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Il cosmo magico di Leonardo. L’Adorazione dei Magi restaurata PDF

128 Pages·2017·28.653 MB·Italian
by  AA.VV.
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In copertina: Leonardo da Vinci, Adorazione dei Magi, 1481-1482, particolare, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle statue e delle pitture © 2017 Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo © 2017 Giunti Editore S.p.A. Via Bolognese 165 - 50139 Firenze - Italia Piazza Virgilio, 4 - 20123 Milano - Italia www.giunti.it ISBN: 978-88-098-5854-1 Prima edizione digitale: aprile 2017 Il logo “Firenze Mvsei” è un marchio registrato creato da Sergio Bianco é vietata la duplicazione con qualsiasi mezzo. Gallerie degli Uffizi Il cosmo magico di Leonardo LÕAdorazione dei Magi restaurata Il cosmo magico di Leonardo. LÕAdorazione dei Magi restaurata Firenze, Gallerie degli Uffizi 28 marzo - 24 settembre 2017 @uffizigalleries www.uffizi.it Enti promotori GALLERIE DEGLI UFFIZI Assistenza all’allestimento Marco Fiorilli, Michele Murrone, Direttore delle Gallerie degli Uffizi Demetrio Sorace, con Ivana Panti Eike D. Schmidt Realizzazione dell’allestimento Divisione Educazione e Ricerca Opera Laboratori Fiorentini – Civita / Marzia Faietti, coordinatrice Piero Castri, Paolo Baldaccini Divisione Collezioni e Servizi Grafica Claudio Di Benedetto, coordinatore Alice Ventura con Maggie Ciantra Divisione Architettura Paesaggio e Tecnologia Realizzazione video della mostra Mauro Linari, coordinatore Vincenzo Capalbo, Art Media Studio Divisione amministrativa e Controllo conservativo delle opere in mostra coordinamento del personale Elena Prandi, Marina Ginanni Silvia Sicuranza, coordinatrice Servizi aggiuntivi Segreteria del Direttore Giorgio Angioloni, Angela Rossi Monica Alderotti, Alberica Barbolani di Montauto, Veruska Filipperi, Alejandra Produzione e gestione della mostra Micheli, Cristina Petrelli (pro tempore) Opera Laboratori Fiorentini – Civita Trasporti MOSTRA Arteria S.r.l. Direzione della mostra Assicurazioni Daniela Parenti Willis Cura della mostra Prestatori Eike D. Schmidt, Marco Ciatti, North Carolina Museum of Art, Raleigh Daniela Parenti Collezione privata Progetto dell’allestimento e direzione dei lavori Antonio Godoli, Nicola Santini Ente promotore Amici degli Uffizi – Presidente Il restauro fu iniziato sotto Maria Vittoria Colonna Rimbotti la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed etnoantropologico Prestiti e registrazioni e per il Polo Museale della Città di Firenze, Francesca Montanaro, Patrizia Tarchi allora soprintendente Cristina Acidini; funzionari di Galleria, Media Partner Collaborazione al progetto Antonio Natali e Angelo Tartuferi. e ai lavori di allestimento Antonio Russo, Claudia Gerola, Giuseppe Russo RESTAURO Indagini chimiche e spettrofotometria: CATALOGO Laboratorio Scientifico dell’OPD: Ministero dei Beni e delle Carlo Galliano Lalli, Giancarlo Lanterna Giunti Editore Attività Culturali e del Turismo e Andrea Cagnini Responsabile editoriale Riconoscimento delle fibre: Isetta Tosini Opificio delle Pietre Dure Claudio Pescio Radiografia X: Alfredo Aldrovandi, Soprintendente Ottavio Ciappi, Roberto Bellucci (OPD) Editor Marco Ciatti Riflettografia Multi-NIR: Dario Dondi Roberto Bellucci (OPD), Direzione dei lavori con apparecchiatura prototipale di INO- Editing Marco Ciatti e Cecilia Frosinini CNR (Istituto Nazionale di Ottica): Paolo Piazzesi Luca Pezzati, Raffaella Fontana, Restauro della superficie pittorica Marco Barucci, Enrico Pampaloni, Traduzioni Roberto Bellucci e Patrizia Riitano Marco Raffaelli Lidia Filippone Fluorescenza X: Claudio Seccaroni, Restauro del supporto ligneo con la consulenza di Pietro Moioli Collaborazione redazionale Ciro Castelli, Andrea Santacesaria, Ente per le Energie rinnovabili Claudia Grisanti con la collaborazione di Alberto Dimuccio e l’Ambiente (ENEA) - La Casaccia, Roma Progetto grafico Ft-IR a fibre ottiche: Bruno G. Brunetti, Documentazione fotografica Paola Zacchini Alessia Daveri (Università degli Studi Alfredo Aldrovandi, Roberto Bellucci, di Perugia, Dipartimento di Chimica) Fabrizio Cinotti, Giuseppe Zicarelli Impaginazione Rilievo 3D per