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Alfredo Petrucci PDF

14 Pages·2013·3.63 MB·Italian
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©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte SIMONE CANTARINI : RIPOSO IN EGITTO IL PESARESE ACQUAFORTISTA C ENTRO attivissimo d'incisione all'acqua biografo bolognese, divenne ben presto così forte fu, nel Seicento, Bologna. Intorno a valente e spigliato in codesta arte, che Guido Guido Reni, nella città che aveva visto l'arte di pensò di dargli ad incidere i suoi disegni. Ma a solcare il metallo, per figurarne le brevi carte, salire questo punto il temperamento ribelle, diffidente subito dagli acerbi nielli della bottega del Fran e un tantino orgoglioso di Simone, comincia a cia ai primi ambiziosi accenti del bulino di Mar manifestarsi. Egli rimanda di giorno in giorno, cantonio, e maturare, tra le chiuse forme del ora con un pretesto, ora con un altro, l'intaglio Passarotti e l'eclettismo soddisfatto dei Carracci, dei disegni del Maestro, e attende invece ad il sapido frutto delle acqueforti di Camillo Pro incidere i disegni suoi propri, dicendo di saper Il caccini, si era raccolta una folta schiera di pit bene anch'egli metter giù pensieri ed istorie tori, ansiosi di provare la vitalità dei loro fanta d'invenzione al pari d'ogni altro". Ha inizio così smi al fuoco di un procedimento che era ormai la sua inimicizia con Guido e la serie delle sue alla portata di tutti e in cui confluivano la sicu sventure, con la morte a 36 anni, dovuta, secondo rezza del segno nudo e consapevole e le pro alcuni, al veleno propinatogli da un rivale di cui messe conturbanti del mordente. Tra i più aveva detto male alla Corte di Mantova, secondo attivi di codesti pittori acquafortisti, e supe altri/alla mortificazione di non esser riuscito a riore, per qualità di linguaggio e sentimento daré la voluta rassomiglianza ad un ritratto di solare, non solo ai Sirani e al Loli, ma allo stesso quel Serenissimo Principe; ma ha inizio pure Guido Reni, fu Simone Cantarini. l'originalità e l'eccellenza della sua arte, se non Simone, nato ad Oropezza presso Pesaro nel nella pittura, certo nell'incisione all'acquaforte. 1612 e detto il Pesarese, entrò giovane e con L'incisione italiana, che per gran parte del grande entusiamo alla scuola del Reni, nella Cinquecento si era specialmente dedicata, ad quale, secondo il Malvasia, apprese anche l'arte opera d'insigni maestri del bulino, a interpre dell'incisione in rame. 'l Egli, anzi, a detta del tare e a diffondere le creazioni dei grandi pittori 41 6 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte SIMONE CANTARINI : ADAMO ED EVA e disegnatori o esercitata in una sorta di rapso tendeva a sostituirsi all'uso del bulino. Il Sei distico antiquarismo, si andava decisamente cento è veramente il secolo d'oro della cosiddetta affermando in quell'epoca come espressione acquaforte pittoresca ". Parecchi incisori Il 2) diretta e franca dello spirito degli artisti. A ciò, erano ricorsi per l'itinam;i al sistema della cor naturalmente, aveva contribuito l'impiego del rosione della lastra per mezzo dell'acido, ma l'acquaforte, che dal tempo del Parmigianino non tutti avevano la statura del Parmigianino e 42 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte del Meldolla. Perfino Marcantonio Raimondi e ceduto alla tentazione di lasciare la vasta super i suoi scolari fecero uso dell'acquaforte, senza fice di tela per quella minuscola di metallo, il saperle dare però vita autonoma, cosÌ come non morbido pennello per la rigida punta, e affidare le era riuscito a dargliela lo stesso Alberto Diirer, labili immagini della sua fantasia alle seduzioni il quale, appreso probabilmente in Italia dal del mordente. Taluni addirittura, come Stefano monaco Luca Pacioli il metodo di scrivere in della Bella, finirono per fare dell'incisione il Il ferro con aqua cavato", se ne servÌ, prima di loro solo mezzo di espressione; altri, come Pie Urs Graf, per preparare alcuni rami e poi inta tro