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EDUCARE ALLA PACE Scuola di Alice: Nuovo Paradigma Educativo PDF

97 Pages·2016·2.42 MB·Italian
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EDUCARE ALLA PACE Scuola di Alice: Nuovo Paradigma Educativo ALICE LUGNAN 0000622026 EDUCATORE SOCIALE E CULTURALE FACOLTÀ DI PSICOLOGIA E SCIENZE DELLA FORMAZIONE ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITÀ DI BOLOGNA INDICE Introduzione 3 Capitolo Uno: Pedagogia dell’integrazione 1.1 Progetto Alice e l’Educazione Universale 6 1.2 Gli insegnamenti del Coniglio Saggio 11 1.3 Innovazione e tradizione: Metodologia 22 1.4 Coltivare il cuore, la mente e il corpo 28 Capitolo Due: L’esperienza di Sarnath 2.1 Il contesto indiano e il dialogo interreligioso 38 2.2 “Programma Speciale” 41 2.3 La figura del maestro 53 2.4 Una giornata tipo 56 Capitolo Tre: Visualizzazione e Matematica 3.1 La ricerca 60 3.2 Il Metodo 62 3.3 La sperimentazione 64 3.4 I Risultati 69 Capitolo Quattro: Verso una cultura di Pace 4.1 Fare pace con se stessi 73 4.2 La cura 75 4.3 Etica secolare 78 4.4 Da dove ri-partire 88 Conclusione 91 Ringraziamenti 94 Bibliografia 95 Introduzione Questo elaborato è il risultato di un’esperienza di ricerca condotta in India, presso le Scuole Universali di Alice. Mi piacerebbe condurre i lettori in un viaggio alla scoperta di Sé attraverso i libri, i racconti, le storie, i ricordi, le testimonianze, le ricerche, che fanno parte di questo percorso educativo così unico e originale che è a mio parere un esempio essenziale per chiunque voglia riscoprire la pedagogia con altri occhi, occhi che guardano dentro. Sarà la figura di Coniglio Saggio a guidarci. Egli rappresenta il mentore di ogni giovane che sceglie di cimentarsi nel viaggio dentro se stesso, una via difficile e talvolta pericolosa. Egli è cieco e per vivere nel mondo che lo circonda, si lascia guidare dagli occhi della mente e del cuore. Così anche noi dovremmo per un attimo cercare il magico interruttore della nostra mente e aprirci all’ascolto interiore, al silenzio, all’osservazione. Questi sono tutti strumenti che portano al raggiungimento della consapevolezza, alla capacità di trasformare le emozioni e, di conseguenza, alla pace. Cercherò anche di fornire le motivazioni scientifiche e i risultati di questo metodo che si radica nelle più antiche tradizioni culturali di tutti i popoli, e che mira a piantare un seme di saggezza nelle coscienze di grandi e piccini in un tempo in cui si sta vivendo una crisi dei valori e delle credenze. Dietro ogni azione, c’è una motivazione, ci insegnerà il Coniglio Saggio. Così, dietro al difficile lavoro che richiama all'attenti educatori di ogni provenienza culturale, c’è la volontà di creare una base solida di accettazione reciproca che risulta oggi di fondamentale importanza per convivere armoniosamente in società multiculturali come le nostre. Per trovare calma fuori però, bisogna partire prima da dentro, dove nasce tutto. Ed è così che Ranjeet, il bambino che ha perduto la sua vera identità, diventa un simbolo storico di cambiamento. Abbiamo visto quanto i tempi moderni, tempi di crisi per l’appunto, stiano riportando enormi danni in numerosi aspetti dell’esistenza umana fin dall’età infantile. Così, secondo tutti coloro che credono in un cambiamento individuale e sociale, è proprio dall’educazione che bisogna ripartire per creare una cultura di pace e di coesistenza tra popoli, etnie, religioni. Una scuola equanime dove tutti possano essere se stessi e crescere sani e integrati. Non è il paese delle Meraviglie, ma è a mio avviso, l’unica evoluzione possibile della scuola, e lo dimostrano le Scuole di Alice. Scuola intesa come piccola società e come diversificazione culturale. Scuola intesa come terreno fertile per la crescita di ogni bambino. E per crescere le nozioni non bastano. Non basta la conoscenza del mondo fuori, abbiamo bisogno di conoscer-ci. Secondo Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, dobbiamo ripartire dai ragazzi, dai bambini, da coloro che devono apprendere da noi a stare nel mondo e dipendono dalle nostre cure, piantando insieme a loro semi di amore, compassione e tolleranza. Ciò potrà portare il mondo verso altre direzioni, verso l’era del dialogo e della non-violenza. Ognuno di noi è responsabile di quello che ci accade oggi e, giacché vogliamo tutti essere felici e la nostra felicità dipende da altri, non rimane che provare a vivere in armonia gli uni con gli altri. 