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Agostino di Ippona e le apocalissi dell'occidente. Atti del Convegno di Studi (Cagliari 22-24 novembre 1996) PDF

245 Pages·1998·33.226 MB·Italian
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AGOSTINO DI IPPONA E LE APOCALISSI DELL'OCCIDENTE a cura di Placido Cherchi CONVEGNO DI STUDI Cagliari 22-24 novembre 1996 Atti CONVEGNO DI STUDI AGOSTINO DI IPPONA E LE APOCALISSI DELL’OCCIDENTE a cura di PLACIDO CHERCHI Cagliari 22 - 24 novembre 1966 Atti. EDIZIONI FONDAZIONE SARDINIA Il Convegno «Agostino di Ippona e le apocalissi dell’Occidente» e il presente volume di atti si devono anche al contributo: - della Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Sport e Spetta­ colo; - della Presidenza del Consiglio Regionale della Sardegna; - della Presidenza della Fondazione Banco di Sardegna; - della Presidenza della Sarda Fidi. Proprietà riservata © 1998 Fondazione Sardinia Grafica, composizione e impianti Edes - Sassari Stampa TAS ■ Sassari CONVEGNO DI STUDI AGOSTINO DI IPPONA E LE APOCALISSI DELL’OCCIDENTE Atti. INDICE Presentazione pag. 9 Placido Cherchi, Introduzione 11 22 novembre: CRISTIANI E PAGANI IN UN’EPOCA DI ANGOSCIA Luigi Ruggiu, Tempo e storia in Agostino 23 Vittorino Grossi, L’insicurezza nella tarda antichità. Dalla predesti­ nazione al predestinazionismo 5~ì Remo Bodei, La carovana della salvezza. Agostino e la conclusio­ ne della storia 85 Maria Bettetini, La società degli angeli: lettura della “Città di Dio" 95 Mimmo Bua, Santità e Verità, al di là del tempo 109 23 novembre: NELLE OMBRE DEL DOMANI Bruno Forte, L”’ora" di Agostino: teologia e filosofia della storia 117 Gianni Carchia, Apocalissi, gnosi e modernità 129 Sergio Givone, Pensiero russo e apocalisse 139 Reimar Klein, Il nome della storia. Esperienza della crisi in Benjamin e Adorno 147 Placido Cherchi, Il telos malato e il destino della civiltà occidentale nella "Fine del mondo" di Ernesto De Martino pag. 159 24 novembre: Le APOCALISSI DI UNA CULTURA Giulio Angioni, Apocalissi sarde 181 Bachisio Bandinu, Le apocalissi di una cultura: la negazione, il tragico, il piacere 191 Maria Antonietta Mongiu, Apocalisse e “renovatio" nei luoghi di margine 201 Nereide Rudas, La nostalgia immobile. Emigrazione, estraneità ed esilio 211 Placido Cherchi, Conclusioni 233 Appendice: I relatori 237 I lavori del Convegno documentati in questi Atti sono scanditi in tre giornate. Nel versante pomeridiano delle pri­ me due hanno avuto luogo alcune rappresentazioni destinate a far da contrappunto alle tematiche trattate nel corso delle rispettive mattinate. La prima sera è stato possibile assistere: 1) alla proiezione del cortometraggio "Mascaras" di Bachisio Bandinu e Pietro Sanna; 2) all’ascolto di Attitidos e Cantigos de pena, eseguiti da Rosalia Fodde (voce) e Mario Coloru (chitarra), e del Mi- serere, eseguito dal coro Su Cuncordu ‘e su Rosariu di Santu- lussurgiu La seconda sera è stato rappresentato “Finale di partita” di Samuel Beckett, nella regìa di Rino Sudano e nell’interpre­ tazione di Rino Sudano, Elio Arthemalle, Monica Zunched- du, Andrea Zucca. Dei lavori del Convegno e delle forme di drammatizza­ zione qui precisate esiste una completa registrazione audio­ visiva. Chiunque fosse interessato ad averne copia, potrà far­ ne richiesta alla Fondazione Sardinia. Sarà sufficiente parteci­ pare alle spese di duplicazione. PRESENTAZIONE Siamo ormai alle soglie del Duemila. È tempo di bilanci retrospettivi e di messe in causa dirette per interrogarci sul senso dei percorsi che abbiamo alle spalle. Allargando la dialettica tra il «locale» e il «globale» su cui insiste da tempo, la Fondazione Sardinia è giunta alla seconda fase di un ciclo di cinque convegni che cerca di affidare alle competenze più qualificate il compito di esplorare le pieghe della «modernità», con l’implicita intenzione di rendere più chiara la complessità dei riverberi che l’ecumenico può avere nel nostro specifico. Dopo l’indagine sulla crisi e sulle nuove forme del sacro, sviluppata all’in­ terno del convegno Società sarda e religiosità (di cui, in contemporanea con questi che presentiamo, si pubblicano a parte gli atti), si affronta ora il grande tema delle angoscie da fine del mondo che affliggono da qualche secolo l’Oc- cidente e che la prossimità alla fine del millennio ha reso più acute. Si è cerca­ to di farlo in forma articolata, tentando di dare al tema un taglio che riuscisse a focalizzare lo status presente e insieme a far emergere dalla tradizione dia­ cronica qualche significativo riscontro delle nostre agonie chiliastiche. Apparentemente pretestuosa, ma sicuramente aderente al bisogno di lavo­ rare all’interno di un confronto storico che ci aiuti a capire la strisciante apo­ calisse di cui siamo testimoni e vittime, la ragione occasionale posta all’origine di queste tre giornate di studio è data dal legame che può essere stabilito tra il fatto di trovarci alla fine del secondo millennio e il fatto di non poter fare a meno di pensare ad Agostino nel momento in cui il bilancio imposto da que­ sto epilogo si configura come il bilancio di una catastrofe. Se poi si aggiunge che Cagliari è città agostiniana e che quest’anno si compie il sedicesimo cente­ nario della consacrazione di Agostino a vescovo di Ippona, diventa forse più semplice capire come un convegno sulle apocalissi fatto a Cagliari in questo momento dovesse mettersi quasi obbligatoriamente sotto il segno del maggior interprete della fine del mondo antico e prendere la via della comparazione storica, accettando di articolarsi sulla falsariga dell’ormai classico confronto tra la crisi sotto cui crollò la società del basso impero e la crisi che investe il nostro tempo. D’altra parte, come strumento assai carico di pregnanze referenziali e co­ 9

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