"Il Natale del 1833" s'intitola l'ultima lirica del Manzoni,
abbozzata quasi di getto sull'onda del dolore causatogli dalla morte
della prima moglie e rimasta incompiuta nonostante i ripetuti
tentativi per ultimarla. A tale episodio s'ispira questo sorprendente
romanzo, in un libero giuoco di verità e d'invenzione, d'utilizzazione
di documenti reali e di fonti immaginarie che non dovrebbe trovare
impreparati i lettori di Pomilio.
Il protagonista, naturalmente, è proprio lui, Manzoni, esplorato nel
suo dramma d'uomo e in una "crisi di fede entro la fede" divenuta
crisi creativa e preludio al suo silenzio di scrittore. Pomilio,
mentre ne ricrea la vicenda con le libertà che sono proprie del
romanzo, offrendoci in tal modo un Manzoni più vero, forse, del vero,
ne fa in realtà la metafora d'una condizione, quella dell'artista
diviso nell'intimo tra sfide poetiche e ritrosie morali fino a mancare
un possibile capolavoro.
Il tema profondo del libro è però ancora un altro, ed è condensabile
in una domanda ineludibile e sempre attuale: "Perché il dolore nel
mondo nonostante Dio?". Si tratta ovviamente d'un tema sul quale
Pomilio s'interroga dall'interno della sua personale sensibilità
religiosa, trasformando il discorso sul Manzoni in un'alta meditazione
intorno al mistero della sofferenza e implicitamente intorno a Dio.
Romanzo intensissimo e dall'impianto narrativo originalissimo, Il
Natale del 1833 É un'ulteriore conferma d'uno dei nostri più
significativi scrittori, una prova d'eccezione che idealmente continua
l'ormai celebre Quinto evangelio.