Testa detto il Lucchesino, chiesero ad essa gliare le sue celebri lastre in ferro, nello stile me la gioia e i mezzi di sostentamento che invano desimo delle sue xii 0- grafie.3) I Carracci più tardi sentirono molto da presso il fascino del l'acquaforte, ma non se ne lasciarono penetrare compiutamente, nono stante l'abbondanza e la varietà della loro pro~u­ zione. C'è sempre, nelle incisioni all'acquaforte pura dello stesso An nibale, un po' della cal colata astrazione lineare del linguaggio bulini stico di Agostino, di ispirazione prettamente cinquecentesca. Il 4) Procaccini invece sem bra, come acquafortista, aver già messo un piede nel secolo seguente. 5) Ed ecco il Baroccio, sulla soglia del Seicento, attingere con poche lastre le più misteriose profondità dell' inci sione a tratto libero, an ticipando persino talune di quelle conquiste tecniche che, sposate ad una intuizione ori ginale della forma, do vevano in seguito aprire più ampi orizzonti ai cultori del!' acqua forte.6) Da allora non ci fu artista italiano, si può dire, che non abbia AGOSTINO CARRACCI: S. GIROLAMO PENITENTE (COMPLETATO DA FRANC. BRIZIO) 43 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte ANNIBALE CARRACCI : S. GIROLAMO CHE SI BATTE IL PETTO ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte CAMILLO PROCACCINI : RIPOSO IN EGITTO avevano chiesti alla pittura. E se· il Caravag continuava ad imprigionare, ora per amore ora per gio, il Mastelletta, lo Schidone, il Guercino, mestiere, immagini proprie ed altrui; c'era chi il Camassei, il Canuti, il Cignani, per citarne (un Ottavio Leoni), sollecitato da un problema alcuni, si limitarono ad incidere solo qualche analogo a quello che si era posto più di un secolo lastra, altri invece, come Guido Reni, Simone prima Giulio Campagnola, cercava, partendo Cantarini, Elisabetta Sirani, Gioseffo Maria dall'acquaforte, un nuovo modo di spiegarsi la Mitelli, Gianfrancesco Grimaldi, Salvator Rosa, forma all' infuori della linea;7) ma i più erano presi Luca Giordano, Francesco Cozza, Orazio Bor come da frenesia per l'acquaforte spiccia, otte gianni, Crescenzio Onofri, Giovanni Benedetto nuta con pochi rapidissimi tratti, su lastre pre Castiglione, Bartolomeo Biscaino, Giulio Car feribilmente piccole, animate da giuochi di pioni, Sisto Badalocchio, il Bezzicaluva, il Ca n -bimbi, da glorie d'angeli, da scene di mitologia, tagallina, lo Sciaminossi, il Ribera, ecc., per non da episodi di vi ta profana e religiosa, da segni parlare dei vedutisti e ritrattisti,ci tramandarono, e scherzi di fantasia a volte insignificanti, ma chi più chi meno, copiose e svariate opere di intrisi dello spirito dell' artista, che quei segni genuina incisione all'acquaforte. e quegli scherzi anelava di veder chiamati a C'era ancora chi (un Villamena, per esem nuova vita dall'azione del mordente. Tutto il pio) nell' ingegnoso contesto dei tagli a bulino Seicento cede ad un tal fascino e se ne inebbria. 45 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte GUIDO RENI: SACRA FAMIGLIA ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte Leonardo Bi _ "5i2_ stolfi disse in una sua bella pagina la trepidazione e la gioia della stampa al torchio calcografico, la breve ammalian te operazione che pure all'artefice Il nasconde l'opera per rivelargliela improvvisamente quando cauto sol leva il foglio umi do e tiepido, usci t o appena dalla strettoia,,; ma 8) più commovente di questa, che è SIMONE CANTARINI: RIPOSO IN EGITTO comune anche al l'intaglio a bulino, è ancora la duplice opera di Simone - sono, anzi saranno col tempo sem della mano prima, del mordente poi, che con pre più famosi, non potendosi oprar l'acquaforte duce alla determinazione dell'immagine; più con maggior brio e giustezza. Usava perciò fare intima e sottile la trepidazione di chi, segnata il disegno da tagliarsi più volte, correggendolo col suo ferruzzo la negra cera distesa sul rame di nuovo, e correttolo, ricalcavalo sempre, e rutilante, si piega a seguire l'azione dell'acido, andandogli