4 Così nell’abbraccio totale Del mare col cielo infinito S’unisce l’Eterno e il mortale L’Immenso con l’uomo finito. Suor Margherita Orizzonte, 19541 A mia zia, Suor Margherita, fonte d’ispirazione per il suo amore e la sua passione per l’insegnamento. 1 Suor Margherita. Le note del mio cuore. La Memoria, Polizzi Edizioni, Catania, 1987. (all’anagrafe Angela Marletta, 1923-2015) 5 Capitolo Uno: Pedagogia dell’integrazione L’educazione è diventata troppo frammentaria, non racchiude più la totalità dell’essere umano… Voi potete essere spirituali, filosofi, psicologi e scienziati, potete essere tutte queste cose insieme, non soltanto a livello potenziale. Ogni essere umano racchiude questa totalità e una giusta educazione dovrebbe comunicare questa totalità, in forma non parziale o frammentaria. In questo modo tutti noi potremmo realizzare una completa integrazione.2 1.1 Progetto Alice e l’Educazione Universale Il Progetto Alice nasce in Italia negli anni 80 grazie a Valentino Giacomin e Luigina De Biasi, insegnanti di scuola elementare nella provincia di Treviso. Fu per loro un richiamo nato dall’esigenza di colmare un vuoto nell’esperienza educativa delle loro classi. Davanti al progressivo deterioramento a vista d’occhio della disciplina e al calo del rendimento dei loro alunni le risposte dei loro colleghi apparivano essere in linea con i riferimenti culturali dell’epoca, ovvero le teorie del Behaviorismo, che attribuivano all’ambiente circostante i problemi individuali, deresponsabilizzando la persona. Su questa base, si tentò per diversi anni di sperimentare innovazioni sul metodo didattico per venire a capo dei problemi presenti nelle classi, ma il disagio rinvenuto dalle analisi iniziali non era andato via ma addirittura aumentava con il passare del tempo. I loro colleghi lamentavano frustrazioni continue a causa delle difficoltà riscontrate nell’attenzione e nella memoria dei ragazzi, oltre che dei problemi comportamentali. Secondo questi due maestri bisognava fare qualcosa per aiutare bambini e insegnanti a migliorare le loro condizioni di vita scolastica. La situazione di partenza era drastica, e bisognava porre rimedio: I giovani non sanno chi sono. In una parola, non si conoscono. Non sanno che possono essere liberi, che hanno la potenzialità di diventare eroi… sono il prodotto di un’educazione disintegrata, unilaterale, che non permette loro di volare in alto, al di sopra delle formule matematiche, delle regole di grammatica, e del mercato del business. La situazione può cambiare in positivo. Questo non avviene tramite le riforme burocratiche, ma attraverso una “riforma” del nostro modo di pensare e di conoscere. [Giacomin, De Biasi 1999: 23] Valentino e Luigina volevano proporre ai loro colleghi insegnanti un nuovo modello educativo da seguire e, attraverso studi e ricerche accurate, test all’interno delle classi e le geniali intuizioni di Valentino Giacomin, si 2 Da una intervista con Lama Yeshe fatta al Maítreya Institute, Olanda, nel 1982. [http://www.universaleducation.it/www/Sito%20versione%202014/Contributi/Intervista%20Lama%20Yeshe.htm] 6 proposero di andare alla radice di questi problemi. Poco a poco venne così consolidato il “Progetto Alice”, che si basa su quella che oggi è chiamata da saggi, pedagogisti e scienziati, educazione alla consapevolezza. E per questo tipo di progetto, scelsero proprio il nome della protagonista della fiaba di Lewis Carrol [1872], Le avventure d’Alice nel paese delle meraviglie, la bambina che esplora il suo mondo interiore, l’inconscio. Le idee di Valentino Giacomin sembravano preannunciare un completo cambio di rotta come unica soluzione ai problemi. La sua formazione universitaria in ambito psicologico fu integrata dalle ricerche personali, affini alle teorie della psicologia transpersonale, alla pedagogia umanistica di Maritain e alle scuole di filosofia non-dualistica indiane che considerano l’uomo un’unità bio-psico-spirituale. Così questi due docenti decisero di partire da una nuova ipotesi, opposta a quella del Behaviorismo: i problemi della persona vanno cercati