticano non si limita a seguirne occultamente i movimenti col radiotelescopio ma va ben oltre. Nel marzo 1999 una sonda automatica lanciata dalla Nasa, nell’ambito di un progetto sponsorizzato dal Vaticano, denominato Siloe, invia al centro elaborazione dati di Pasadena due fotografie all’infrarosso raffiguranti un “nuovo corpo celeste” dall’atmosfera molto densa e inserito in un orbita molto ellittica oltre quella di Plutone. Le due foto, rimaste su internet per un paio di giorni, furono precipitosamente ritirate dalla Nasa e secretate in attesa di dichiarazioni ufficiali che mai avvennero. IL termine Siloe esiste nel nuovo Testamento col significato etimologico di “inviato che dona l’illuminazione”. Indubbiamente il Vaticano non poteva chiamare in modo più rappresentativo una sonda spedita oltre il sistema solare per “ridare la vista”. A chi? Forse alla cecità degli astronomi contemporanei che si ostinano per comodità o convenienza a delimitare tutto il loro interesse entro l’orbita di Plutone? Secondo l’ottica del Vaticano non dovrebbe far sorridere più di tanto poi la notizia data dal docente di teologia dell’università di Salisburg secondo cui lo stesso Vaticano avrebbe varato un programma in base al quale 24 sacerdoti cattolici sarebbero stati preparati a partire per il cosmo nel momento in cui si stabilisse un contatto ufficiale con intelligenze non terrestri, alla stregua dei sacerdoti che seguirono i famigerati conquistadores di Franco Bizzarro nel nuovo mondo, nell’intento di portare la “luce divina” ai nuovi fratelli, facendo piuttosto un danno immenso ed irreparabile alla cultura indigena. Accertato allora che nel nostro sistema solare non c’è traccia evidente di vita intelligente a quale popolo, a quale civiltà sarebbe destinato tale contatto se non a qualcuno che sta entrando (o sta ritornando) nel nostro sistema solare o a qualcuno che è già stato qui? 9 Alle accuse di speculazioni fantasiose risponde mons. Balducci, Illustre teologo il quale, con la frase “natura non facit saltus”, conferma e ripropone la visione possibilista della Chiesa Cattolica a proposito della evoluzione umana aggiungendo che, se mai vi fossero extraterrestri “per la teologia non sarebbe di certo un problema , anche loro sono creature di Dio”. Dobbiamo a questo punto porci alcune fondamentali domande. Dall’analisi, interpretazione e decodificazione delle scritture simboliche sumere e delle migliaia di tavolette di argilla conservate nei musei di tutto il mondo,da parte del prof. Zecharia Sitchin, sappiamo di una civiltà, quella sumera, la più antica della storia dell’umanità, che conosceva una cosmogonia universale e una genesi da cui, come abbiamo visto, la Bibbia, millenni dopo, ha attinto a piene mani, col vecchio e nuovo Testamento. Sappiamo di un popolo che fù il primo a ideare una lingua scritta e ogni studioso è concorde nell’affermare che ancora oggi facciamo uso della loro matematica, della loro scienza, delle loro leggi civili dell’astronomia, della misurazione del tempo, della musica e di molte altre cose fra le quali la rappresentazione elicoidale del DNA. Sappiamo di un popolo che conosceva perfettamente la composizione del nostro sistema solare con i suoi dieci pianeti, compreso Nibiru (dodici col sole e la luna), perfettamente ruotanti nelle loro orbite attorno al sole, cosa che solo ai nostri giorni e con mezzi ultramoderni abbiamo potuto scoprire, verificare e confermare (solo nel 1930 è stato possibile scoprire Nettuno). Sappiamo di un popolo che conosceva cose inimmaginabili per un popolo di pastori, di nomadi e di guerrieri, quale doveva essere l’umanità appena uscita fuori dall’età della pietra. E’ scontato dunque, come dimostra Sitchin, che il popolo sumero non potesse possedere tutto quel bagaglio di scienza e di conoscenza che solo ai nostri giorni abbiamo potuto scoprire e, pertanto, quello che è giunto sino a noi non è altro che la dettatura di qualcuno ai sacerdoti ed agli scriba sumeri. Ebbene, questo qualcuno sono gli stessi sumeri a rivelarcelo. 10

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