poi finalmente sopra con un certo a volte ubbidiente a volte ribelle, ora lenta dispregio, che mostrava a chi non sapeva l'arti ora precipitosa, in attesa di poter tuffare le ficio di tante repliche, una facilità la maggiore mani guantate di gomma nella bacinella e del mondo". Ma quale la prova dell'asserto 9) levare quindi in alto la lastra, per accertarsi, del Malvasia? Or ecco venirci incontro una attraverso il campo arato della vernice, se stampina del Pesarese non conosciuta dal Bartsch l'ombra e la luce delle sue immagini abbiano e anteriore certamente a quelle da lui descritte, IO) avuto profondità e splendore sufficienti. Qual eccola venirci incontro insieme col relativo che lastra imperfetta, come se ne trovano schizzo a matita, il quale, oltre ai segni dei suc sempre nell'opera di ogni acquafortista, sta a cessivi ritorni dell' artista, reca le tracce di quel testimoniarci appunto il dramma di siffatti ricalcare sempre ch'egli usava (al pari, del resto, momenti. Ma quale liberazione, quale scoppio della quasi totalità degli acquafortisti) per fis di letizia nei pezzi ben riusciti! Guardate le sare sulla lastra cosparsa di cera le linee fonda acqueforti di Simone Cantarini. Sembrano ese mentali del suo disegno. guite tutte in istato di piena felicità espres La stampa è piccola (mm. 130 X 90), eguale siva. Come giunse ad esse il Pesarese? Carlo su per giù ad altre Sacre Famiglie di Simone Cesare Malvasia ci mette in guardia contro la (B. 12, 13, 14) e rappresentante lo stesso sog loro apparente spontaneità ed immediatezza, getto di quelle, uno dei soggetti, cioè, più con avvertendoci che esse non sono opera di getto, sueti, insieme con la Fuga in Egitto, alla sua ma la conclusione di un processo di avvicina fantasia. La Vergine, vista di profilo, è se mento al segno definitivo, svoltosi naturalmente duta a destra ed accarezza i fianchi del Bam sulla carta. I tagli suoi - egli dice, parlando bino che, in piedi davanti a lei, fa l'atto di Il 47 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte SIMONE CANTARINI: RIPOSO IN EGITTO gettarlesi amorosamente sul seno. S. Giuseppe, grigio e un po' arido all'impressione, ma non a sinistra, appoggiato al suo bastone, contempla privo di grazia e di effetto plastico. 12) la scena. II) Il disegno preparatorio, che ha le stesse dimen Abbiamo detto che la Sacra Famiglia e la sioni della stampa, risulta all' inverso, ed è Fuga in Egitto sono fra i soggetti più cari e con cosparso a tergo di carboncino per il calco. I sueti a Simone Cantarini, ciò che viene a defi segni risentiti del calco si vedono ancora qua e nire, da un punto di vista contenutistico, il suo là, sovrapposti ai lineamenti o~iginali delle tre mondo che, pur risentendo ancora vagamente figure, e corrispondono ai segni fondamentali dell'antico amore pe1 Baroccio, gravita sempre dell'acquaforte, nella quale però l'artista ha nell'orbita guidesca. Di questi due soggetti si introdotto un elemento nuovo: l'aureola intorno può dire ch'egli abbia fatto il nucleo fondamen al capo della Madonna. La stampa, per quanto tale della sua ispirazione acquafortistica. L'epi arricchita delle mezzetinte tratteggiate che man sodio che più lo attrae è il Riposo durante la Fuga, cano al disegno, risulta più semplice e schema episodio che allettò numerosi incisori del Sei tica di questo. Ma il mordente ha ,tradito l'in cento, dal Gobbo al Castiglione a Stefanino. 13) cisore, il quale probabilmente era alle sue prime Anche Rembrandt, tra i forestieri, seppe con prove, e ne è ve~uto fuori un intaglio deboluccio, vocare, su alcune piccole lastre non più larghe ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte del palmo di una mano, il mistero, il terrore, appreso la morte di Erode; Giuseppe, rannic l'ansia, la trepidazione dell'errore notturno della chiato ai piedi d'un albero, col bastone in famigliuola divina, perseguitata dalla ferocia di pugno, s'è abbandonato al sonno: la Vergine, Erode. Ma chi, più di tutti, sentì la poesia seduta per terra, tiene il