al suo interno e non fuori. Per risolverli allora, bisogna cominciare a cercare le cause del disagio dentro le persone stesse, aiutandole a entrare in un cammino di consapevolezza e conoscenza di Sé. La scuola esistente insegna a conoscere il mondo esterno, noi aiutiamo gli studenti a conoscere anche il mondo interiore […] per poter formare una personalità più armonica […] E’ importante stimolare i bambini, i ragazzi, le persone, ad iniziare un percorso interiore. Un percorso di autoconoscenza attraverso la consapevolezza, intesa come la capacità di essere presenti al qui ed ora, vivere il momento presente, perché solitamente siamo proiettati nel pensiero futuro o nel ricordo del passato.3 Così il Progetto Alice fu proposto al Collegio Docenti del circolo didattico di Villorba, in provincia di Treviso e con il passare degli anni ha dato vita a una ricerca innovativa e a una continua crescita in campo educativo. Luigina e Valentino per dieci anni lavorarono al nuovo programma educativo in Italia. L’intento degli insegnanti era di mettere in atto una sperimentazione didattico- educativa basata sui principi di unità, interdipendenza e relatività delle percezioni… ispirandosi alle numerose teorie in campo pedagogico, psicologico e scientifico che ambiscono all’integrazione della persona, in tutte le sue parti, appunto, biologica, psichica e spirituale. L’obiettivo è quello di “vedere l’uomo nella sua totalità, così anche l’educazione riguarderà tutti gli aspetti della persona.”4 3 Comunicazione personale di Luigina De Biasi all’autrice. Sarnath, Varanasi, novembre 2015. 4 Cfr. nota precedente 7 Tornare all’unità è l’obiettivo principale di questo progetto ed è per questo che il modello educativo verrà chiamato educazione integrata. Intesa come unità oltre i pensieri conflittuali che feriscono la mente, ma anche come unità oltre i confini delle nazioni, oltre le divisioni tra caste, le religioni e i partiti. E tale dimensione può essere realizzata solo trascendendo il proprio egoismo che, come sostiene il Progetto Alice, è la causa di tutte le sofferenze. Lo scopo di tare progetto e di aiutare le persone, i bambini, a percepire se stessi ed il mondo da una prospettiva più ampia, aprire uno spiraglio nel modo di pensare comune attraverso il pensiero altruistico. Secondo la teoria delle intelligenze multiple di Gardener [1994], esistono sette tipi d’intelligenza: linguistico-verbale, logico-matematica, spaziale-visiva, cinestetica, ritmico-musicale, interpersonale, intrapersonale. Attraverso l’integrazione e la valorizzazione di tutte le sette tipologie d’intelligenza, il progetto si poneva l’obiettivo di compensare i deficit degli studenti, soprattutto di chi veniva da situazioni sociali svantaggiate. Invece di porre enfasi solo sulle abilità apportate dall’intelligenza logico-matematica o da quella linguistico- verbale, i ricercatori valorizzarono soprattutto l’intelligenza interpersonale, che rappresenta la capacità di lavorare e comunicare - anche non verbalmente - con gli altri, e quella intrapersonale: “La conoscenza degli aspetti interiori del sé, quali la consapevolezza dei propri pensieri e delle proprie emozioni, l’introspezione, l’intuizione relativa alla realtà spirituale.” [Giacomin, De Biasi 1999a: 30] Quest’ultima intelligenza è capace di metterci in comunicazione consapevole con l’inconscio e diventare testimoni di quello che accade nel nostro mondo psichico, facilitando il processo di distanziamento tra il nostro Io e le sue funzioni. Infine, attraverso questa intelligenza, si può realizzare l’unità all’interno di se stessi e anche nel mondo esterno. Purtroppo oggi, soprattutto in Occidente, tra tutte le intelligenze, quelle prese maggiormente in considerazione sono quelle volte a sviluppare l’emisfero destro del cervello, togliendo spazio al sinistro, l’emisfero creativo, capace di sviluppare queste ultime intelligenze citate. Ecco perché avviene la frammentazione degli individui che, secondo Valentino Giacomin e Luigina De Biasi, è la causa primaria dei conflitti: 8 [...] Pare che nella nostra cultura sia stata operata una scelta: il pensiero scientifico contro quello religioso, intuitivo; la fisica contro la metafisica; la giovinezza opposta alla vecchiaia (vista come un’inevitabile malattia e non