la misurazione delle Lorenzo Mennonna Studio Climatologia e conservazione preventiva microdeformazioni: Massimiliano Roberto Boddi (fino al 2015), Pieraccini con la collaborazione di Ricerca iconografica Monica Galeotti e Sandra Cassi (OPD) Alessandro Spinetti (Università degli Studi Cristina Reggioli di Firenze, Ufficio tecnico e movimentazione Facoltà di Ingegneria) Supervisione tecnica delle immagini Giancarlo Penza, Filippo Lagna, Filippo Manghisi 3D Scanning: Paolo Pingi, Eliana Siotto, Marco Vicarelli Gianpaolo Palma, Roberto Scopigno (IVisualComputing Lab, ISTI-CNR) Campagna diagnostica OCT (Optical Coherence Tomography): Piotr Targowski, Marcin Sylwestrzak, Documentazione fotografica Magdalena Iwanicka ad alta risoluzione speciale: (Università Keplero di Torun´, Polonia) Roberto Bellucci (OPD) XRF scanning: Lisa Castelli, Anna Roberto Bellucci e Fabrizio Cinotti Mazzinghi, Chiara Ruberto, (documentazione fotografica in UV Francesco Taccetti, Pier Andrea Mandò riflesso), con la consulenza (Labec, INFN, Firenze) di Ezio Buzzegoli (OPD) Centrica S.r.l. (documentazione fotografica RGB ad alta risoluzione) Haltadefinizione (documentazione fotografica UV Riflesso ad alta risoluzione) Sommario Eike D. Schmidt 8 Maria Vittoria Colonna Rimbotti 11 Marco Ciatti 12 Saggi La predizione d’Isaia. Una trama per l’Adorazione dei Magi di Leonardo 16 Antonio Natali L’Adorazione di Magi di San Donato a Scopeto e le altre commissioni non soddisfatte da Leonardo 26 Alessandro Cecchi L’Adorazione di Magi di Leonardo da Vinci. Il restauro di un dipinto non finito 34 Opificio delle Pietre Dure L’astrologo e il suo astrolabio: l’Adorazione dei Magi di Filippino Lippi del 1496 74 Jonathan K. Nelson Le Adorazioni per San Donato a Scopeto 93 Le tavole di Leonardo e Filippino fra collezionismo e vicende di Galleria 110 Daniela Parenti L’esposizione temporanea/permanente di Leonardo agli Uffizi 114 Antonio Godoli Apparati 119 Un quadro “terribilmente sinistro” «Che cos’è quello? – Che cosa? - Quelle figure. Là, sul muro, che cosa sono? Non riesco a distinguerle, c’è sopra il vetro, e sono terribilmente scure». N Sacrificio ell’ultimo film di Andrej Tarkovskij, , del 1986, una scena si svolge in una casa rurale Adorazione dei Magi sull’isola svedese di Gotland: davanti a una riproduzione dell’ di Leonardo, sul vetro protettivo della quale si rispecchiano le chiome degli alberi lentamente mosse dal vento, il postino Otto – collezionista di casi strani e non razionalmente spiegabili – esprime all’amico Ale- xander la sua perplessità e il turbamento che prova davanti al quadro leonardesco. E mentre si volta per andarsene, conclude con un giudizio nettamente negativo sul dipinto: «Lo trovo terribilmente sinistro. Ho sempre provato un gran terrore di fronte a Leonardo». Simili inquietudini non sono mancate nemmeno tra gli addetti ai lavori, che a lungo si sono im- posti di non mettere mano al quadro, date le incertezze e le difficoltà di restaurare un’opera non finita del genio tecnicamente più indomito e più versatile nella sperimentazione pittorica, mentre il buio – quello pratico dell’offuscamento della superficie e quello interpretativo – anche nel campo amatoriale della storia dell’arte e dell’iconologia favorì una percezione del dipinto oscillante tra un gongorismo profondo e l’equivalente visivo della settimana enigmistica. Nel lasso di tempo tra la campagna di indagini del 2002 e le polemiche ad essa seguite, e la decisione – quasi dieci anni dopo – di affidare il dipinto di Leonardo all’Opificio delle Pietre Dure, sta tutto un universo di evoluzione scientifica e tecnologica, e di conseguenza anche metodologica, che ha permesso agli esperti di af- frontare il lavoro con una consapevolezza diversa e margini d’azione incredibilmente più ampi. Si tratta di un’operazione che, per la sua delicatezza e per il livello della sfida imposta, non è da meno Tondo Doni Cenacolo del restauro del di Michelangelo o del milanese in Santa Maria delle Grazie, dello stesso Leonardo, ma anzi presentava una sfida e un livello di difficoltà maggiori perché esso non ha passaggi di riposo, o aree neutre e perché il restauratore avrebbe dovuto confrontarsi con un’im- magine che non era compiuta