figliuolo coricato sulle sublime della maternità di Maria, sperduta in ginocchia, reggendogli con la mano la piccola terra straniera, col suo tesoro nascosto fra le nuca. Il Bambino dorme; ma nel sonno il riso braccia, fu appunto Simone da Pesaro. Si vede, sboccia sul suo volto, mentre la madre lo con in una delle sue lastre (B. 2), la Sacra Famiglia templa, chiusa nel cerchio magico del suo amore raccolta presso un gruppo dì palme: la corsa, e del suo dolore. l'affanno e il digiuno l'hanno estenuata; ma la Siamo, come abbiamo detto, in un mondo Provvidenza va ad essa incontro: le palme sono guidesco, che è poi quello stesso delle pitture cariche di frutti, e gli angeli ne flettono i rami del Pesarese. Ma il vero mondo di questi si troppo alti, perchè i fuggiaschi possano spo può dire che si attui all'infuori dei suoi" pen gliarIi. Giuseppe ha spiccato or ora alcuni dat sieri" e delle sue" istorie d'invenzione Già Il. teri e li porge al Bambin Gesù, che si solleva gli stessi episodi della Fuga in Egitto che il Pro dalle braccia materne ed allunga le mani per caccino, per esempio, ha quasi nascosti in un prenderli. In un'altra stampa (B. 3) la Vergine paesaggio frondoso assiepato sulle figure, e che porge il seno al figliuolo, mentre un angelo il Rembrandt, mago delle ombre, ama rappre abbassa accanto a lei i rami di un albero, per sentarsi nella notte, sono da Simone figurati raccoglierne i frutti. In un' altra stampa ancora (B. 5) è la Vergine che offre nel palmo della mano la frutta al Bambino, mentre gli an geli provvidenziali attendono a spo gliare più lungi un. palmizio. In una quarta lastra (B. 4) è l'asino che si sfama, brucando placida mente l'erba, mentre Giuseppe e la Vergine conversano seduti ai piedi di un albero, e il Bambino Gesù, sdraiato sulle ginocchia materne, offre le sue piccole membra nude al bacio letificante del sole. Ma le più soavi sono le lastre in cui la Vergine culla il suo figliuolo. In una di esse (B. 6) il Bambino re siste ancora ed agita ad occhi aperti le braccia nel vuoto. N elle altre due cede invece sorridendo al son no. Una, quella in cui Giuseppe legge ai piedi d'un albero (B. 8), è resa con tratto leggero, quasi evanescente, come il sonno invo cato sul capo del pargolo divino; 14) l'altra, incisa su lastrina ottagonale, è più energica e saporosa (B. 7). Una pace solenne· pervade il pae saggio. Forse i profughi hanno già LORENZO LOLI: FUGA IN EGITTO (DA GUIDO RENI) 49 7 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte ELISABETTA SIRANI: RIPOSO IN EGITTO su terre spaziose, nella luce di un sole folgorante. forma; piccole chiazze d'ombra ed occhi di Più che ad un'analisi particolareggiata, le acque sole brulicanti sulle zolle; sbattimenti di palme forti del Pesarese si può dire che si prestino ad rovesciate dal vento o piegate dalla pressione un' impressione d'insieme. Quando si sono viste della mano; ruscellare di acque e riftuire miste le sue Fughe in Egitto, le sue Sacre Famiglie rioso di linfe, in un'atmosfera di meriggio che all'aperto (si ricordino le due con S. Elisabetta, congiunge ed accomuna le cose più diverse e B. 9 e IO), il piccolo e il grande S. Giovanni distanti. La tipologia umana, che, come abbiamo Battista nel deserto (B. 22 e 23), l'Angelo Custode detto, si accosta molto a quella di Guido, scom (B. 28), Mercurio ed Argo (B. 31), Adamo ed pare in questo sentimento panico e meridiano Eva (B. I), ecc., quel che ci resta negli occhi è del mondo. Abbiamo ricordato le Sacre Fami una sensazione di movimento che non fa ressa, glie all'aperto, ma anche quando deve figurarle di suono che non fa strepito: linee che nascono all'interno, Simone è felice di assegnare all'am nella luce e nella luce si sviluppano per prender biente esterno la sua parte. Ecco in una di 5°

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forte.6) Da allora non ci fu artista italiano, si può dire, che non abbia. AGOSTINO CARRACCI: S. GIROLAMO PENITENTE (COMPLETATO DA FRANC.
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