come un importante aspetto dell’esistenza) […]. La scuola pare assecondare questa cultura unilaterale […]. L’abbiamo definita scuola a una dimensione: un’istituzione che non può aiutare gli studenti a diventare equilibrati, integrati (armonia tra le due polarità). Noi siamo del parere che sia indispensabile recuperare il contatto con la dimensione perduta, quella rifiutata perché temuta […]. Parlando molto semplicemente potremmo dire che dovremmo integrare il nostro quoziente intellettuale, che ci permette di risolvere complicati problemi di matematica o scrivere una lettera senza errori, con l’intelligenza emotiva, che ci permette di vivere con equilibrio nella società e ci aiuta ad amare noi stessi e gli altri. [Giacomin, De Biasi 1999a: 21-22] L’esigenza di compiere dei cambiamenti nell’educazione si diffonde velocemente in Italia e in molti altri paesi del mondo e trova concretezza anche grazie all’interesse di un Lama Tibetano di mentalità aperta e innovativa: Lama Thubten Yeshe. Egli fonda in Italia, nel 1984, la rete dell’Educazione Universale, nella quale rientra il Progetto Alice. Le parole che hanno creato la rete sono queste: Abbiamo bisogno di una nuova educazione per il mondo. Perché tutta l'educazione non è più aggiornata per le persone intelligenti di oggi. Al mondo molte persone non vogliono accettare la spiritualità, e quando hanno accettato la spiritualità non capiscono la realtà scientifica. Posso vedere questi conflitti nel mondo occidentale: sono molto comuni. Perciò mi sono convinto che ci deve essere una via di mezzo. […] Lasciar perdere la religione […] andare oltre il Buddhismo. Gli aspetti essenziali della filosofia trasposti nel linguaggio scientifico. Questo, penso, sia il mio obbiettivo. Capire completamente la propria psicologia, se stessi, il proprio mondo fisico, io chiamo questo educazione universale. L’Educazione Universale è il modo in cui educare, dall’infanzia fino al momento della morte, fino […] alla prossima vita. Vogliamo introdurre saggezza e metodi universali che a livello profondo non siano in conflitto tra loro. Questo è il nostro scopo. Quando diciamo “nuova educazione” questo non significa che abbandoniamo del tutto quella vecchia. Le diamo una nuova forma e le aggiungiamo sapore, con una comprensione più approfondita della natura umana.5 Come spiega Mariavittoria Busicchio, per educazione universale s’intende quindi un processo di riconoscimento, d’identificazione dell’individuo in cui vi 5 Lama Yeshe sull’Educazione Universale 1983: raccolta di frasi, Londra ottobre 2015 http://www.universaleducation.it/www/Sito%20versione%202014/Contributi/Raccomandazioni_su_UE_di_%20LY. 9 sono tutte le condizioni per raggiungere la consapevolezza dell’unitarietà del proprio essere, in relazione all’unità dell’esistenza nel suo complesso. Individuo etimologicamente significa indiviso e laddove non vi è comunicazione tra le parti (sia interne a noi sia esterne), c’è contrapposizione, pensiero che scompone ed accresce il conflitto, creando categorie e di conseguenza gerarchie e discriminazioni. Il compito dell’educazione dev’essere quindi quello di ristabilire la comunicazione e la comprensione all’interno dell’individuo e tra un individuo e l’altro.6 Questo metodo sarà sperimentato con grande successo per dieci anni nelle classi elementari in cui Valentino e Luigina insegnavano, prima di sentire l’esigenza di migrare in altri contesti culturali per continuare la loro ricerca e riuscire a portare avanti il progetto educativo per tutta la durata del percorso scolastico. Ad accoglierli sarà la terra Indiana, in cui oggi si contano 1200 iscritti, 35 insegnanti e 3 sedi. 6 Discorso al convegno “il buddhismo per una cultura di pace”. [http://www.universaleducation.it/www/Sito%20versione%202014/Contributi/Documentazione_storica_UE/Educazion e%20universale%20per%20una%20cultura%20di%20pace.pdf] 10

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abilità apportate dall'intelligenza logico-matematica o da quella linguistico- verbale, i ricercatori complicati problemi di matematica o scrivere una lettera senza errori, con 88 Lama Thubten Zopa Rinpoche: Bodhisattva Attitude, How to Dedicate your life to others, Heart advice series,. Editedb
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