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Alla fonte delle muse. Introduzione alla civiltà greca PDF

1067 Pages·2007·4.09 MB·Italian
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Presentazione Qual era il volto che i Greci davano alle Muse? Che cosa si intendeva per ispirazione poetica? Perché la religione greca non aveva testi sacri? Che cos’era la libertà per la democrazia antica? E soprattutto che senso ha, oggi, parlare ancora della civiltà greca? Nella maggior parte degli Atenei italiani l’insegnamento di Civiltà greca affianca ormai la cattedra di Letteratura greca, con l’intento di rendere più accessibile un settore del sapere la cui conoscenza, almeno nelle sue linee portanti, è ritenuta imprescindibile nella formazione di un operatore culturale. Lo scopo di questa Introduzione alla civiltà greca è quello di fornire elementi di conoscenza del mondo greco anche a chi è completamente digiuno di studi classici. Al lettore viene fornita una chiave di lettura per capire le ideologie, le trasformazioni culturali, le manifestazioni letterarie, politiche e religiose della grecità classica, partendo dallo sguardo che i Greci avevano su sé stessi. I testi antichi vengono percorsi in modo trasversale, con un’esposizione priva di tecnicismi, la cui «facilità», frutto di un’attenta selezione delle fonti, si rivolge a qualsiasi lettore, non necessariamente studente, interessato alla cultura greca. Andrea Capra è ricercatore di Letteratura greca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Ha studiato Platone e la lirica greca arcaica. Fabrizio Conca è titolare della cattedra di Civiltà greca presso il corso di laurea in Scienze dei Beni culturali dell’Università degli Studi di Milano. Si occupa di letteratura bizantina e tardoantica. Giuseppe Lozza è professore straordinario di Lingua e Letteratura greca presso l’Università degli Studi di Milano. I suoi interessi scientifici si rivolgono in prevalenza alla letteratura greca tardoantica e cristiana. Aglae Pizzone è dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano. Si occupa prevalentemente di ricezione della classicità nell’ambito della letteratura greca tardoantica. Giuseppe Zanetto è direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università degli Studi di Milano e professore di Letteratura greca. I principali temi della sua attività scientifica sono l’epistolografia retorica, il romanzo, il teatro attico, l’epica arcaica. Nuova Cultura 146 © 2007 Bollati Boringhieri editore Torino, corso Vittorio Emanuele II, 86 Gruppo editoriale Mauri Spagnol ISBN 978-88-3397195-7 Fonti delle opere riprodotte nel testo: Fig. 4.3 O. Taplin, Comic Angels and Other Approaches to Greek Drama throught Vase-Painting, Clarendon Press, Oxford 1993 Fig. 7.1 J. Boardman, Athenian Red Figure Vases. The Classical Period, Thames & Hudson, London 1989 Fig. 8.2 F. Lissarrague, Un flot d’images. Une esthétique du banquet grec, Adam Biro, Paris 1987 Fig. 8.3 e 8.7 A. Giuliano, Storia dell’arte greca, nuova edizione, Carocci, Roma 1998 Fig. 8.4 Fondazione Memmo, L’altare di Pergamo: il fregio di Telefo, Leonardo arte, Milano 1996 Fig. 8.6 H.A. Shapiro, Myth into Art. Poet and Painter in Classical Greece, Routledge, NewYork-London 1994 Fig. 8.8 K. Schefold, Gods and Heroes in Late Archaic Greck Art, Cambridge University Press, Cambridge 1992 Illustrazione di copertina: Delfi, particolare del fregio settentrionale del Thesaurós dei Sifni. Schema grafico della copertina: Noorda Design www.bollatiboringhieri.it Prima edizione digitale marzo 2013 Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata Presentazione Dario Del Corno Sapere meglio, o sapere di più? È la scelta cruciale per chi dedica una parte della propria attività (poca o molta che sia) allo studio, e si trova di fronte alla necessità di commisurare la complessità dei materiali da apprendere con il limite del tempo a disposizione. Ma la risposta esige qualche ulteriore precisazione, soprattutto riguardo alla tipologia e alla funzione del sapere che ci prospettiamo di far nostro: e per restringere l’inchiesta, escluderemo dal nostro eventuale programma ogni conoscenza di tipo pratico, o in senso lato meccanico. A questa condizione la nostra alternativa acquista senso, e lascia intravedere una soluzione. Il dilemma fra il «bene» e il «quanto» diventa sensato allorché si pone in rapporto a una scala di valori che sia «aperta», ossia non quantificabile in termini assoluti. In tale schema è dato di scegliere secondo il criterio del relativo: nella bilancia fra quantità e qualità sarà possibile adottare la formula che volta per volta consente il rendimento migliore, ossia quel sapere che raccorda la profondità (conoscere a fondo un dato argomento) con l’estensione (ampliare lo sguardo sui fattori collaterali dell’argomento, tanto da estenderne il sistema d’appartenenza). Ragionamenti astratti, si dirà: e allora conviene entrare in qualche più puntuale dettaglio. Il nostro discorso concerne un modello di insegnamento universitario, che è recentemente venuto a far parte delle tradizionali discipline umanistiche, trasformandone certi connotati in modo da adattarli alle richieste di una nuova categoria di professionisti, a cui, in senso lato, si può applicare la definizione di «operatori culturali»: sia che si apprestino ad agire nell’ambito di musei e biblioteche, oppure nell’organizzazione di eventi teatrali o musicali, o in altri settori che richiedono analoghe competenze. A questo fine, il sapere manualistico e saggistico del passato si presenta eccessivamente tecnico e specializzato, o di converso si presta a una divulgazione di livello affatto elementare; e in entrambi i casi esso richiede una nuova elaborazione che corrisponda a diverse, anche se non meno valide richieste. Così si è provveduto a fornire ai nuovi studenti uno strumento che introduca alla conoscenza della civiltà dell’antica Grecia, uno dei molti campi che presentano inediti percorsi di importanza essenziale per i futuri operatori di cultura. Il libro è strutturato in modo utile e perspicuo per quanti sono sprovvisti di una formazione classica oppure hanno necessità di un sistema di competenze specifiche in una forma sobria e di agevole intendimento, tale che permetta di abbracciare e collegare in sintesi la fortuna della classicità e le sue interpretazioni nel corso del processo storico che dal mondo antico giunge ai nostri giorni. Quest’impianto mira a superare il dualismo fra un approccio antropologico che perde di vista la dimensione storica dei processi culturali, e quello archeologico- letterario che appiattisce l’idea articolata di civiltà in una supremazia dei documenti e dei testi. A un’organizzazione tematica centrata sui grandi nuclei che definiscono una civiltà corrispondono la modularità e la flessibilità delle singole sezioni del testo, concepite – pur nella rigorosa salvaguardia di una concezione omogenea – quasi come monografie fruibili in modo trasversale dagli studenti e dai lettori in genere, a seconda degli interessi personali e professionali: storia dell’arte, forme dello spettacolo, sviluppo

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