nemmeno nella mente dell’artista che la generò. Se ci si riferisce alla superficie dipinta, e cioè a quelle raffigurazioni che la critica più attenta ha via via notato nel coacervo di immagini che si affastellano davanti agli occhi dell’osservatore, durante la pulitura si sono rivelati moltissimi altri testi e sottotesti, in un gioco di segni che sono sempre stati tracciati volontariamente sulla tavola e che esprimono l’incessante lavorio mentale dell’autore proprio nel momento stesso del Adorazione suo operare. Ho avuto la fortuna di osservare l’ da presso, in compagnia dei restauratori Patrizia Riitano e Roberto Bellucci (quest’ultimo anche responsabile del coordinamento delle inda- gini diagnostiche), insieme a Marco Ciatti e a Cecilia Frosinini. Avevano avuto l’opera sotto gli occhi per anni, ne avevano trapassato ogni fibra e ogni strato con radiografie, riflettografie, luci speciali, esami chimici e fisici dei materiali; conoscevano a menadito i particolari della pellicola pittorica fino all’ultima molecola, la natura di ciascuna macchiolina di sporco che i secoli vi avevano depositato 8 sopra, sapevano la ragione di tutte le alterazioni presenti. Eppure ancora, sostando davanti al dipinto con l’atteggiamento di posata riflessione che è sempre necessario in operazioni di grande importanza come questa, si scopriva che una linea conduceva a un’altra e che, in una specie di anamorfosi, insieme esse andavano a costruire una testa di cavallo sotto un’altra appena più ruotata; o che le figure degli astanti si contavano essere più numerose di quelle che sembrava di osservare all’inizio, moltiplicando le combinazioni di lettura. Il “cosmo magico” di Leonardo sta anche in queste sottigliezze nascoste e sfuggenti dell’opera, che hanno sfidato per anni chi aveva il compito immane di curarne la conser- vazione e comunicarne il messaggio. E “magico” – nel senso di altamente sofisticato – era il cosmo dei laboratori, degli strumenti tecnici, dell’elaborazione dei dati messi in opera dall’Opificio intorno all’opera e che ora ci permette di apprezzarla in una possibilità di lettura più vicina all’originale. C’è voluto tempo, l’infinita pazienza, l’intelligenza formidabile dei restauratori e dei direttori dei lavori e, in alcuni casi – mi riferisco ad esempio ai segni scuri in corrispondenza della testa del Gesù – è stata necessaria l’umiltà di deferire decisioni non facili a un futuro che avrà tecniche di indagine in grado di operare una maggiore discriminazione nell’identificazione dei materiali. E a quel futuro potremo arrivare con serenità grazie anche al lavoro “dietro le quinte” che il pubblico non può vedere, ma che garantisce la salute e la stabilità dell’opera: il consolidamento della carpenteria della pala, cui si è dedicato un mago del legno che tutto il mondo ci invidia, Ciro Castelli. Se queste grandi figure di restauratori ed esperti, se l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze con le sue strutture hanno potuto portare a termine un’operazione di questa portata, è stato anche grazie alla generosità degli Amici degli Uffizi che ne hanno coperto le spese, in un gesto di sacrificio e di amicizia verso le Gallerie e verso l’umanità: la stessa umanità raffigurata tra distruzione e redenzione Sacrificio nel di Tarkovskij citato all’esordio, il cui primo campo all’inizio del film si sofferma a lungo sul particolare del dono della pisside preziosa offerta dall’anziano re magio al bambino divino, per poi lentamente salire lungo la composizione pittorica fino all’albero soprastante. L’albero del quadro è montato poi per attrazione con l’immagine dell’albero stecchito del paesaggio svedese, che solo grazie a un paziente e quasi rituale processo di irrigazione (secondo il racconto del protagonista Alexander) potrà tornare a essere vivo e verdeggiante. Un simbolismo, quello della rinascita, che ben si sovrappone anche al processo del restauro e della restituzione, in questo caso molto evidente e pregnante, di un capolavoro al mondo della luce, facen- dolo uscire dalle ombre e dal terrore mistero che infondeva ai personaggi di Tarkovskij. Eike Schmidt Direttore delle Gallerie degli Uffizi 9

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